sociale

Orvieto città viva. L'orgoglio del Gruppo consiliare del PD per l'apertura della nuova Biblioteca

giovedì 26 febbraio 2009

La prende alla larga, il gruppo consiliare del Partito Democratico, per trasmettere ai cittadini la convinzione che Orvieto è una città viva, forse per contrapporsi - come nello stesso comunicato si afferma - al "quotidiano piagnisteo" sul declino della città, e alle allarmanti notizie che, secondo alcuni canali di informazione, un'indagine del Censis, peraltro non ancora conclusa, sembrerebbe dare sul futuro stato di salute dell'economia orvietana.

La prima e più importante esemplificazione della vitalità della città è, a quanto sottolinea il gruppo del PD, l'apertura della Nuova Biblioteca Comunale con cui, si afferma in una nota stampa, "la nostra città si riappropria di un diritto fondamentale e di uno splendido spazio per troppi anni reso impraticabile. Il diritto fondamentale è quello dell'accesso al sapere, quindi alla libertà e alle opportunità consentite dalla cultura e dalla conoscenza. Non vorremmo che noi moderni, sin troppo occupati a pesare, contare, misurare, accumulare e polemizzare, dimenticassimo di cogliere il senso profondo di questo diritto e del valore, anche simbolico, oltre che funzionale, di uno spazio pubblico chiamato Biblioteca".

"Una città che inaugura una Biblioteca - continua il gruppo PD - che vive immersa in proposte culturali di pregio, percorsa dall'inesausta vitalità delle voci di Radio Orvieto Web, dai suoni dei musicisti d'ogni estrazione, dalle emozioni della letteratura e del teatro, mostra d'essere oltremodo ricca di merci preziose, forse ancor di più di tutti i denari conservati nei forzieri delle banche. Merci spirituali, immateriali, fatte di speranze e talenti. Merci accessibili a tutti, buone sia per il tempo libero sia per scolpire la nostra inimitabile persona."

"Nonostante il diffuso e quotidiano piagnisteo - conclude il PD - Orvieto è viva. Questo è il dato essenziale e su questa vitalità noi dobbiamo puntare per andare oltre i nostri stessi limiti, per superare quei condizionamenti che ci inducono all'accidia.
La Nuova Biblioteca è anche il segno di una città che cambia, che rimette al centro del suo essere e del suo fare la civitas (la comunità degli individui) e non solo urbs (il luogo geografico, gli edifici). E la politica, la "bella politica", deve essere all'altezza di questo cambiamento, guardando avanti con fiducia e entusiasmo".