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La Carta di Orvieto inserita dall'UE nella Carta Europea per la Sicurezza stradale. Chiesti da subito uno strumento di Governance e la legge sulle vittime della strada

lunedì 2 ottobre 2006
di laura
La Carta di Orvieto, nata per iniziativa dell'Associazione F.I.SIC.O (Fondazione Italiana Sicurezza Stradale Onlus) che è riuscita, con grande celerità e successo, a costituire un gruppo parlamentare bipartisan per la sicurezza stradale che si occuperà di promuovere opportuni disegni di legge sulla materia, è stata inserita dall'Unione Europea nella Carta Europea per la Sicurezza stradale. Lo ha annunciato Giuseppe Guccione, presidente di F.I.SIC.O e della “Fondazione Vittime della strada Luigi Guccione”, venerdì 29 settembre nel corso dell'incontro che, nella Sala Consiliare del Comune di Orvieto, ha visto la nascita ufficiale della Carta. Nella sala gremita - di autorità, parlamentari convenuti e pubblico interessato - la Carta e i suoi scopi sono stati presentati e discussi da Giuseppe Guccione e Daniele Di Loreto, consigliere di F.I.SIC.O, alla presenza del sindaco di Orvieto Stefano Mocio, dell'assessore regionale ai Trasporti e alla Viabilità Giuseppe Mascio, degli assessori provinciale e comunale alla protezione civile Loriana Stella e Giuseppe Germani e, come principale interlocutore, del vice ministro con delega alla Sicurezza Stradale Cesare De Piccoli. Importante che la Carta di Orvieto sia stata inserita nella Carta Europea per la Sicurezza stradale, dato che siamo l'unico paese dell'UE a non avere una legge specifica in questo campo d'azione. La Carta di Orvieto supplisce al momento questa carenza con un'azione positiva che risulta unica in Europa, sia in termini quantitativi – 60 parlamentari aderenti – che qualitativi dato che, con le azioni che i parlamentari promuoveranno, si prefigge di dimezzare i morti della strada in quattro anni. La Città di Orvieto, scelta sia perché è qui che è nata e maturata l'idea, sia perché si trova sull'importante direttrice dell'A1, potrebbe candidarsi a diventare sede permanente per l'Agenzia per la sicurezza stradale e dell'annesso Centro di ricerca. Il fenomeno della mortalità e dell'invalidità da incidente stradale è stato descritto con allarmante precisione dalla relazione di Daniele Di Loreto che, oltre a ripetere i numeri delle vittime e degli invalidi – 9 mila vittime ogni anno, 300 mila feriti, 25 mila invalidi gravi – li ha messi in relazione con alcuni esempi di incidenza temporale che fanno capire meglio il dato estremamente allarmante della situazione. Le vittime della strada sono infatti 166 ogni settimana, il numero di capienza di un aereo. Se cadesse un aereo ogni settimana si avrebbero reazioni durissime e verrebbero chieste responsabilità e provvedimenti immediati. Perché la strada non fa notizia?, si è chiesto Di Loreto. Perché il fenomeno è recepito come un fatto individuale. Eppure si tratta di un fatto collettivo, sono –come ha giustamente fatto notare il presidente della Camera Bertinotti nel ricevere i parlamentari di G.I.O.S.STRA – morti di sistema, del tutto simili ai morti sul lavoro, che come loro scontano carenze di ordine strutturale. Respoonsabili primarie di questa ecatombe, che fa più vittime di una guerra e costa più di una finanziaria, sono infatti in primo luogo lo stato delle strade, la qualità del veicolo, i comportamenti di guida. In questi campi bosognerà immediatamente intervenire, facendo una legge in tempi rapidi, ovviamente reperendo adeguate risorse. Questo è quanto è stato chiesto con molta veemenza e passione da Giuseppe Guccione, fortemente impegnato in questo campo a partire dalla sua esperienza personale - la morte per incidente del fratello Luigi, cui la Fondazione Guccione è intitolata – che ha fatto gli esempi virtuosi di Paesi Bassi, Francia e Germania, dove per le azioni legislative, strutturali ed educative intraprese si sono avuti in tempi brevi risultati molto significativi. Al vice ministro De Piccoli, chiamato in causa in prima persona, Guccione ha espressamente chiesto di convocare sull'argomento, come ha fatto in Francia Chirac, gli “Stati Generali”, perché studino da subito uno strumento di Governance del fenomeno. Una grande campagna di sicurezza e di controllo sulle strade, non punitiva; pene giuste e severe che si applichino piuttosto che pene spropositate che non si applicano; sanzioni severe che vengano effettivamente reinvestite in sicurezza; modifica del codice della strada; educazione stradale e informazione; sistemi di sicurezza che, per l'industria automobilistica, siano un obbligo e non un optional: questo quanto ha chiesto Giuseppe Guccione con estrema chiarezza. E, non ultima ma essenziale cosa, la concretizzazione in tempi brevissimi – i deputati e i senatori umbri di PRC hanno parlato dell'anno in corso – della legge sulle vittime della strada, finora costrette ad affrontare a proprie spese e in modo del tutto individuale la loro invalidità e la loro riabilitazione.