sociale

Lavoro, sicurezza, sviluppo. Note per l’Assemblea Regionale sulla Sicurezza del 14/2/2007 a Narni

mercoledì 14 febbraio 2007
di Valentino Filippetti – Direzione Regionale DS Umbria
Il documento finale della seconda Conferenza nazionale sulla salute e sicurezza sul lavoro che si è tenuta a Napoli il 24 e 25 gennaio 2007 si apre con queste parole : “La salute e sicurezza nei luoghi di lavoro è un tema che certifica il grado di avanzamento civile, sociale, economico e morale di un Paese. La battaglia sulla sicurezza è quindi una battaglia di civiltà perché è inaccettabile che si muoia di lavoro” I punti qualificanti indicati dalla Conferenza per realizzare azioni capaci di vincere la battaglia contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali sono: - una grande campagna di diffusione della cultura della sicurezza sul lavoro, - la lotta al lavoro sommerso e irregolare e al lavoro precario - il riordino della legislazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro attraverso un “testo unico - la valorizzazione degli apporti delle parti sociali e della bilateralità - il coordinamento tra istituzioni, servizi ispettivi e di prevenzione - la previsione di misure premiali per le imprese virtuose - il potenziamento del ruolo e della tutela dei Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza Siamo voluti partire da qui quasi a voler tracciare una linea di non ritorno che ci permetta di allontanarci da tristi primati europei che ci disegnano come un paese da terzo mondo. La conferenza ha voluto rappresentare proprio questo una forte volontà politica di cambiare strada, interrompendo una strage che causa tanto dolore e sofferenza ed al tempo stesso procura danni economici e sociali. Si calcola che il costo che la collettività sopporta ogni anno per gli incidenti sul lavoro ammonta a 1.251 dollari pari al 4% del PIL mondiale. L’Italia detiene un triste primato : ¼ dei morti per infortuni nei 15 paesi Ue avvengono nel nostro paese. Come ha detto il sindaco di Campello Paolo PACIFICI : “Esprimere anche un solo commento su ogni nuovo episodio, che ciclicamente si ripresenta davanti ai nostri occhi ed alle nostre coscienze, è perlomeno angosciante”. L’impegno che abbiamo di fronte è grande. Si tratta di ricostruire una centralità del lavoro attraverso un rinnovamento della cultura politica della sinistra, un’ampia mobilitazione civile che permetta al sindacato di stabilire alleanze ampie ed un sostegno sociale forte. Il Governo di Centro Sinistra ha cercato subito di invertire la rotta delle politiche portate avanti dal governo di Centro Destra. Con il Decreto Bersani è stato varato un primo pacchetto di interventi diretti a contrastare il lavoro sommerso ed irregolare, a potenziare l’attività ispettiva ed a tutelare la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro che ha già prodotto una riduzione degli infortuni ed un aumento della occupazione non precaria. In particolare, si segnala: a)la possibilità di sospendere i cantieri edili in caso di impiego di personale in nero (nella percentuale del 20% dei lavoratori regolari); b)l’obbligo dei datori di lavoro di munire i lavoratori edili di una tessera di riconoscimento che essi sono tenuti ad esporre; c)l’obbligo della comunicazione di assunzione il giorno antecedente a quello della instaurazione del rapporto di lavoro per il settore edile; d)l’inasprimento delle sanzioni per la omessa iscrizione nei libri obbligatori dei lavoratori; e)la reintroduzione delle indennità di trasferta a favore del personale ispettivo abrogata con la Finanziaria del 2005. Grazie a queste prime misure del “pacchetto sicurezza”, nei mesi successivi all’emanazione del Decreto Bersani l’incremento degli occupati in edilizia, rispetto all’anno precedente, è stato di 45.000 unità, con un maggior introito per l’INPS di 19 milioni di euro. Il numero dei provvedimenti di sospensione dei cantieri nel 2006 è di ben 518. Con la finanziaria si è dato attuazione a quanto già anticipato nel DPEF. La legge Finanziaria per il 2007 prevede: a)l’immissione di ulteriori 300 unità di personale ispettivo risultato idoneo al precedente concorso pubblico (comma 544); b)l’incremento dell’organico del Comando Carabinieri del Servizio Ispettivo di 60 unità (comma 571); c)procedure di semplificazione per lo scambio di informazioni in materia di salute e sicurezza, finalizzato a coordinare specifici interventi di contrasto al lavoro sommerso e alla evasione contributiva (commi 1168, 1169 e 1170); d)l’estensione a tutti i settori produttivi del Documento Unico di Regolarità Contributiva (DURC) e delle agevolazioni previste (comma 1175); e)l’estensione dell’obbligo di comunicazione dell’instaurazione del rapporto di lavoro il giorno antecedente il suo inizio (comma 1180); f) la quintuplicazione di alcune sanzioni amministrative già previste per la violazione di norme in materia di lavoro, legislazione sociale, previdenza e tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro (comma 1177); g) l’introduzione di più gravose sanzioni in caso di omessa istituzione ed esibizione di libri obbligatori, in materia di comunicazioni di assunzione, cessazione, trasformazione e proroga dei rapporti di lavoro (1178); h)misure volte a promuovere l’emersione spontanea del lavoro nero (comma 1192); i) il finanziamento di attività promozionali ed eventi in materia di salute e sicurezza (comma 1186) sul lavoro e di un adeguato e tempestivo sostegno ai familiari delle vittime di gravi incidenti sul lavoro (comma 1187); l) previsione di indici di congruità del rapporto tra qualità di beni e servizi offerti e ore di lavoro necessarie (commi 1173 e1174). Ovviamente tutto cio’ non basta per interrompere la terribile scia di incidenti e di morti che nel 2006 sono stati addirittura piu’ del 2005. Ma le misure del governo indicano un indirizzo completamente nuovo che cerca di affrontare il problema soprattutto dal lato dei grandi cambiamenti epocali in atto sia nell’organizzazione che nella redistribuzione del lavoro. Nella messa a punto di una efficace politica di prevenzione non si può prescindere dalle modificazioni del lavoro indotte dalle continue trasformazioni delle realtà produttive, e dall'adattamento di metodi, tecnologie e processi alle esigenze del mercato e della concorrenza globale. Si tratta di una vera e propria metamorfosi dell'impresa che pone rilevanti interrogativi anche in ordine alle modalità con cui fare fronte alle esigenze di tutela e prevenzione del lavoro. Particolare attenzione va poi rivolta ai contesti territoriali e sociali in cui si concentrano ampie aree di illegalità e semilegalità, di lavoro irregolare, alimentato dall’immigrazione clandestina, e di precariato. Per queste ragioni, sicurezza sul lavoro, contrasto al lavoro irregolare e ripristino della legalità violata sono termini inscindibili, e rappresentano una sfida che pone tra le sue priorità la valorizzazione del lavoro, dei suoi diritti, della sua funzione sociale, della centralità che la Costituzione repubblicana gli riconosce. In questo senso è indispensabile l’avvento di una nuova cultura di tutela della salute e della sicurezza, ispirata dalla convinzione che un contesto lavorativo senza un’adeguata politica e organizzazione strategica del lavoro, tesa a valorizzare e tutelare il capitale umano, non è in grado di rendere il lavoro competitivo. La promozione della centralità della persona nel lavoro è prima di tutto una sfida che deve essere vinta sul piano sociale, quale espressione di un patto di civiltà, ma anche quale scelta strategica economica e produttiva. Per realizzare questi obbiettivi è essenziale varare nuovi modelli di premialità e promuovere in tutte le diverse forme la cultura di un lavoro non solo legalmente, economicamente e ambientalmente sostenibile, ma in grado di rappresentare per i lavoratori luogo di promozione della persona, passando attraverso lo sviluppo della formazione continua, dell’innovazione, della ricerca e dell’accesso alla tecnologia. Da qui l’esigenza di politiche che intreccino i vari aspetti del problema ed abbiano un respiro europeo. E’ certo che per competere nel terzo millennio con lo spirito della conferenza di Lisbona, la salvaguardia e la valorizzazione del capitale umano diventano decisivi e vanno perseguiti con coerenza. Alla Conferenza di Napoli il Governo si è presentato ponendo l'accento sulle componenti promozionali e premiali della normativa, orientando in tal senso, per quanto possibile, anche l'azione degli organi ispettivi, ed affiancando alla rigorosa opera di vigilanza e, ove necessario di repressione, una serie di interventi mirati ad accompagnare in un percorso di regolarizzazione le imprese, soprattutto di piccole dimensioni, che intendano ottemperare alle prescrizioni della legge. A questi criteri si ispira anche il riassetto dell'apparato sanzionatorio, per assicurare una migliore rispondenza tra infrazioni e sanzioni, con la previsione di sanzioni di tipo interdittivo per le violazioni di particolare gravità. E’ di naturale evidenza il ruolo strategico che un sistema di relazioni industriali di tipo collaborativo e cooperativo può svolgere per assicurare al meglio