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La Compagnia della Rupe torna al Mancinelli di Orvieto con il nuovo spettacolo "Il Gobbo di Notre Dame". Sabato 21 marzo

mercoledì 18 marzo 2009
La Compagnia della Rupe torna al Mancinelli di Orvieto con il nuovo spettacolo "Il Gobbo di Notre Dame". Sabato 21 marzo

Dopo il successo dello scorso anno con il travolgente spettacolo Destino di un amore, la Compagnia della Rupe torna, grazie al patrocinio del Comune di Orvieto e della Cassa di Risparmio di Orvieto Spa, sabato 21 marzo 2009 alle ore 21:00 al Teatro Mancinelli di Orvieto con una nuova opera completamente musicale, suddivisa in due atti dal titolo "Il gobbo di Notre-Dame", liberamente ispirata al famoso e omonimo romanzo di Victor Hugo, interamente cantata dal vivo.

Nata nel 2003 dall'idea di un gruppo di giovani di Grotte di Castro (VT), con l'intento di promuovere spettacoli di teatro musicale nel territorio della provincia di Viterbo e di sopperire alla mancanza di attenzione verso una forma d'arte di sicuro interesse culturale quale può essere il musical, la Compagnia della Rupe, sembra essere ormai cresciuta e non di poco. Non solo il numero dei suoi componenti, tra attori, ballerini, costumiste, truccatrici e tecnici, si aggira intorno alle 50 persone ma, grazie all'inesauribile passione e all'instancabile impegno che quotidianamente viene messo nella preparazione dello spettacolo, è riuscita a imporsi in questi ultimi anni sulla scena artistica territoriale offrendo un nuovo impulso al teatro musicale e trasmettendo, a un pubblico sempre più vasto, l'amore per il canto, il ballo e la recitazione.

Dopo aver messo in scena lavori di grande successo quali West side story (2003), The show must go on al Moulin Rouge (2005) e Destino di un amore (2008), la Compagnia ha deciso di dar vita a un nuovo spettacolo dal titolo Il gobbo di Notre-Dame, per condurre ancora una volta il pubblico in un vortice di sentimenti contrastanti e opposti, rappresentati dai massimi estremi dell'amore non corrisposto e del tragico dolore che, inevitabilmente, ne consegue.

Sullo sfondo di una Parigi medievale, gotica e tumultuosa, sotto lo sguardo vigile della cattedrale di Notre-Dame, idealmente raffigurata dagli abbaglianti colori, così come dalle cupe ombre del suo enorme rosone, prende il via l'amara storia di Quasimodo, il campanaro gobbo, e del suo infelice e impossibile amore per Esmeralda, la bella zingara contesa allo stesso tempo dal malvagio arcidiacono Frollo, dal poeta Gringoire e dal nobile capitano delle guardie Febo. Nell'originale adattamento teatrale del regista Carlo Costa, - autore anche delle scenografie -, i dubbi sulla felicità, gli interrogativi dolorosi sul destino, le ossessioni e i ricordi di un passato di solitudine e vergogna che sembrano assillare Quasimodo, si intrecciano ai desideri e alle azioni degli altri personaggi, originando un quadro musicale e visivo unico e di incessante interesse.

Costretto dalla sua deformità a guardare il mondo dall'alto della torre campanaria, infatti, Quasimodo un giorno si innamora perdutamente della zingara Esmeralda che vede ballare e cantare sulla piazza, davanti alla cattedrale. Ma Esmeralda nello stesso momento rimane abbagliata da Febo, il bel capitano delle guardie del Re che, nonostante sia fidanzato con Fiordaliso, non riesce a resistere alla bellezza esotica e sensuale della gitana. Anche Frollo, da sempre dedito alla religione, rimane sconvolto dal fascino della zingara, che con la sua danza risveglia in lui il sentimento di gelosia e quel desiderio carnale represso per anni. Per questo cerca di imprigionarla con l'inganno, scatenando tra le oscure e anguste vie della città, una spietata lotta contro gli zingari guidati da Clopin.

Cantata dalle voci indimenticabili dei molti attori presenti in scena, rappresentata dalle originali scenografie che, quasi in una sorta di magia conducono lo spettatore all'interno delle anguste mura parigine per poi trasportarlo, attraverso un gioco di chiaroscuri, sotto le guglie della Cattedrale di Notre-Dame, impreziosita dai costumi dei ballerini e dalle coreografie di Francesco Leonardi che fanno quasi da eco all'avvicendarsi degli eventi, la sorte avversa di Quasimodo, e del suo amore impossibile e tragico per Esmeralda saprà coinvolgere con tutta la sua forza rappresentativa il pubblico, riuscendo a dar vita all'eterno confronto tra il bene e il male, il bello e l'orrido, l'odio e l'amore, fino alle estreme conseguenze. Fino a quell'abbraccio che, racchiudendo in sé tutta l'energia simbolica di ogni forma d'amore, una volta rotto si dissolverà in polvere.

Per le prenotazioni www.compagniadellarupe.it