sociale

Emma Bonino, Segreteria della Rosa nel Pugno

lunedì 20 febbraio 2006
Luca Coscioni è la persona che più di tutti in questi anni ha incarnato l’idea “per la vita del diritto e per il diritto alla vita”, una frase che noi radicali abbiamo spesso usato nel passato ma che dovremmo continuare ad usare sempre con maggior vigore. Se non vive il diritto, se non vivono le regole, se non vive la legalità, non vive neanche la possibilità di condurre battaglie di speranza, battaglie di vita. E, come diceva Luca, per dare speranza “le nostre dure esistenze non hanno bisogno di anatemi ma del silenzio della libertà”. Nonostante la sua fragilità, le condizioni impossibili della sua militanza politica, Luca è diventato, sempre di più, con la sua forza, la sua determinazione, l’uomo radicale, che agisce per profonda convinzione e non per mera convenienza. José Saramago, Premio Nobel portoghese per la letteratura, sostenendo la candidatura di Luca Coscioni alle elezioni del 2001, scrisse “…purché la luce della ragione e del rispetto umano possa illuminare i tetri spiriti di coloro che si credono ancora, e per sempre, padroni del nostro destino. Attendevamo da molto tempo che si facesse giorno, eravamo sfiancati dall’attesa, ma ad un tratto il coraggio di un uomo reso muto da una malattia terribile ci ha restituito un nuova forza. Grazie, per questo”.

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