la promozione della cultura della sicurezza nelle aziende. Per questo motivo le proposte avanzate tendono a valorizzare il ruolo della bilateralità, nel presupposto che essa, soprattutto nella piccola e media impresa, possa operare anche in funzione di supporto ai datori di lavoro, per l'adempimento degli obblighi di sicurezza e per il miglioramento. Ma noi crediamo che sia necessario anche riprendere una forte iniziativa politica, sociale e culturale su queste tematiche. Proprio nel 2006 si sono ricordati i 30 anni del MESOP, di quella straordinaria esperienza che partì dalle Fabbriche Ternane per investire il territorio e soprattutto le strutture sanitarie. I protagonisti di quella piccola rivoluzione furono gli amministratori locali ( ricordiamo l’assessore Mauri alla Provincia di Terni) che cercarono di accorciare il divario tra il dire ed il fare, una nuova leva di medici meno legata al numero di mutuati o pazienti e piu’ attenta ai risvolti sociali e soprattutto una nuova leva di quadri sindacali che iniziarono a porre questioni piu’ ampie di quelle meramente salariali. La salute non si vende era lo slogan di quegli anni. Per questo riteniamo che l’azione riformatrice del Governo Prodi vada affiancata da una forte ripresa dell’iniziativa a partire dall’esperienza dei delegati della sicurezza, che va potenziata ed allargata. In Umbria la situazione è in linea con i dati nazionali . Continuiamo ad avere tristi primati in agricoltura ed in edilizia ma soprattutto continuiamo a prendere il problema solo dal versante istituzionale. Tra i tanti dati negativi vogliamo ricordare quelli riguardanti gli indicatori strutturali di rischio territoriale (inabilità temporanea, inabilità permanente,morte ) dove l’Umbria ha con il 48,79 il dato piu’ alto in Italia. Lo sciopero regionale del 16 febbraio indetto da CGIL-CISL-UIL è importantissimo perché denuncia la gravità del fenomeno nella nostra regione ed il sostanziale immobilismo degli enti preposti a contrastarlo ed al tempo stesso perché può suscitare la ripresa di un protagonismo politico e sociale. Certamente sono state fatte cose importanti come l’aggiornamento del Protocollo d’Intesa del 2001 tra Regione e INAIL integrandolo con alcune iniziative comuni: - Prosecuzione e miglioramento, in collaborazione anche con l’ISPELS, dell’analisi congiunta sull’andamento, le cause e le modalità di accadimento degli infortuni, ed in particolare di quelli mortali e gravi, con produzione e diffusione di report periodici condivisi che confluiranno nella citata banca dati. - Studio coordinato e congiunto dei rischi lavorativi, con particolare riferimento alla sorveglianza sanitaria degli ex esposti ad amianto ed alla prosecuzione della ricerca sulla presenza di cancerogeni in settori produttivi a rischio. - Particolare attenzione alla comunicazione/informazione/formazione rivolta soprattutto ai cittadini stranieri, tramite la diffusione di materiali informativi specifici e il supporto alla rete degli sportelli interculturali pubblici e privati. Per la prevenzione degli incidenti stradali, inoltre, è stato sottoscritto, con diversi soggetti istituzionali, tra cui INAIL e la Direzione Scolastica Regionale, uno specifico Protocollo d’Intesa finalizzato, in particolare, allo svolgimento di interventi specifici rivolti agli allievi delle scuole superiori. Ma certamente tutto ciò non basta. Per questo sosteniamo con convinzione le proposte dei Sindacati rivolti alle istituzioni ed alle forze imprenditoriali Alle istituzioni : 1. Rendere effettivamente operativa la scelta compiuta di affidare ad una unica autorità politica amministrativa le competenze Istituzionali oggi frammentate in più assessorati (Ambiente, Sanità, Sociale, Lavoro-Industria, Agicoltura) 2. Riaprire discussione sui sistemi “sanzionatori” affermando il principio del conflitto di interessi a valere sui successivi punti 3 e 4 (per esempio in edilizia attraverso il non rilascio del certificato di abitabilità e agibilità) 3. Riaprire discussione applicando e rivisitando norme e leggi Regionali nel settore edilizia (legge N° 1/2004 ; N° 40/1998 ) intrecciando sicurezza e legalità al fine di attuare, rafforzare integrare i punti di caduta resisi oggettivamente evidenti prevedendo,sanzioni esigibili ed efficaci , per le imprese (coordinatori alla sicurezza,Direttore lavori,Direttore cantiere,ecc) che non rispettano o non fanno rispettare le norme sulla sicurezza e sulla legalità. 