sociale

Un primo maggio di riflessione sugli incidenti nei luoghi di lavoro. A ricordarli le sagome delle morti bianche

martedì 1 maggio 2007
E' statro un primo maggio insolito, di riflessione e non di festa, imperniato sui temi della prevenzione e della sicurezza nei luoghi di lavoro. Il problema, che ha fatto intervenire con dichiarazioni sull'argomento i sindacati confederati, le istituzioni e la chiesa umbra, si è riproposto anche negli ultimi tempi con tragici e ripetuti infortuni mortali: tre in sole tre settimane nella sola provincia di Terni, dove l'andamento degli incidenti sul lavoro è molto preoccupante, in controtendenza rispetto a quello regionale che è al contrario in diminuzione. Dunque, un Primo Maggio silenzioso, a testimoniare il grande sconforto che il sindacato e i lavoratori provano di fronte ad un fenomeno che, nonostante tutti gli sforzi messi in campo, continua a imperversare. "Abbiamo tutti la necessità di riconquistare nuove condizioni di lavoro e rinnovata consapevolezza del valore che si deve assegnare alle tutele individuali e collettive – afferma la segreteria generale Lucia Rossi – dal momento che ogni infortunio è una sconfitta del movimento sindacale. Ogni infortunio ha precise e individuate responsabilità che necessitano di risposte di mobilitazione e di azioni condivise per costruire una nuova cultura del lavoro in cui ridiventa centrale la persona e il suo diritto ad un lavoro sicuro". A Orvieto il tema è stato trattato, introdotto da una sirena di lavoro, da brevi e incisivi interventi della Segretaria della camera del Lavoro Maria Rita Paggio, da Michele Racanella, responsabile per la CGIL dei comparti FLAI (comparto agricolo), FILLEA (edile), FILCAMS (Servizi e commercio), e dal sindaco Stefano Mocio, che rappresentava il Comune di Orvieto, ufficialmente aderente alla manifestazione e in Piazza con il Gonfalone. A segnare il selciato di Piazza della Repubblica, con drammatici segni, le sagome delle morti bianche.