sociale

Le motivazioni del Premio

sabato 31 maggio 2008
La Giuria del Premio per i Diritti Umani “Città di Orvieto”, Presieduta dal Prof. Giovanni Conso, Presidente Emerito della Corte Costituzionale, ha così motivato la decisione di assegnare il Premio 2008 a Souhayr Belhassen: Le donne sono il cambiamento di questo secolo. Nel corso degli anni che verranno, noi possiamo e dobbiamo credere nel cambiamento. Non abbiamo più bisogno di qualcuno che ci conferisca attestati di alcun tipo, che decreti se siamo emancipate o no, se volgiamo o no essere in carriera. La forza delle donne, non sono le prerogative che ne fanno stereotipi fissati sulla pagina, alle donne va conferito più potere, si dice, perché sono istintivamente più pragmatiche; già questo ne limita i percorsi e la capacità di elaborazione. Non vogliamo fotografie di alcun tipo che ci fissino in un istante, che è già storia nel momento in cui noi lo vediamo. Siamo le donne che hanno visto i due conflitti mondiali, lo scempio dell’olocausto,la barbarie stalinista, la fame dei nostri figli, la tortura della nostre carni, la mondializzazione trasformarsi in un alibi per l’abbattimento dei diritti fondamentali. Sappiamo che non esiste la verità, ma la lealtà, che unisce uomini e donne, il legame profondo che ci ha unito nelle battaglie che abbiamo condotto nella società civile, nelle istituzioni, ognuno a suo modo, con i suoi successi o insuccessi. Siamo qui oggi, a premiare una donna che ha avuto il coraggio di lottare dimostrando che il tetto di cristallo si può sfondare, con la propria integrità e il proprio rigore morale. La Storia è il nostro patrimonio La storia che non abbiamo mai avuto paura di vivere, di attraversare e di ricordare. Non abbiamo confini, se non quelli dettati dal rispetto della legalità. Souhayr Belhassen è una di quelle donne che ha lavorato con tutti coloro che credono che il momento del cambiamento è ora, che non aspettano lo start della pistola, che sanno che il cambiamento è in mano alle donne, perché i maschi e le femmine di questa società sono sempre figli di donne , che educano, nutrono, trasmettono valori. Noi chiediamo con questo premio a Souhayr Belhassen, agli uomini e alle donne che credono in una dinamica non sessista delle dinamiche mondaili, di aiutarci a creare una nuova rete di uomini e donne che sappia essere servizio e di servizio di cui elaboreremo i contenuti insieme. Partiamo e nutriamo di noi stessi il cambiamento che vogliamo, costruiremo il brillante più sfaccettato che sia mai esistito, il nuovo seme che darà frutti forse ancora sconosciuti e non catalogati. Qualcuno potrebbe dire che siamo velleitari: ha solo paura. Noi no! Abbiamo provato a cambiare le cose intorno, qualcuna è riuscita meglio, altre meno. Vogliamo trasmettere la nostra esperienza, fonderla con altre in un frutto unico. Per il rispetto dei valori fondamentali dei diritti umani e soprattutto per la tolleranza di cui Souhayr Belhassen per esser qui, per aver fatto della sua vita la testimonianza più vera di quello che si esprime nel valore dei diritti umani”.

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