sociale

Anticipazioni del Rapporto Eurispes Italia 2008. Gli Italiani e le Istituzioni: si acuiscono la distanza e la sfiducia

lunedì 21 gennaio 2008
L’Eurispes diffonde in anteprima il contenuto di una delle 60 schede che compongono il Rapporto Italia 2008. Il Rapporto sarà presentato dal Presidente dell’Eurispes, Prof. Gian Maria Fara, il prossimo venerdì 25 gennaio 2008, alle ore 11,00, presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma (Viale Castro Pretorio), ma l’Eurispes anticipa i dati di uno dei 5 sondaggi contenuti all’interno del Rapporto di quest’anno, attraverso il quale è stata misurata la fiducia dei cittadini nei confronti delle Istituzioni. La rilevazione, realizzata grazie ad interviste dirette tramite questionario, ha riguardato 1.042 cittadini ed è stata conclusa agli inizi del gennaio 2008. In un momento di così grande incertezza e smarrimento, in un Paese che sembra essere costretto in una condizione di equilibrio permanente sul filo degli accadimenti e degli stravolgimenti politici e sociali, l’Eurispes ha ritenuto opportuno anticipare proprio quei dati che fanno emergere l’opinione degli italiani nei confronti della politica, della magistratura, delle Forze dell’ordine, dei sindacati ma anche della Chiesa e del mondo dell’associazionismo. Si tratta di una scelta non casuale. L’Istituto ha infatti voluto rendere in maniera puntuale e veritiera i sentimenti e gli orientamenti della collettività, e quindi non influenzati (la collocazione temporale della rilevazione ne è la garanzia), da quell’ondata emotiva che ha accompagnato i più recenti fatti di cronaca. Quasi la metà, il 49,6%, degli italiani ha visto diminuire nel corso dell’ultimo anno la propria fiducia nelle Istituzioni; per il 40,7% è rimasta invariata, solo per il 5,1% è aumentata. Più preoccupante il confronto con i risultati della stessa indagine condatta nel Rapporto dello scorso anno quando la quota di coloro i quali sentivano diminuita la propria fiducia si registrava già in discesa e si attestava al 46,7%, mentre “i fiduciosi” raccoglievano il 9,9% dei cittadini. La generalizzata tendenza dei cittadini italiani alla sfiducia segnalata già da alcuni anni si è dunque ulteriormente acuita nel corso del 2007, caratterizzato da scontento diffuso, contestazione verso le istituzioni politiche, crisi economica e sociale. Sono soprattutto coloro che appartengono all’area politica di destra e di centro-destra a sentire diminuita la propria fiducia nelle istituzioni (rispettivamente 70,5% e 60,9%). La quota di chi sente un aumento di fiducia, sia pur marginale, è più consistente tra gli elettori di sinistra e centro-sinistra (8,4% e 7%) che comunque segnalano una forte caduta della propria fiducia: il 43,9% dei primi e il 39% tra i secondi. Rispetto ai dati rilevati nel Rapporto Italia 2007, il senso di sfiducia nei cittadini di sinistra è aumentato di ben 19 punti percentuali quando a veder diminuita la propria fiducia nelle istituzioni erano il 24,8%. Ancora più sensibile il crollo nel centro-sinistra (+14,8%). È stata quindi indagata in profondità l’opinione dei cittadini nei confronti delle più importanti Istituzioni dello Stato, rappresentate dalla politica e dalla magistratura. Il Presidente della Repubblica. È l’unico soggetto istituzionale che nel 2008 ottiene la fiducia della maggioranza dei cittadini (58,5%) sebbene in calo rispetto alla rilevazione precedente (63,2%). D’altronde, questo ulteriore calo di popolarità non sembra attribuibile tanto alla persona, quanto ad un più generale rifiuto della politica. Il Governo. Decisamente negativi i risultati relativi al Governo: nel 2008 solo un cittadino su quattro (25,1%) vi ripone fiducia (30,7% nel 2007). Afferma di avere poca fiducia nel Governo il 40,4% degli intervistati, nessuna il 31,1%, abbastanza il 21,8% e molto soltanto il 3,3%. È calata la quota di chi nutre molta fiducia nel Governo ed è salita la quota di chi non nutre nessuna fiducia, ad ulteriore conferma dell’inarrestabile distacco dei cittadini da chi governa il Paese. Sono i più giovani (18-24 anni) soprattutto al Sud (85,6%) e nelle Isole (84,5) a manifestare la maggiore sfiducia nel Governo. La situazione risulta leggermente più positiva al Nord (i fiduciosi sono il 26,5%) ed in particolare nel Nord-Est (42,2%). Tra quanti si dichiarano di sinistra e centro-sinistra la quota degli sfiduciati raggiunge complessivamente il 56,2% per i primi e il 59,6% per i secondi: si tratta di un aumento impressionante rispetto allo scorso anno della sfiducia nei confronti del Governo in queste due correnti politiche, rispettivamente pari a 21,5 punti percentuali in più a sinistra e 31,4 al centro sinistra. Il Parlamento. Crolla la fiducia per l’Istituzione che dovrebbe guidare il Paese: una maggioranza schiacciante di cittadini, il 75,3%, ne ha poca (48,6%) o nessuna (28,7%). Confrontando la tendenza con quella emersa lo scorso anno si evidenzia un ulteriore calo di fiducia di ben 9 punti percentuali (da 66,2% a 75,3%). Si fida solo il 19,4% degli italiani (molto l’1,9% e abbastanza il 17,5%). Nel 2007 invece i fiduciosi raccoglievano 11 punti percentuali in più: erano infatti il 30,5%. In particolare, nel 2008, il 46,6% dei cittadini è poco fiducioso nel Parlamento, il 28,7% per niente fiducioso; il 17,5% abbastanza, l’1,9% molto. Rispetto