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10 febbraio: Giorno del Ricordo. L'Italia rende omaggio ai morti delle foibe e ai 350mila esuli dalle coste Istriane e Dalmate dal 1945 al 1954

domenica 10 febbraio 2008
L'Italia rende oggi omaggio ai morti delle foibe del 1943-1945 e agli oltre trecentomila esuli dalle coste Istriane e Dalmate negli anni tra il 1945 e il 1954. Il 10 febbraio, infatti, è il Giorno del Ricordo, istituito quattro anni fa dal Parlamento proprio per non dimenticare quei drammi al confine orientale del Paese rimasti per decenni sotto traccia, quasi rimossi, comunque vissuti in solitudine dai diretti interessati. La cerimonia ufficiale si terrà al Quirinale alla presenza del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, e del vicepresidente del Consiglio, Francesco Rutelli. Altre cerimonie si svolgeranno a Trieste. La più importante alla foiba di Basovizza, da alcuni anni diventata monumento nazionale, dove sarà inaugurato un Centro di documentazione "per meglio capire e comprendere - ha detto l'assessore comunale alla cultura, Massimo Greco - quei drammi e tramandarli alle nuove generazioni". Ieri a Lucio Toth, presidente dell'Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, sono giunti i messaggi dei presidenti di Camera e Senato e del Presidente del Consiglio, Romano Prodi. Il dramma delle foibe ha avuto due momenti distinti: i mesi successivi all'8 settembre 1943 e, poi, i mesi a cavallo della fine della Seconda Guerra Mondiale. Nella prima fase in alcuni piccoli paesi nel centro dell'Istria, nella seconda alle spalle delle città di Trieste e Gorizia invase dalle truppe del maresciallo Tito tra maggio e giungo 1945. Alla fine della Seconda guerra mondiale, mentre tutta l'Italia, ad opera dell'esercito Anglo-Americano, veniva liberata dall'occupazione nazista, a Trieste e nell'Istria, sino ad allora territorio italiano, la liberazione fu vissuta in contemporanea con una tragedia: lì la liberazione avvenne infatti ad opera dell'esercito comunista jugoslavo agli ordini del maresciallo Tito. 350.000 italiani abitanti dell'Istria, di Fiume e della Dalmazia dovettero fuggire ed abbandonare la loro terra, le case, il lavoro, gli amici e gli affetti, incalzati dalle bande armate jugoslave. Decine di migliaia furono uccisi nelle Foibe o nei campi di concentramento titini per il fatto di essere italiani e di non voler sottostare a un regime comunista. Trieste, dopo aver subito più di un mese di occupazione jugoslava, visse per 9 anni sotto il controllo di un Governo Militare Alleato (americano ed inglese) in attesa che le diplomazie decidessero la sua sorte. Solo nell'ottobre del 1954 l'Italia prese il pieno controllo di Trieste, lasciando l'Istria all'amministrazione jugoslava. E solo nel 1975, con il Trattato di Osimo, l'Italia rinunciò definitivamente, e senza alcuna contropartita, ad ogni pretesa su parte dell'Istria, terra italiana sin da quando era provincia dell'Impero romano. Il 10 febbraio - Giorno del Ricordo - è stato istituito con legge nazionale del 30 marzo 2004 per ricordare le vittime delle foibe, dell'esodo giuliano-dalmata e delle vicende del confine orientale.