sociale

La censura si arma di spranghe contro Nazirock a Perugia

lunedì 21 aprile 2008
di Bruna Iacopino, per www.articolo21.info
Sembra davvero una maledizione quella abbattutasi sul film-documentario di Claudio Lazzaro, Nazirock. L’anatema scagliato da Roberto Fiore e che aveva colpito persino il sito ufficiale di Nazirock, (rimasto bloccato per un po’ di giorni) mantiene tutta la sua efficacia contando sull’appoggio degli adepti di turno e di una fase politica non “esattamente” favorevole. Il film, la cui distribuzione nei cinema era stata bloccata per questioni legate alla par condicio, sembra non abbia vita facile neanche all’interno delle librerie. La bagarre mediatica scatenata ad hoc contro il lavoro di Lazzaro, ha determinato, nei fatti, una sorta di autocensura e, sembra, una sorta di reticenza da parte dei commercianti di turno. Il documentario, tuttavia, come testimoniato dal sito, è in tour per l’Italia, insieme all’autore, sfruttando i cosiddetti “canali alternativi”: centri sociali, associazioni, ecc. Il calendario è fitto di tappe che vanno dal Nord al sud dell’Italia, dimostrando così, che la “censura” può essere superata attraverso la circolazione delle informazioni e la creazione di una rete. Che però, trattandosi per l’appunto, di una rete alternativa, non sempre può usufruire delle garanzie concesse a luoghi pubblici quali cinema, teatri, sale. A dimostrazione di questo dato il grave episodio, verificatosi domenica a Perugia. Le agenzie, Adnkronos e Ansa, riferiscono di un “raid puntivo” realizzato intorno alle 7 di domenica mattina presso il centro sociale ex-mattatatoio nella zona periferica di Ponte San Giovanni. Un testimone oculare all’interno del suo camper, sostiene di aver visto 7 individui introdursi all’interno del cortile e con spranghe fare a pezzi i vetri dell’edificio. Sembra sia stato preso di mira lo stesso camper, la polizia sta indagando. Il raid punitivo in questione ha una motivazione precisa, e non può trattarsi di una semplice coincidenza temporale. La sera prima, i ragazzi del centro sociale, avevano organizzato la proiezione di Nazirock, seguito dal dibattito aperto con l’autore, a chiusura concerto. I teppisti hanno atteso pazientemente che il centro fosse vuoto e hanno agito in maniera indisturbata. L’episodio, che non è sicuramente un unicum (di aggressioni a centri sociali se ne registrano continuamente senza che la cronaca se ne occupi), al di là della gravità dell’atto e la condanna necessaria, non può essere sottovalutato in virtù di quanto scritto sopra. Se alle minacce di un’azione legale, che, come si apprende dal sito, non hanno avuto un reale seguito, si aggiungono azioni violente che divengono necessariamente atti intimidatori e fungono da validi deterrenti per chi in futuro abbia voglia di proiettare il documentario in questione, allora è necessaria una ferma presa di posizione da parte di chi continua a sostenere la libertà di informazione nel nostro paese, appellandosi all’articolo21 della costituzione. Occorre che le Istituzioni preposte prendano atto della questione e che la stessa procura della Repubblica ( a cui l’ANPI nazionale ha ritenuto di dover sottoporre il video) tenga conto anche di episodi simili che non possono essere dunque sottovalutati e svincolati dal clima di assedio che circonda il lavoro documentaristico di Lazzaro. In prossimità di un anniversario importante, come il 25 aprile, tenere desta l’attenzione su gruppi che fanno esplicito riferimento a pratiche e idee di tipo fascista non può passare in secondo piano e deve spingere ad una rivitalizzazione di quello che è stata la Resistenza, che ha prodotto la nostra costituzione. Se poi la proiezione del film all’interno dei cinema è stata bloccata in virtù del periodo di campagna elettorale, allora, mi chiedo, sarà possibile proiettarlo in seguito, oppure ci sarà sempre un pretesto valido per la censura? Infine una nota a margine: la proposta dell’ANPI di proiettare il documentario proprio il 25 di aprile presso la Casa della memoria e della storia di Roma, ha dovuto di nuovo sottostare alle leggi della par-condicio a causa del ballottaggio di domenica per l’elezione del sindaco… Strano ma vero: denunciare le nuove forme di fascismo, oggi in Italia, significa quasi essere controcorrente.