sociale

Un atto di indirizzo del Consiglio per dare maggiore valenza al Giorno del Ricordo e ad altri particolari eventi del Novecento. Lo sollecita il sindaco Mocio rispondendo a un'interpellanza di AN

giovedì 21 febbraio 2008
Il Comune di Orvieto darà maggiore valenza al "Giorno del Ricordo" che ricorre il 10 febbraio. Lo ha dichiarato ieri in Consiglio Comunale il sindaco Mocio, rispondendo a un'interpellanza di Alleanza nazionale, illustrata dal consigliere Stefano Olimpieri, che evidenziava come nell'anno in corso l’Amministrazione Comunale non abbia compiuto nessun atto istituzionale per celebrare la ricorrenza che, stabilira dal 2005 con una legge del Parlamento Italiano, ricorda i martiri delle foibe e l’esodo di 350.000 istriani, giuliani e dalmati dalle loro terre. "Prima il Presidente Ciampi, oggi il Presidente Napolitano hanno onorato il ‘Giorno del Ricordo’ - ha dichiarato tra l'altro Olimpieri. Nel corso di questi anni il Consiglio Comunale di Orvieto ha bocciato mozioni tese a dare dignità al dramma delle foibe; quest’anno nemmeno un breve comunicato o un manifesto”. Il sindaco Mocio, nel riconoscere nel dramma delle foibe e nell'esodo giuliano-dalmata una pagina vergognosa di storia che è giusto non dimenticare, ha sollecitato il Consiglio Comunale a produrre un atto di indirizzo politico per lavorare a un progetto educativo che, in sinergia con altre realtà culturali della città, proponga occasioni di riflessione su questo episodio e, più in generale, sulla storia del Novecento per creare una nuova cittadinanza, soprattutto fra le giovani generazioni, oltre che per ricordare e conoscere il passato e per migliorare il futuro. Le linee di indirizzo che il Consiglio è stato chiamato a dare sul Giorno del Ricordo dovrebbero essere poi riprese dai singoli Assessorati per lavorare a qualcosa di più organico e visibile del soplito comunicato. Il Consigliere Stefano Olimpieri si è dichiarato soddisfatto, purché alle parole seguano i fatti. "Sulla proposta del Sindaco di andare ad un’approfondimento culturale ed educativo del secolo breve e delle contraddizioni del Novecento, siamo certamente d’accordo - ha affermato. - Naturalmente auspichiamo studi non di parte. In questo caso daremo anche il nostro contributo perché il prossimo anno tutta la città possa ricordare degnamente questa ricorrenza”.