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Scuola. Critica con il governo l'assessora Massarelli: il decreto tagliaposti del Governo non facilita i nuovi distretti formativi provinciali

giovedì 3 luglio 2008
L’Assessora provinciale alle Politiche formative e del Lavoro, Donatella Massarelli, prende posizione in merito ai tagli alla scuola previsti dal Governo. “Non è un bel momento per la scuola italiana – dice - Il ministro Tremonti, commissariando di fatto il Ministero della scuola, ha deciso di tagliare 130.000 posti di lavoro senza consultare il Ministro all’Istruzione Gelmini. La mano è stata particolarmente pesante nei confronti degli insegnanti di sostegno, di coloro, cioè, che prendono in carico, proteggono e aiutano i ragazzi e le ragazze con maggiori difficoltà. E’ presumibile che la politica degli annunci, tipica del governo Berlusconi, venga smentita dalla realtà anche per la parte che riguarda l’aumento degli stipendi degli insegnanti. Comunque la scuola italiana, colpita in questi anni da una overdose di riforme e contro-riforme, avrebbe bisogno di certezze e di tempo per sedimentare e stabilizzare cambiamenti necessari ma anche nuovi equilibri". "La scuola umbra e ternana - continua la Massarelli - garantisce, da sempre, qualità ed eccellenza ma non possono essere sottaciuti problemi inediti e molto complessi che, se non affrontati, possono compromettere l’intero sistema. Anche nella nostra regione, le nuove generazioni hanno chances di vita e di carriera minori di quelle avute dai loro genitori. Rimangono nelle condizioni di “figli e giovani” fino a quaranta anni, hanno difficoltà ad entrare nel mondo del lavoro e quando ci riescono restano precari per troppo tempo. Anche in Umbria e a Terni la scuola non è più, come in passato, veicolo di mobilità e promozione sociale, si assiste ad una vera e propria inflazione e valorizzazione dei titoli di studio il cui possesso non è più determinante per svolgere un tipo di lavoro conseguente". La disoccupazione ternana, fa notare l’Assessora, è femminile, giovanile e secolarizzata, il sistema delle imprese richiede essenzialmente operai generici maschi ed occupa il 3,8% di laureati, a fronte di una media nazionale del 9%. Guardata da questa visuale la scuola ternana appare in condizione di solitudine e difficoltà con responsabilità eccessiva rispetto agli strumenti messi a disposizione, a partire da quelli finanziari. "Il sistema dell’istruzione provinciale – prosegue - quindi va sostenuto, qualificato, specializzato e fatto incontrare di più con il territorio. In questo contesto dobbiamo rilanciare un’idea dell’autonomia non come mera competizione, magari per sottrarre alle altre scuole qualche iscritto in più, ma come capacità di intraprendere un progetto e un percorso collegato al contesto in cui opera, come capacità di farsi comunità di ragazzi che imparano, di docenti che insegnano e di famiglie che partecipano attivamente. Una comunità che dialoga, costruisce progetti e si rafforza con tutti i soggetti organizzati del territorio. Insomma un’idea di scuola come rete che pone al centro della propria attenzione e di quella di tutti gli altri la qualità dei processi educativi e formativi, i bisogni, le aspettative, la vita e il futuro dei suoi giovani e delle sue ragazze". Anche a Terni, osserva la Massarelli, si avverte la necessità di rilanciare fortemente gli studi tecnici e professionali per poter reggere adeguatamente la sfida dell’innovazione e della competitività, sfida che non può essere affrontata solo attraverso un processo di liceizzazione della scuola secondaria, così come è successo in questi anni, ma riqualificando e rilanciando la funzione e l’identità di scuole che hanno segnato la storia e lo sviluppo della città ma che hanno registrato un’inesorabile perdita degli iscritti (In Italia lo stock di iscritti ai licei è passato dal 1990 al 2008 dal 25% al 41,6%, quello degli studenti tecnici dal 45% al 33,8%). Nonostante la domanda di diplomati tecnico-professionali sia costantemente più elevata dell’offerta, sono sempre di meno i ragazzi che scelgono questo tipo di scuola, con l’eccezione dell’indirizzo turistico-alberghiero "Casagrande". "Per queste ragioni – spiega sempre l’Assessora - abbiamo proposto la costituzione di “Distretti formativi integrati” che, in assenza di un quadro normativo nazionale definito, possano rappresentare una sperimentazione territoriale di qualità e veri e propri progetti di eccellenza in ambito regionale. I distretti fanno incontrare ed integrare scuole di ordinamento diverso, il sistema della Formazione professionale, quello delle imprese, le associazioni datoriali e sindacali, il sistema della ricerca e l’Università, mettendo in comune risorse umane, finanziarie, professionali e logistiche per garantire ai ragazzi e alle ragazze percorsi di istruzione integrati di qualità progettati insieme da tutti i soggetti del Distretto e basati sul bilancio delle competenze, il riconoscimento dei crediti e la definizione di passerelle". E’ l’intero sistema, in questo quadro, che si fa carico del successo formativo dei singoli studenti promovendo figure professionali specialistiche legate all’innovazione tecnologica e alle necessità di riconversione produttiva e di nuovo sviluppo del territorio. Si pensa alla sperimentazione di due distretti, uno Tecnico-tecnologico e uno Economico-aziendale per i quali la Provincia di Terni mette a disposizione una riserva annuale di 500.000 euro per l’integrazione con la formazione professionale e azioni di assistenza tecnica per l’inserimento dei ragazzi diversamente abili e l’integrazione dei ragazzi stranieri. Per contrastare inoltre episodi di bullismo e di violenza giovanile, che interessano sempre di più la provincia ternana, si pensa di garantire nelle scuole la presenza di orientatori con competenze soprattutto psico-pedagogiche in grado di supportare permanentemente studenti, insegnanti e famiglie. "Se sono vere tutte queste considerazioni - continua la Massarelli - si poteva approfittare del pensionamento di molti dirigenti scolastici della provincia di Terni per realizzare processi di innovazione e riqualificazione, costruendo assetti stabili e funzionali e valorizzando pienamente le competenze dei singoli dirigenti. Così non è stato – conclude - si è persa una occasione, il decreto della Direzione dell’U.S.R. dell’ Umbria del 19 giugno sembra aver privilegiato un approccio burocratico formale che poco tiene conto delle esigenze del territorio. Non crediamo, inoltre, che le esigenze funzionali delle singole scuole si siano fatte incontrare con le attitudini e le competenze dei dirigenti valutate in funzione dei progetti da realizzare ed in rapporto all’esperienza maturata. Sono rimaste senza dirigenti zone estremamente popolose della città di Terni, come la Circoscrizione Colleluna, ed Istituti complessi ed articolati come il Sangallo, così come non è definita la situazione di Narni e di Amelia. Nonostante questo non disperiamo di poter continuare un cammino che, tra mille difficoltà, si è messo in moto e che ha l’unico obiettivo di dare stabilità e qualità al sistema scolastico della provincia di Terni”.