4. Fare una Legge regionale per regolare il sistema degli appalti, dei subappalti e degli affidamenti sia nei settori pubblici che privati; per CGIL CISL UIL i punti fondamentali sono: 5. Riproporre un ruolo attivo del Comitato di Coordinamento Inter-Istituzionale,riprendendo ed esaminando il lavoro svolto dai gruppi di lavoro costituiti, per favorire una attività in sinergia fra tutti i soggetti Istituzionali, economici e sociali interessati, compresa la prefettura. 6. Immediata attivazione di un unico Osservatorio per la verifica delle attività di vigilanza e relativo impiego delle risorse destinate. L’attività dell’Osservatorio dovrà riguardare anche la divulgazione dei dati INAIL-ISPESL e utilizzare in tempo reale le informazioni dei servizi di pronto soccorso (attraverso i primi certificati di infortunio) e dell’INAIL (attraverso i certificati dei medici curanti e le denunce dei datori di lavoro). L’attività dell’Osservatorio così organizzata consentirà di orientare tempestivamente la vigilanza, ma anche di fornire a tutti i soggetti e al Comitato Inter-Istituzionale un quadro della situazione in tempo reale utile a definire e concordare opportune iniziative correttive e rendere più efficace l’attività di vigilanza e ispettiva. 7. Definire un sistema premiante per le aziende che abbiano realizzato azioni (SA8000,EMAS,RUOLO SOCIALE IMPRESA) o accordi con le RSU, RLS e OO.SS. per i problemi connessi alla organizzazione del lavoro e qualificazione del sistema tra le parti, con la finalità di prevenire ed evitare situazioni di rischio e definire un sistema sanzionatorio per le aziende che non rispettino gli accordi sottoscritti. 8. Definire standard minimi certificati e obbligatori di formazione dei lavoratori attraverso specifico accordo da recepire in una norma di legge regionale. Definizione di un sistema incentivante legato al finanziamento di percorsi formativi per i lavoratori e le aziende artigiane, escludendo da tali provvedimenti le aziende che non regolarizzano la propria posizione relativamente al versamento della quota prevista dall’accordo confederale del 1997 necessaria al finanziamento degli RLST. Supportare tutto il sistema degli Organismi Bilaterali nelle funzioni di informazione e formazione (anche congiunta) dei RLS – RLST e RSPP nonché attraverso specifici “ sportelli dedicati” nel territorio finalizzati a organizzare un sistema mirato di consulenza, informazione, assistenza e supporto alla attività degli stessi. Realizzare mappatura e banca dati RLS ed RLST. 9. Verifica del quadro produttivo e attività presenti sui territori al fine di determinare la dotazione organica dei servizi di prevenzione e vigilanza i relativi carichi di lavoro e la capacità di risposta rispetto ai bisogni del territorio. 10. Riorganizzare e qualificare prevenzione e sicurezza delle ASL mantenendo nel nuovo Piano Sanitario Regionale almeno il 6% delle risorse da destinare a tali servizi e in particolare su : 0a) Rafforzamento della attività di vigilanza integrata o congiunta ( D.P.L; INAIL; INPS; ecc) 1b) Potenziamento dei profili professionali tecnici, ed uso (coordinato,congiunto consortile..)delle professionalità di eccellenza fra ASL 1c) Formazione di competenze rispetto ai mutamenti ( M.d.L; piccola impresa; nuove tecnologie ecc) 2d) Supporto tecnico scientifico alle attività di formazione 3e) Assistenza e consulenza alle imprese e ai lavoratori 4f) Sperimentare forme di incentivazione economica del personale legate ad obiettivi e risultati concordate e controllabili da RSU; RSA; RLS( riduzione infortuni,aumento attività di vigilanza,ecc)mirata a scardinare illegalità e mancata sicurezza ; 11. Nella attuazione dell’art. 27 della DLGS 626/94 realizzare: 6a) Il coinvolgimento delle parti sociali nella definizione degli obiettivi e nella valutazione dei risultati conseguiti dalla attività degli Enti che facendo parte del Comitato esercitano azioni di ispezione, controllo e vigilanza. 7b) Attivare azioni e interventi integrati dei servizi di ispezione, controllo e vigilanza, con squadre multidisciplinari in modo da valorizzare le competenze dei singoli Enti. 12. Definizione di progetti formativi pluriennali e programmi annuali di formazione periodica e obbligatoria per tutti gli operatori dei servizi che operano nel sistema di prevenzione e vigilanza, qualificazione e riqualificazione dei servizi di prevenzione attraverso il riconoscimento di ore di attività da destinare a percorsi di aggiornamento permanente del personale dando piena attuazione alle norme contrattuali e di legge per la manutenzione e la qualificazione professionale (ECM); 13. Definizione di una procedura per l’accertamento degli infortuni in itinere che attraverso disposizioni per i soggetti adibiti al primo intervento aiuti nella trasparenza dei dati e per una migliore tutela del lavoratore che incorra nella tipologia dell’infortunio; 14. Riassumere in una normativa regionale i diversi provvedimenti emanati nel corso degli anni sul tema della salute e sicurezza in modo da dare organicità e maggiore efficacia, considerando anche le nuove competenze attribuite alle Regioni. 