sociale

Marco Cappato, segretario dell'Associazione Luca Coscioni

lunedì 20 febbraio 2006
Per come ha vissuto, per i periodi neri dai quali a volte abbiamo temuto non riuscisse a riprendersi, per il leader che è stato sempre di più, lo voglio ricordare innanzitutto per come è stato cacciato, espulso, dai vertici della politica ufficiale nel nostro Paese. Cacciato dalle elezioni politiche del 2001, dalla nomina governativa del Comitato nazionale di Bioetica, dalle regionali dell'anno scorso, e per come invece lo hanno onorato del loro sostengo 100 Premi Nobel di tutto il mondo, decine di migliaia di persone che in questi anni lo hanno sostenuto con parole, denaro, opere, idee, speranze. Proprio ieri Luca era appena intervenuto, clandestinizzato e censurato una volta di più, al congresso mondiale per la libertà di ricerca scientifica, coronamento di una battaglia cresciuta grazie alla sua forza e alla sua intelligenza, ed aveva seguito tutti i lavori, con quella passione che gli consentiva ogni giorno di non soccombere a quella malattia terribile che gli aveva quasi completamente paralizzato il corpo.

Questa notizia è correlata a:

Luca Coscioni: così alcuni lo ricordano