sociale

L'Italia ricorda oggi Luca Coscioni

martedì 20 febbraio 2007
di davidep
“Le parole mi nascono nel cuore e mi muoiono in bocca”. Così scriveva Luca. Eppure, malgrado la sofferenza, nel suo sguardo non c’era rassegnazione, ma energia e voglia di vivere. L’incombere della malattia pur straziando il corpo, non era avvertito come una prigionia senza speranza e la lucidità del suo pensiero esprimeva una dirompente forza comunicativa. Luca Coscioni è l’esempio concreto di come la voglia di vivere e il diritto ad una vita dignitosa siano imprescindibili dal progresso scientifico. E di come la ricerca scientifica sia prima di tutto conoscenza. Trasformare il suo dolore privato in un’esperienza utile a tutti, da mutare in impegno civile e politico è stata sicuramente una scelta coraggiosa, oltre che un modo per dare un senso ai suoi lunghi giorni trascorsi insieme alla sua malattia. La sua storia è stata condivisa dal mondo intero, che si è mosso intorno alla sua immobilità e che è stata rilanciata da molti altri casi come il suo e non ultimo quello di Piergiorgio Welby e Giovanni Nuvoli. Il suo ricordo non pesa quindi come un’ingombrante eredità e la sensazione fisica della sua forza si riappropria di nuovo spessore, oggi che la realtà sociale va mutando il contesto. Poter disporre del suo nome e della sua storia fa percepire la malattia come un terreno, dove anche i sani avvertono l’importanza della libertà di scelta. E con il suo esistere Luca ha forzato una grossa breccia nel muro del silenzio, in cui il controllo partitico, che anestetizza le coscienze anziché svegliarle, in parte soffoca ancora il servizio pubblico radiotelevisivo. Accanto a quella raccontata, c’è un’altra Italia che affronta vita e morte nell’ottica di una moralità laica e del progresso scientifico che vuole cambiare lo stato delle cose, proprio per difendere la vita. L’impegno da portare avanti riprendendo le battaglie da dove si era rimasti, ma anche affrontandole da inediti punti di vista, è un invito quotidiano a un confronto diretto e passionale, animato dalla tanta memoria di chi lo conosceva e sorretto dalla forza e il sostegno di chi ha conosciuto il suo travaglio. L’impegno politico non può sottrarsi dall’ascolto delle realtà dei malati per far crescere veramente la società. Non può sottrarsi dalla tutela dei diritti politici e civili, superando gli ostacoli tecnici e gli incartamenti burocratrici e, non ultimo, garantendo il monitoraggio su tempi e temi mediatici e quindi il pluralismo dell’informazione. I tavoli d’informazione e raccolta firme con cui in questi giorni si chiede al Parlamento l’avvio di un’indagine conoscitiva sul fenomeno dell’eutanasia illegale e clandestina e la calendarizzazione della discussione dei disegni di legge già presentati sull’eutanasia coinvolgono da vicino il comune sentire di una collettività non scevra dai temi dell’Agenda Coscioni per il legislatore e la petizione Welby. Le principali città italiane hanno organizzato la proiezione del dvd “Io, Luca Coscioni” di Marco Leopardi abbinandola ad incontri, convegni e seminari. Dalla Sala delle Conferenze Stampa del Senato al Maschio Angioino, dal Caffè Tommaseo di Trieste al Bar Martini di Salerno, da Padova a Torino, passando per Firenze. Personalità del mondo della scienza, della cultura, ma anche dello spettacolo presteranno la loro esperienza e si riconvocheranno i comitati locali del referendum sulla fecondazione assistita che si attivarono con grande entusiasmo in tutto il Paese.

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