politica

Lettera aperta dei lavoratori dell'Associazione TeMa

lunedì 18 novembre 2019
Lettera aperta dei lavoratori dell'Associazione TeMa

"In questi giorni, dopo che la Giunta Comunale di Orvieto ha deliberato l'avvio della procedura di revoca del contratto di concessione del Teatro Mancinelli affidato all'Associazione TeMa, molti attori della politica cittadina si sono affannati a rilasciare dichiarazioni sulla difficile situazione dell'Associazione che dal 1994 gestisce il Teatro Mancinelli.

Dagli interventi inviati alla stampa e propagandati per mezzo social emerge la volontà di salvare la TeMa da quello che oramai sembra essere il destino improcrastinabile del fallimento, visto l'ammontare del debito pregresso, 1,4 milioni di euro, e l'oramai ridotto volume di affari che si attesta, Bilancio 2018, a meno di 500 mila euro. In questa situazione, che a noi appare surreale e paradossale, ci sorge una domanda: Dove stavano questi attori della politica quando nel giugno del 2017 manifestammo come lavoratori con lo striscione che apriva il corteo 'La cultura non si mette al bando'?

In quella fase storica provammo a denunciare le scelte amministrative dell'allora Giunta Germani, che aveva come unico obiettivo l'uscita anticipata del Comune dal predissesto, attuando tagli draconiani ai fondi destinati alla gestione del Teatro Mancinelli e quindi della cultura tutta.

Quando con forza proponemmo la costituzione dell’Azienda speciale, con l’obiettivo di attuare politiche integrate di cultura e turismo modificando il modello di governance che oramai era superato nei fatti, vista la decisione di dare avvio al bando di evidenza pubblica, perché tutti quelli che oggi si affannano a trovare soluzioni si nascondevano dietro il feticcio del taglio alla spesa pubblica?

L’Azienda speciale è la migliore risposta, vista anche la riforma Madia, di cui un Ente pubblico può dotarsi, garantendo alta qualità nei servizi con l’investimento minimo di risorse pubbliche. Chi paventa cifre astronomiche per la gestione dell’Azienda speciale è invitato a guardare le realtà vicine al nostro territorio, tipo il Comune di Narni.

Nel leggere gli interventi di questi giorni, ciò che ci fa indignare di più è notare che nessuno ha evidenziato il fatto che noi dipendenti dobbiamo ancora percepire il saldo dello stipendio di agosto e quelli interi di settembre ed ottobre, come fosse cosa di poca importanza. Nonostante sapessimo benissimo di non ricevere nessuno stipendio, passato e futuro, abbiamo garantito ugualmente lo svolgimento del concerto di Nek di mercoledì 6 novembre, come prova dell’amore che abbiamo per la nostra professione. La stessa passione e amore che provavano gli oramai ex colleghi che, conoscendo bene la situazione della TeMa, hanno deciso a malincuore di trovare alternative professionali che possano garantire un futuro più tranquillo a loro e alle proprie famiglie.

Tempo fa qualcuno diceva che con la cultura non si mangia, in realtà ad Orvieto ci sono ancora 5 famiglie che aspettano di ricevere il salario dovuto e necessario per vivere! Vale la pena ricordare, a chi mette in dubbio le causali del recesso del contratto, che il Testo Unico sugli appalti prevede la recessione dei contratti qualora non vengano pagati gli stipendi ai lavoratori dell’azienda appaltatrice del servizio.

Anzi, aggiungiamo che l'Amministrazione Comunale potrebbe pagare gli stipendi come previsto dal Dlgs n 50/2016 articolo 30 comma 6 che obbliga il committente a sostituirsi al giudicante, ma non lo può fare. E sapete il motivo? Perché la passata Amministrazione Comunale ha già versato tutto l'ammontare della somma dovuta per l’anno 2019, 175 mila euro, senza accertarsi se esistessero le condizioni necessarie per l’avvio della Stagione Teatrale e senza porsi minimamente il problema dei lavoratori, evidentemente per loro invisibili.

C’è ancora qualcuno che pensa che la TeMa si possa salvare dal fallimento? Bene, sono liberi di farlo e di trovare i fondi necessari, magari troveranno la generosità di qualche mecenate che sia disposto a mettere più di 1 milione di euro in un pozzo senza fondo. Noi ne saremmo felici, ma come lavoratori non possiamo più permettere che si giochi sulla nostra pelle; vogliamo che si trovi una soluzione adeguata alla sfida della Città e che garantisca appieno i nostri diritti.

Intanto stiamo avviando la procedura di dimissioni per giusta causa con l’obiettivo, per noi vitale, di non perdere almeno una parte del reddito che dia la dignità di vivere a noi e alle nostre famiglie".

I lavoratori dell’Associazione TeMa