sociale

Anche ad Orvieto sciopero delle farmacie contro il decreto Bersani

mercoledì 26 luglio 2006
di davidep
“Contro un governo che vuole trasformare il farmaco in prodotto di largo consumo, il farmacista in un semplice commesso e la farmacia in un punto vendita alle dipendenze di una multinazionale” è lo slogan esposto oggi in tutt’Italia sulle vetrine di molte farmacie, che chiedono al governo e al parlamento di “non distruggere un sistema che funziona e che tutela la salute”. Ad Orvieto sono rimaste chiuse le tre farmacie di Corso Cavour per protestare contro il decreto Bersani, ma sulla rupe hanno, comunque indossato il camice bianco, per assicurare il necessario servizio, i farmacisti della Farmacia Comunale, in via Cipriano Manente. A proclamare la seconda serrata è stata l’associazione di categoria, Federfarma, che riunisce circa 16 mila farmacie sul territorio nazionale, una settantina su quello umbro, e critica le liberalizzazioni proposte dal governo, esecutivo accusato di scarsa disponibilità al dialogo. Tra i molti aspetti del decreto che hanno dato il via alla manifestazione, quello più osteggiato è senza dubbio la possibilità di vendere farmaci da banco o da automedicazione, che costituiscono il 10% delle vendite, nei negozi e nei supermercati. Ma risultano indigeste ai farmacisti anche le possibilità di effettuare sconti superiori al tetto massimo del 20% oggi consentito, di possedere più di una farmacia e di esercitare l’attività anche oltre i confini indicati dalla pianta organica della provincia, lasciando inoltre libertà di svolgere, allo stesso tempo, attività al dettaglio o all’ingrosso.