sociale

Protesta politica contro la riorganizzazione di Poste Italiane: a rimetterci sono i piccoli borghi. A rischio soprattutto Acqualoreto

giovedì 20 luglio 2006
Tempi duri per i centri minori, spesso costretti a scontare, con indubbi disagi, la riorganizzazione di servizi di pubblica utilità che, ormai in mano al privato, sono trattati dal gestore con logiche del tutto aziendali. E' il caso dei piccoli Uffici postali, gli ultimi colpiti dalla necessità di razionalizzazione del personale e di riorganizzazione dei servizi sono quelli di Melezzole e Acqualoreto. A stigmatizzare Poste Italiane era stato, circa un mese fa, il sindaco di Baschi Isauro Grasselli, invocando un alt per questa logica definita di profitto e invitando a darsi un'etica. E del problema si erano successivamente fatti carico alcuni consiglieri del Gruppo consiliare DS alla Provincia, sottoscrivendo due interrogazioni presentate dal consigliere Giorgio Posti. Non sono state confortanti le notizie portate agli interroganti dall'assessore provinciale Pelini che, dopo un incontro avuto con il direttore provinciale delle Poste, ha confermato la riduzione dell'orario di servizio per Melezzole, aperto due giorni alla settimana - ufficio che tuttavia le poste non intendono chiudere - e la più che probabile chiusura dell'ufficio di Acqualoreto. La decisione, secondo quanto riferito dall'assessore Pelini, è stata motivata dal fatto che vi si svolgevano operazioni minimali, 1 o 2 al giorno, per cui si è ritenuto più produttivo spostare un addetto all'ufficio di Morre che è aperto tutta la settimana e dista solo qualche chilometro da Acqualoreto. Mentre il consigliere Posti ha chiesto alla giunta di palazzo Bazzani di promuovere al più presto un incontro con il direttore provinciale delle Poste e con i sindaci interessati, è intervenuto ieri sulla questione anche l'on. Capotosti, deputato umbro dell'UDC, presentando un'interrogazione parlamentare al Ministro delle Comunicazioni Gentiloni. In essa Capotosti sottolinea il disagio che si va a procurerare alle comunità locali costituite soprattutto da anziani, non tutti in grado di raggiungere altre sedi per il disbrigo delle quotidiane necessità. Capotosti chiede inoltre al Ministro in che modo Poste Italiane intenda alleviare gli inevitabili disagi e come le strutture ministeriali agiscono a livello locale per monitorare l'attività gestionale di Poste Italiane e salvaguardare gli interessi legittimi dei cittadini coinvolti. Nell'interrogazione chiede anche se si intenda dar seguito alla concreta iniziativa del Comune di Baschi, che ha dato disponibilità a provvedere al pagamento del canone d'affitto dell'Ufficio Postale di Acqualoreto e fa presente che anche una limitata apertura di due giorni a settimana per quattro ore allevierebbe comunque i disagi. Sulla questione si era espresso con forza anche l'onorevole Ali Khalil Rashid Rifondazione), affermando come La politica di supposto efficientismo di Poste italiane rischia, così come la carenza di altri servizi essenziali, di favorire l'esodo, anziché il ripopolamento delle piccole realtà e dei tanti borghi della regione Umbria.