Mentre in Consiglio Provinciale si discute pacatamente, su un tema tuttavia sempre più rovente nonostante il civile confronto, a Orvieto il SII, l'ente gestore dell'ATO, ha provveduto proprio ieri a sigillare i contatori, con tanto di un bel "Chiuso per morosità", ai cosiddetti disobbedienti del Collettivo Il Manifesto che, per protesta civile, hanno sospeso da tempo i pagamenti delle bollette del servizio idrico. A nulla sono valse le intercessioni del Sindaco Mocio e dello stesso presidente dell'ATO Marino Capoccia, che si era pronunciato per una riduzione piuttosto che per un'interruzione.
I distacchi sono stati cinque, ma uno improprio, effettuato per errore ai danni di un negozio di Via del Duomo al quale l'acqua è stata riallacciata un'ora dopo.
La questione non si è così conclusa, e al capo storico del Collettivo del Manifesto, Giulio Montanucci, il mancato distacco toccherà domani mattina.
Si apre, con questo atto, un'intricata questione, in cui probabilmente si troverà a dover dire la sua la magistratura. “Sottrarre l'acqua a un minore, a un ammalato o a un portatore di handicap è un reato - si afferma dal Collettivo del Manifesto -del quale la magistratura non potrà non interessarsi. Se le tubazioni verranno chiuse in abitazioni dove hanno residenza portatori di handicap, ammalati o minori sarà indicata la piena responsabilità sia dei mandanti dell'ordine di chiusura che degli operatori che direttamente metteranno i sigilli. L'acqua è di tutti. Chi opera per la sua distribuzione può avvalersi delle vie legali per farsi corrispondere quanto ritiene gli sia dovuto. Ma non può chiudere i rubinetti; farlo è un comportamento grave da annoverare fuori del vivere civile."