sociale

Studenti e giovani ricercatori Airc a confronto sull'impegno e il valore della ricerca

domenica 9 novembre 2008
di laura
Sala dei Quattrocento colma di studenti e studentesse a Orvieto (le quarte e le quinte dei Licei Scientifico, Classico, Artistico e dell'Istituto Tecnico) per incontrare, lo scorso sabato 8 novembre in occasione della Giornata per la ricerca sul Cancro, i giovani ricercatori dell'Airc: una fisicamente presente - Angela Rizzo, ricercatrice presso l'Istituto Tumori Regina Elena di Roma – e altri quattro, due giovani uomini e due giovani donne, impegnati a spiegare da un video appositamente realizzato il loro entusiasmo e la loro mission. E' questo filo diretto con le giovani generazioni, per motivarle e sensibilizzarle alla prevenzione e alla strada della ricerca, che l'Airc ha scelto quest'anno nelle 22 città delle altrettante regioni italiane, selezionate per assistere in contemporanea al Convegno “Il valore dell'Esperienza, il bisogno dell'Innovazione". A discuterne a Palazzo del Popolo, con il patrocinio del Comune di Orvieto e l'organizzazione curata dal Comitato Umbria dell'AIRC e dalla locale sezione, oltre alla già citata Angela Rizzo, Franco Locatelli, del Policlinico San Matteo di Pavia, Enrico Vaime, autore e conduttore televisivo, e Federico Fioravanti, Direttore de "Il Corriere dell'Umbria”. A portare il saluto del Comune di Orvieto è stata l'assessore Pirkko Peltonen, che ha espresso l'orgoglio della città di Orvieto per essere sede umbra dell'iniziativa, sottolineando l'impegno del volontariato locale su questa importante tematica, non solo grazie all'importante azione nazionale dell'Airc, ma anche ad opera dell'associazione Orvieto contro il Cancro (presente in sala con alcuni membri), che effettua a sua volta, a livello locale, assistenza e donazioni. Felice, l'assessore Peltonen, anche di vedere in sala tanti giovani pronti ad ascoltare e a interloquire. Il video proiettato in sala ha portato all'assemblea il saluto del Presidente nazionale Airc Piero Sierra e l'esperienza di quattro giovani ricercatori sostenuti da assegni di ricerca finanziati dall'Airc, che hanno raccontato, ognuno da un differente punto di vista, quanto la ricerca sia un'attività appassionante e totalizzante, fitta d'impegno ma anche ricca di gratificazioni. Lo stesso succo che è stato possibile trarre, in diretta, dall'intervento di Angela Rizzo. E' stato invece Federico Fioravanti a fare il punto sui numeri della ricerca in Italia: 49 milioni e mezzo di euro quelli portati alla ricerca contro il cancro dall'Airc, 51 milioni quelli dello Stato. Circa 100 milioni insieme: “non molto – ha affermato Fioravanti – se si pensa che è il costo di un bravo calciatore di serie A". Meno pessimista il professor Locatelli del Policlinico di Pavia, che ha sottolineato come, nonostante le scarse risorse, siano stati fatti molti passi avanti e oggi il tumore non sia più quel terribile flagello di un tempo, ma possa anche, in diversi casi, essere curato; soprattutto nella fascia in età pediatrica, in cui le guarigioni si attestano intorno al 70/75 %. In ogni caso, ogni anno in Italia 250 mila persone sono colpite dalla malattia, 150 mila ne muoiono. Ce n'è abbastanza per non abbassare la guardia, ma per continuare a puntare sull'innovazione e sulla ricerca in modo da conseguire ulteriori risultati. L'intervento di Enrico Vaime, in linea con il suo lavoro di comunicatore, è stata una riflessione sul ruolo dei mezzi di comunicazione, la televisione in primo luogo. Uno strumento che, ha affermato Vaime, dal mezzo di progresso che è stato nei primi anni della sua apparizione (1954) è diventato, piuttosto, un mezzo di distrazione di massa, perseguendo la sola innovazione tecnologica e non curando l'innovazione e il miglioramento dei contenuti, che anzi sono andati degradando. Secondo Vaime, e non possiamo non essere d'accordo, spetterebbe anche alla comunicazione farsi maggiormente carico di questi temi sociali. Airc, in ogni caso, ha deciso di investire in una nuova generazione di scienziati, integrando le competenze di chi lavora da anni contro il cancro - e per questo è elemento fondamentale per affrontare la malattia in modo sempre più efficace – con menti giovani e dinamiche che sappiano percorrere nuove strade e sfruttare al meglio le innovazioni tecnologiche oggi disponibili. E chissà che, tra i molti teen-ager in sala che hanno subissato i relatori di domande, non sbocci un giovane ricercatore che potrà lasciare una traccia scientifica più o meno importante. Considerando, come ha detto Angela Rizzo, che la scienza non procede, in questo campo, tanto per grandi scoperte, quanto per piccoli, pazienti, continui passi.