15. Rispetto alle figure contrattuali cosiddette “atipiche” nonché di tipologia flessibile realizzare: 1a) progetto sperimentale regionale finalizzato alla analisi del fenomeno infortunistico nel mondo dell’ ”atipico” coinvolgendo le ASL ; 2b) obbligo di formazione preventiva sulla percezione del rischio per tutte le figure atipiche e con rapporti di natura flessibile in ingresso (in lingua per lavoratori extracomunitari) definendo un numero minimo di ore di formazione attraverso programmi formativi territoriali. 16. Prevedere delle azioni mirate di formazione ed informazione rivolte nei confronti dei lavoratori immigrati e delle donne, quali categorie con percentuali infortunistiche maggiori. 17. Costituzione di un fondo regionale finanziato e sostenuto dalle Istituzioni, dalle parti sociali e fondazioni Bancarie per promuovere azioni e sostegni di solidarietà attiva alle famiglie delle vittime sul lavoro. Alle Associazioni delle imprenditoriali: 1. Definire avvisi Comuni su: a) obbligo di formazione continua e di accesso,per tutti i lavoratori in tema di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro prevedendo lo svolgimento in orario di lavoro regolarmente retribuito e stabilendo un numero minimo di ore di formazione valido per tutti i settori, fatto salvo quanto di migliorativo già pattuito e successive contrattazioni di settore o aziendali che possano prevedere specifiche modalità attuative con preciso riferimento alle tipologie produttive ed ai rischi connessi nel rispetto di quanto stabilito dal DM 16 gennaio 1997; b) costituire un libretto formativo individuale per tutti i lavoratori sulla sicurezza e prevenzione 2. Generalizzare e irrobustire il sistema dei RLST e la loro effettiva agibilità in tutti i settori delle piccole e piccolissime imprese attraverso specifici accordi con le associazioni delle imprese anche al fine di adeguarne le risorse a sostegno della loro effettiva attività e per sostenere un programma straordinario di intervento sul sistema della salute e sicurezza. Accordi Interconfederali esistenti possono essere presi come punto di riferimento. 3. Rafforzare e qualificare la formazione degli RLS oltre a quella prevista dalla legge favorendone un ruolo più attivo degli Enti Bilaterali e Paritetici nella promozione e gestione della stessa. 4. Intesa per sviluppare accordi a valere per tutto il sistema produttivo dell’ Umbria al fine di estendere la responsabilità dell’azienda committente al fornitore di opere, semi lavorati, servizi, ecc. garantendo che il livello di sicurezza sia omogeneo nell’intero ciclo produttivo anche se parzialmente esternalizzato. Anche nel privato affidamento ed esternalizzazione di attività dovranno avvenire dopo procedura di accreditamento del soggetto fornitore, da realizzarsi a seguito di un percorso formativo certificato che coinvolga i lavoratori e le figure aziendali (datori di lavoro e dirigenza aziendale) e sottoponendo eventuali finanziamenti pubblici al rispetto dell’intesa. 5. In questo contesto e con responsabilità dirette attraverso il coinvolgimento degli ordini degli ingegneri e dei geometri dobbiamo far sì che il Direttore dei lavori come la Direzione dei cantieri marchino una presenza che intrinsecamente è un deterrente 6. Recupero della indampienza contrattuale relativa al mancato versamento da parte delle imprese artigiane della quota prevista dall’accordo confederale del 1997 necessaria al finanziamento degli RLST 7. Intesa per definire l’impegno per l’obbligo di formazione preventiva (in lingua per lavoratori extracomunitari) sulla percezione del rischio per tutte le figure atipiche e con tipologie contrattuali di natura flessibile in ingresso definendo un numero minimo di ore di formazione attraverso programmi formativi territoriali ed integrata da una ulteriore formazione relativa a rischi specifici di settore da definirsi a livello di contrattazione territoriale o aziendale. Il 2007 sembra segnare una cambiamento di rotta. Prima la Conferenza Nazionale di Napoli ora lo sciopero regionale in Umbria possono rappresentare uno stimolo si per il metodo che per i contenuti. Noi Democratici di Sinistra intendiamo contribuire con l’iniziativa e la proposta.