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Grande successo per il 73esimo congresso di Assoenologi

giovedì 12 luglio 2018
Grande successo per il 73esimo congresso di Assoenologi

"Superlativo" è l’aggettivo adatto per definire il 73° Congresso Nazionale di Assoenolgi, svoltosi a Trieste da giovedì 5 a sabato 7 luglio. L’evento triestino ha portato ancora più in alto la valenza dei congressi annuali della categoria, quali momenti di aggiornamento, di confronto e di crescita professionale e culturale.

Due intensissime giornate di lavori hanno visto la partecipazione di oltre 700 persone provenienti da tutt’Italia. Focus principali: mercati del mondo, tecnologia, cultura e tendenze sociali. Tutto ciò inserito nella splendida Trieste, la città di Svevo, di Saba, di Joyce, che si è mostrata in tutta la sua imponente bellezza.

Al centro dei lavori della prima giornata, quella di giovedì 5 luglio, i mercati più importanti del mondo: Stati Uniti, Germania, Regno Unito, Svizzera e Cina, protagonisti anche delle degustazioni di alcuni dei loro vini più trend. Il mercato Usa è stato illustrato da Leonardo LoCascio, Fondatore di Winebow nel New Jersey, il più grande gruppo statunitense di importazione e distribuzione dei fine wine. La Germania è stata invece raccontata da Konstantin Pechtl, responsabile acquisti di vini italiani della Mack & Schühle, una delle più importanti e storiche aziende di importazione vino in Germania.

Il Regno Unito è stato descritto da David Gleave, fondatore e amministratore delegato di Liberty Wines, azienda leader che importa e distribuisce nel Regno Unito vini di alta qualità. Mentre il mercato Svizzero è stato illustrato da Luigi Zanini, presidente di Zanini Vinattieri, che iniziò negli anni ’50 l’attività di selezione e importazione di prestigiosi vini italiani, una gamma che divenne in seguito “L’Aristocrazia dei Vini Italiani in Svizzera”.

A fare luce sulla Cina è arrivata invece Sophie Liu, giornalista e wine educator di vino, autrice di testi sui vini italiani. Stefano Leone, direttore vendite del Gruppo Antinori ha poi descritto nel dettaglio le caratteristiche del mercato italiano e infine Valerio Civa, grande esperto della gdo e di grandi marchi, (fondatore di Effe.ci Parma e Tenimenti Civa) ha parlato nello specifico della Grande distribuzione nel nostro Paese.

Sabato 7 luglio, sul palco del Teatro Verdi di Trieste si sono alternati al podio personaggi di primo piano, che hanno contribuito, con la loro forte capacità comunicativa e grande carisma, a stimolare e a far comprendere le tendenze in atto nella nostra società, l’esigenza dell’approccio sostenibile nell’agricoltura e nel mondo del vino e l’importanza della cultura quale condizione imprescindibile per la crescita. La relazione tecnica, tenuta da Viviana Corich, docente di microbiologia all’università di Padova, che ha preceduto gli interventi “culturali”, si è inserita perfettamente nel quadro dei temi sociali poi affrontati.

La Corich ha infatti spiegato come i lieviti e i batteri presenti nell’ambiente enologico possono dare un contributo alla riduzione dell'etanolo e, lavorando come agenti di biocontrollo, ad una coltivazione sostenibile della vite, nonché ad un miglioramento della qualità del vino. Angelo Gaja, faro e punto di riferimento dell’Italia del vino di qualità, ha sottolineato ancora una volto il ruolo dei piccoli produttori, degli artigiani del vino, tra riflessioni sul marketing e cambiamento climatico.

Paolo Marchi, giornalista ideatore di Identità Golose, ha parlato dell’iniziativa “2018, anno della cultura e del cibo italiano”, rispondendo alla domanda che tanti si fanno: occasione mancata o un passo verso il futuro? Dario Stefàno, promotore di diverse proposte normative significative tra cui il disegno di legge per introdurre "storia e cultura del vino" come disciplina nelle scuole primarie, ha descritto la disciplina dell'attività di Enoturismo, divenuta legge, grazie alla sua proposta, con la manovra 2018.

Food & Wine infatti sono la seconda attrattiva turistica dell’Italia dopo l’arte e il primo motivo di apprezzamento dei turisti esteri di ritorno dall’Italia. Il fondatore di Slow Food, Carlo Petrini, ha chiuso la sessione congressuale con una orazione di grande impatto emozionale. Ne è emerso chiaramente come cultura e aspetti commerciali, debbano essere necessariamente le due colonne su cui deve poggiare il futuro del vino italiano.

Non sono mancate poi, dopo le degustazioni dei vini dei cinque mercati analizzati nella prima giornata, quelle dei vini del Friuli Venezia Giulia, con un focus particolare alle etichette dei due patriarchi della viticoltura della Regione, Livio Felluga (con il Terre Alte) e Angelo Jermann (con il Vintage Tunina), presentate da Luciano Ferraro del “Corriere della Sera” e dal presidente Assoenologi Riccardo Cotarella.

Il 73° Congresso si è concluso con una serata di gala nella cornice del Teatro Lirico Giuseppe Verdi, con il talk show guidato dal giornalista e produttore (in Puglia) Bruno Vespa, che, con il direttore generale di Veronafiere Giovanni Mantovani, Riccardo Illy, imprenditore triestino del caffè e del vino, il presidente di Federvini Sandro Boscaini e il presidente di Unione nazionale vini Oreste Abbona, ha parlato di comunicazione e impresa nelle politiche agricole. A seguire il gran finale in un luogo dall’alto valore simbolico, con la cena all’aperto nella magnifica Piazza dell’Unità d’Italia di Trieste, resa per l’occasione ancora più spettacolare grazie a luci ed effetti di grande impatto.