Promosse dalla UIL FPL, sono al giudizio del Giudice del Lavoro di Orvieto alcune vertenze pilota relative al riconoscimento del tempo di lavoro effettuato dagli infermieri dell'Ospedale orvietano per il cambio turno. "Infatti - spiega il segretario della Uil Fpl di Terni, Gino Venturi - un breve periodo di sovrapposizione per effettuare le consegne tra gli infermieri che smontano e quelli che montano il turno è in grado di assicurare un servizio di maggiore qualità per i pazienti. Una qualità sino ad ora comunque assicurata, seppur senza alcun riconoscimento economico dalla direzione aziendale, da tutti gli operatori dell'ospedale che antepongono l'interesse dei pazienti e l'efficienza del servizio ad ogni altra considerazione".
La UILP FPL Terni ha ottenuto negli ultimi tempi, al Santa Maria della Stella, alcune vittorie. Per iniziativa di Aramo Ermini, delegato sindacale interno UIL, gli operatori dell'Ospedale di Orvieto si mobilitarono infatti per sostituire i vecchi e fatiscenti armadietti e raccolsero 200 firme di lavoratori a sostegno. L'iniziativa, criticata da alcuni lavoratori timorosi di disturbare la direzione aziendale, è sfociata invece in un successo e ora i primi 40 nuovi armadietti a doppio scomparto ( che separano gli indumenti sporchi da quelli puliti) sono finalmente arrivati, anche grazie all'impegno della direzione ASL4 e della direzione dell'Ospedale di Orvieto.
"Un risultato concreto, certo su una questione particolare ma - commenta Gino Venturi - che sono certo incoraggerà i lavoratori a mobilitarsi ancora verso altri obiettivi. Quello di cui ci si deve convincere è che i veri nemici sono la rassegnazione e l'apatia!"
Tra le mobilitazioni in corso della UIL FPL all'Ospedale di Orvieto, anche l'installazione dei dispositivi per l'apertura delle porte tagliafuoco, la cui assenza non solo rende meno agevole il lavoro dei "barellieri" ma costituisce anche una barriera per i cittadini con handicap, magari in carrozzina, che si trovassero a dover aprire una di queste porte. Ne potrebbero rimanere, infatti, imprigionati.