sociale
L'Associazione "M.C. Piccolomini" sollecita un confronto istituzionale sulla situazione generale di Villa San Giorgio e dell'Istituto Piccolomini Febei
giovedì 19 giugno 2008
Torna a farsi sentire l'Associazione “Maria Cristina Piccolomini Onlus”, che si occupa delle politiche per gli anziani sul territorio e, in particolare, della rifunzionalizzazione e del funzionamento della Villa di San Giorgio che, ormai terminati i lavori del primo stralcio, sarà a breve riattivata per 20 posti letto. Non molti e non sufficienti, ma meglio di niente purché si faccia presto, secondo l'associazione, che sottolinea, in una nota stampa della Presidente Giuseppina Barloscio (nella foto), come siano ormai passati molti anni dall’abbandono della Villa (che fu chiusa perché non più a norma) e, soprattutto, dalla sospensione dei ricoveri, con conseguente e grave disservizio per la popolazione anziana e per le rispettive famiglie.
Questo stato di cose, secondo l'associazione Piccolomini, ha ulteriormente aggravato le condizioni economiche dell’Istituto Piccolomini Febei, proprietario e gestore della villa, già molto precarie. “Si parlava di oltre 1 milione di Euro di deficit, – afferma la Barloscio. - La nostra Associazione ha da tempo contattato il Consiglio dell’Istituto per conoscere la realtà dei fatti e poter partecipare al risanamento del bilancio, obiettivo altrettanto importante, magari lanciando una sottoscrizione pubblica, ma non ci sono state concesse opportunità. Nell’ultima lettera, rimasta inevasa, abbiamo sollevato anche il problema della mancata messa a reddito del Palazzo di Piazza della Repubblica in Orvieto, un bene prezioso per le casse dell’Istituto se si pensasse a farlo fruttare”.
Secondo l'Associazione Piccolomini è importante cercare fondi e sovvenzioni (quelli in massima parte regionali con cui è stato effettuato il primo stralcio di risanamento, ndr), ma si deve anche pensare a gestire i pochi beni rimasti e a farli fruttare, in quanto con soli 20 posti letto non si riuscirà a coprire le spese. “Lo spirito della donazione – continua la Presidente Barloscio - era quello di garantire il ricovero agli anziani indigenti, e tenuto conto della situazione attuale e delle difficoltà delle casse comunali l’Istituto si dovrebbe anche riappropriare dell’antico ruolo”.
Vista la situazione, secondo l'Associazione "Piccolomini” è importante che il Sindaco e il Presidente del Consiglio Comunale mettano in atto una costante azione di controllo e di stimolo nei confronti dell’Istituto e, al pari della questione sul Legato de Solis, diano vita ad una occasione di confronto con l’Istituto, i capo-gruppo consiliari e le associazioni interessate.
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