sociale

Ancora in ballo la questione Università. Nessun incontro tra i rettori di Roma e Perugia, ma si lavora per una soluzione

mercoledì 20 settembre 2006
di laura
Non è avvenuto l'incontro tra il rettore dell'Università di Perugia, Bistoni, e il rettore dell'Ateneo romano "La Sapienza", Guarini, che alcuni organi di stampa annunciavano per questa mattina. Secondo autorevoli informazioni raccolte dal Centro Studi Città di Orvieto stesso non era in programma. Si sta tuttavia lavorando alacremente per una distensione di rapporti nella querelle che vede da una parte l'Università di Perugia, che rivendica un suo ruolo di interlocutore unico, e dall'altro il Centro Studi Città di Orvieto, che ha invece stretto un accordo, in merito all'attivazione di un Corso di laurea in collaborazione con la facoltà di Architettura "Ludovico Quaroni", con l'Università di Roma "La Sapienza". Nella giornata di oggi, per cercare di dirimere l'intricata questione si sono recati a Roma sia il presidente del CSCO, Stefano Cimicchi, che il direttore Stefano Talamoni; a loro si è aggiunto il vicesindaco del Comune di Orvieto Carlo Carpinelli. L'incontro che è stato dato erroneamente per oggi dovrà tuttavia avvenire, dato che è un confronto fondamentale per arrivare a un'eventuale soluzione o, comunque, a chiudere in qualche modo la vicenda che si trascina da oltre un mese. Anzi, ne dovranno avvenire due, giacché si dà per inevitabile anche un incontro tra i Presidi delle due contrapposte facoltà: Corrado Corradini per Ingegneria Informatica e delle Telecomuinicazioni di Perugia, e Lucio Valerio Barbèra per la "Ludovico Quaroni" di Roma. L'unica soluzione possibile potrebbe essere, forse, un consorzio interuniversitario. Senza questa mediazione, per l'Università ad Orvieto, che ormai è proiettata verso l'entrata nel consorzio universitario Terni-Narni, ci si troverebbe a dover scegliere o alla rinuncia alla Facoltà di Architettura, o a quella alla Facoltà di Ingegneria e all'isolamento fuori dal consorzio e in uno stato di "guerra" al resto dell'Umbria. Ma la guerra al resto dell'Umbria, piaccia o non piaccia, per ovvie ragioni politiche e di programmazione generale, Orvieto non la potrà certo fare.