sociale

Aumentano i morti per overdose, allarme a Orvieto e in Umbria

martedì 27 novembre 2007
di giulia
Umbria 2006: 24 morti per droga Umbria: posto in Italia per numero assoluto di morti per droga Umbria: posto in Italia rapportando il numero dei decessi per droga al numero di abitanti Umbria 2007: 30 morti per droga dall’inizio dell’anno Territorio Orvietano 2007: 4 morti per overdose dall’inizio dell’anno Allarme rosso per la droga in Umbria: aumentano i tossicodipendenti, diminuisce l’età dei consumatori. In Umbria nel 2006 le morti per droga erano state 24 in totale, il 2007 non è ancora terminato e già sono 30 le vittime dello sballo, di cui 4 nel territorio orvietano. L’età media dei consumatori, sia maschi che femmine, si aggira intorno ai 30 anni. Il grande nemico è l’eroina, anche se aumentano spropositatamente il numero delle persone che abusano di cocaina e cannabinoidi. Il dato sconvolgente, che arriva dalle ultime ricerche, riguarda l’età dei consumatori che si abbassa notevolmente: in molti casi la prima “canna” o la prima “pippata” arriva a 14 anni. Ma come sono cambiati i ragazzi? Da alcune ricerche condotte sui piccoli consumatori e su studenti universitari emerge che conoscono le droghe di nuova generazione. Considerano l'hashish, la marijuana e l'ecstasy droghe leggere; la cocaina, il crack e l'eroina droghe pesanti. Sono in grado con una certa facilità di procurarsi sostanze stupefacenti, nella maggior parte dei casi nei luoghi di formazione come la scuola. Un fenomeno spesso da attribuire alla solitudine: il male del nostro tempo. Inquieti, allegri, lunatici, estroversi: adolescenti lasciati allo “sbaraglio” in una società che richiede di arrivare ad un certo “step” per essere “cool” e all’avanguardia, giovani lasciati soli da genitori troppo impegnati in carriere personali o a guadagnare il pane quotidiano: si ritrova qui la voglia dei giovani di evadere dallo stress quotidiano. Adolescenti sotto pressione da parte di un mondo che obbliga a stereotipi se ci vuole sentire inclusi. “La solitudine è come una lente d'ingrandimento: se sei solo e stai bene, stai benissimo; se sei solo e stai male, stai malissimo” (Giacomo Leopardi). È una constatazione semplice e vera. E l’immagine è efficace: solitudine che porta al non-dialogo, all’esibizionismo, alla trasgressione per evadere in altri mondi, su altri lidi.