alla precedente rilevazione la percentuale di chi si dice molto fiducioso nel Parlamento si è ridotta drasticamente passando dal 7,6% registrato nel 2007 all’1,9% del 2008. La magistratura. Al secondo posto dopo il Presidente della Repubblica, la magistratura raccoglie il 42,5% di fiduciosi, ma nello stesso tempo vede più della metà dei cittadini sfiduciati (53,6%). Si tratta comunque di una lieve crescita rispetto al 2007 (39,6%), dopo un calo significativo negli ultimi anni segnati da forti contestazioni anche di natura politica. Andando ancora più in profondità, la fiducia degli intervistati è poca nel 38,9% dei casi, abbastanza nel 34,9%, nessuna nel 14,7%, molta nel 7,6%. I ragazzi dai 18 ai 24 anni sono quelli che dimostrano meno fiducia nella magistratura (17,3%), e in generale, verso le altre istituzioni. La fiducia nella magistratura risulta maggiore fra quanti sono orientati politicamente a sinistra (62,6%) e al centro-sinistra (51,3%), più scarsa invece fra quelli di centro-destra (26,6%) e di destra (28,2%). Le altre istituzioni, quelle non politiche. La fiducia degli italiani è stata misurata anche in relazione ad altre istituzioni al di fuori dell’ambito politico. Le associazioni di volontariato si aggiudicano il primato in termini di fiducia: 71,6% di fiduciosi (il 26,6% molto, il 45% abbastanza). La percentuale è però in calo rispetto a un anno fa (78,5%). Al secondo posto, con oltre la metà di cittadini fiduciosi, i Carabinieri (57,4%) e la Polizia (50,7%). La Chiesa e le altre istituzioni religiose raggiungono il 49,7% di fiduciosi, meno della metà, con una flessione notevole della fiducia rispetto al 2007 (60,7%). Anche l’istituzione scolastica appare in forte crisi: ispira fiducia solo ad un terzo del campione (33%; al 46,3% poca, al 19% addirittura nessuna), a fronte del 47,1% del 2007. Il 46,3% dei soggetti dicono di fidarsi della Guardia di Finanza. Ottengono la fiducia di una minoranza del campione le associazioni di imprenditori (23,5%), la Pubblica amministrazione (20%, in calo rispetto al 26,9% del 2007), i sindacati (19,5%, a fronte del 26,7% dell’anno precedente). All’ultimo posto, prevedibilmente, i partiti, in cui ripone fiducia solo il 14,1% degli italiani: ben la metà (50,8%) non si fida per niente, il 33,1% poco, il 9,6% abbastanza. Tale risultato è quasi analogo a quello del 2007 (12,6%), segno che la sfiducia nei partiti ha contagiato i cittadini già da anni e si è poi estesa anche alle altre istituzioni, quasi senza eccezioni. Il raffronto con le risposte fornite nel 2007 evidenzia infatti un ulteriore e preoccupante crollo della fiducia dei cittadini nei confronti di tutte le istituzioni, di qualunque genere esse siano: non solo la politica, ma anche le Forze dell’ordine, il volontariato, le istituzioni religiose, la scuola. Tra politica e antipolitica. La quota più alta di cittadini dichiara di non fidarsi di nessuno (41,4%): né dei politici né dei personaggi esterni alla politica. I personaggi pubblici al di fuori della politica, come Beppe Grillo o anche Nanni Moretti, ottengono in ogni caso maggiori consensi rispetto ai politici veri e propri: 21,6% contro 17%. Sono state, d’altra parte, numerose anche le mancate risposte (20%). Fra i cittadini dai 25 ai 34 anni sono più numerosi della media coloro che si fidano soprattutto di personaggi pubblici esterni alla politica (30,8%), per contro questi soggetti affermano con minor frequenza di fidarsi delle figure propriamente politiche (7,7%); la fiducia nei personaggi non politici supera la media anche fra i giovanissimi di 18-24 anni. Tra quanti appartengono al centro-sinistra, con maggior frequenza della media, dichiarano di fidarsi soprattutto delle figure propriamente politiche (25,9%); il contrario avviene per chi si colloca a destra (12,8%). A sinistra, la fiducia nei personaggi pubblici non politici è superiore alla media (25,8%). La quota di chi non si fida né degli uni né degli altri è particolarmente consistente fra quanti sono di destra (50%) e di centro-destra (46,4%). Ma come si traduce nel comportamento elettorale la disposizione degli italiani nei confronti delle Istituzioni e della politica? La larga maggioranza, il 77,1%, dichiara di andare sempre a votare alle elezioni. Di contro, il 13,9% lo fa qualche volta, il 4% quasi mai, il 2,8% mai. Il valore relativo a chi vota sempre risulta in calo, seppure non in misura drastica, rispetto al 2006 (81,5%). La scelta di non votare non è segno di semplice disinteresse, ma anche di un’impossibilità di riconoscersi nelle figure politiche chiamate a rappresentare i diversi schieramenti. E questa tendenza, evidentemente, è in aumento nel nostro Paese. Si vota sempre alle elezioni soprattutto al Nord-Ovest (l’84%) e i più assidui al voto sono gli elettori di sinistra e centro-sinistra (rispettivamente 84,5% e 86%), seguono quelli di destra e centro-destra (78,2% e 77,7%). Rispetto al 2006, si registra un calo di votanti regolari soprattutto fra gli elettori di sinistra, segno che sono soprattutto loro a sperimentare una sfiducia tale da demotivare al voto. L’astensionismo è soprattutto una espressione di indifferenza nei confronti della politica per il 46% dei cittadini; per il 37% è una espressione di protesta, soltanto per una minoranza (9,7%) si tratta di un normale comportamento elettorale.