sociale

Piano multirischio di protezione civile. Per ora a Costacciaro, presto a Orvieto

giovedì 22 maggio 2008
Un progetto sperimentale portato avanti con l'assistenza della Provincia di Perugia in stretto rapporto con la Regione dell'Umbria e l'Ufficio pianificazione nazionale, all'interno del ''Programma regionale di pianificazione e prevenzione'', il Piano comunale multirischio del Comune di Costacciaro. Si tratta del primo ed unico esempio in Umbria di Piano che ingloba i rischi idrologico-idrogeologico, neve, incendi di interfaccia, trasporti e sismico. Il Piano non è uno strumento statico, ma dinamico, un processo che ha una valenza formativa interna ed esterna, costantemente in aggiornamento. Sabato prossimo si terrà la presentazione ufficiale del lavoro svolto all'interno di un evento organizzato in collaborazione con Anci dal titolo ''Piccoli comuni, Protezione Civile'', al quale parteciperanno i rappresentanti delle Istituzioni regionali, provinciali, dell'Associazione nazionale dei Comuni e del Volontariato. “Questo appuntamento – dichiara Giuliano Santelli, della Protezione Civile del Comune di Orvieto, getta le basi per interventi multidisciplinari legati ai vari rischi presenti nel territorio. Dopo Costacciaro, grazie all’impegno della Regione dell’Umbria e dell’Anci, anche ad Orvieto si lavorerà in questa direzione. Una prima fase vedrà l’impegno dell’Intercom alla realizzazione dei Piani Comunali di Protezione Civile, per poi definire un Piano Intercomunale. In particolare si lavorerà sugli incendi di interfaccia, definendo il Catasto delle aree percorse da fuoco, facendo riferimento a quelle aree che negli anni scorsi sono stati interessate da incendi boschivi. La novità sta nella definizione dei cosiddetti “incendi di interfaccia”, attraverso un apposito Piano di Protezione Civile legato al rischio incendi. Il Piano oltre a censire le aree già interessate da incendi boschivi, dovrà mappare le abitazioni e le attività produttive prossime o interne alle aree a rischio, definendo un apposito piano di allerta e/o di evacuazione in caso di pericolo”. Come si ricorderà, lo scorso agosto l’area di Bardano, Sferracavallo, Rocca Ripesena, fu interessata da un grosso incendio che pose a serio rischio e in alcuni casi provocò danni notevoli ad abitazioni e strutture produttive. Il Piano di Rischio che verrà elaborato nel giro di qualche settimana, prima della campagna AIB 2008, vuole essere uno strumento a disposizione di tutti i soggetti preposti alla prevenzione e alla lotta attiva, in primo luogo la Comunità Montana, il CFS, i VV.F e i Gruppi di Volontariato di Protezione Civile che affiancheranno anche quest’anno le Istituzioni. “Una significativa novità – informa Santelli - verrà rappresentata dal gemellaggio in via di definizione tra la Regione Umbria e la Regione Veneto, che vedrà nei mesi più a rischio la presenza di due squadre antincendio dei Volontari del Veneto nel nostro Territorio. Due unità composte da 10 persone con mezzi ed attrezzature per la lotta attiva, che si affiancheranno i nostri Volontari”. Anche il Gruppo Comunale di Protezione Civile di Orvieto, in collegamento con il neonato Gruppo di Baschi, con quelli di Castiglione in Teverina e Civitella D’Agliano, svolgerà funzioni di prevenzione e di lotta attiva. Per fare questo si stanno predisponendo corsi di formazione e di abilitazione, oltre al potenziamento di mezzi. Il Gruppo Comunale di Orvieto predisporrà inoltre un censimento dei punti di rifornimento d’acqua presenti nel comprensorio, dalle bocchette dei comuni, alle fontane o sorgenti ove sarà possibile effettuare in tempi strettissimi rifornimento ai mezzi di soccorso. Si vedrà inoltre come collaborare affinché, in caso di grossi incendi, si affianchi alle strutture operative una unità sanitaria presente sulla zona interessata al fronte di fuoco. “Da poche settimane – conclude Santelli - il Gruppo Comunale ha in dotazione un ponte radiomobile e diverse radio per poter coprire con efficacia le zone d’ombra presenti. Nelle prossime settimane si svolgerà una riunione operativa con tutti i soggetti interessati, per verificare la possibilità di dare vita ad una unica sala operativa.”