Decreto Sicurezza, Anci incontra i parlamentari eletti in Umbria
L’Ufficio di Presidenza di Anci Umbria e i sindaci dei Comuni impegnati nell’accoglienza dei migranti hanno incontrato lunedì 19 novembre, presso la sede di Piazza Italia i parlamentari umbri: Walter Verini, Raffaele Nevi, Luca Briziarelli, Leonardo Grimani, Virginio Caparvi. L’incontro è stato organizzato da Anci Umbria, precisa il presidente De Rebotti, non per portare avanti alcune posizioni politiche rispetto ad altre, ma per analizzare gli effetti possibili sui territori che il Decreto Sicurezza del 4 Ottobre 2018, nella parte relativa all’immigrazione, avrà sui Comuni, e quindi sulle comunità.
In particolare, il Decreto infatti prevede un ridimensionamento del sistema di accoglienza dei Comuni (SPRAR), limitando l’accesso al percorso soltanto a coloro che hanno ricevuto lo status di rifugiato e il permesso di soggiorno per protezione sussidiaria e i minori non accompagnati. “Sarebbe opportuno riaprire i termini di confronto tra Governo e Comuni perché siano ascoltate le esigenze dei sindaci che si trovano in prima linea nella gestione di un fenomeno che rischia di minacciare la sicurezza dei nostri territori”, così il presidente di Anci Umbria Francesco De Rebotti ha introdotto l’incontro, chiedendo di sostenere in Parlamento, gli emendamenti presentati da Anci in sede nazionale.
Tra i più urgenti, si chiede di consentire l’accesso dei richiedenti asilo vulnerabili (compresi nuclei familiari con figli minori) all’interno dei progetti SPRAR, per evitare che i costi dei servizi socio-sanitari ricadano sui bilanci dei Comuni senza alcun rimborso da parte dello Stato (costi stimati in circa 286 milioni di euro annui). Ad oggi la rete Sprar nazionale è costituita da 877 progetti territoriali di accoglienza, con 1825 comuni interessati. I posti di accoglienza sono 35.881, di cui 3500 per minori stranieri non accompagnati e 734 per persone con disagio mentale o disabilità. Le percentuali di integrazione nello Sprar nel 2017 dimostrano che il 43% degli accolti ha concluso positivamente il proprio percorso di accoglienza ed ha raggiunto uno stato di autonomia.
In Umbria sono attivi 18 progetti di cui sono titolari 14 comuni per un totale di 474 posti di cui 63 per minori stranieri non accompagnati, 11 per disagio mentale e 400 per ordinari. Dal 01 Gennaio 2018 al 12 Novembre 2018 la commissione territoriale in Umbria ha riconosciuto 77 status di rifugiato, 27 protezioni sussidiarie e 113 protezioni umanitarie. Nessuno di questi ultimi, se non già presi in carico prima del 4 ottobre, potrà entrare in un progetto di seconda accoglienza SPRAR.
“L’attività di Anci Umbria negli ultimi anni è stata diretta a rafforzare la governance tra i diversi livelli istituzionali: Prefetture, Comuni, Regione, al fine di mettere in atto una strategia coordinata di gestione del fenomeno migratorio”, questo quanto ha affermato il presidente De Rebotti, sottolineando come l’impegno di Anci sia andato verso l’attuazione di una strategia di accoglienza diffusa presso i territori per ridurre l’impatto del fenomeno e rafforzare un sistema strutturato come quello dello Sprar.
I Comuni hanno espresso parere molto positivo sull’attività del sistema Sprar, che opera dal 2002 e ha permesso di garantire da un lato sicurezza e controllo sul territorio, con picchi di eccellenza nei risultati di integrazione, dall’altro ha favorito lo sviluppo di alcune professionalità e competenze specifiche, in un settore che impiega principalmente giovani e donne, professionalità che si rischia di perdere insieme ai posti di lavoro.
Sebbene consapevoli che qualora verrà posta la fiducia sul Decreto, non ci sarà possibilità di accogliere emendamenti, tutti i Parlamentari presenti hanno sostanzialmente raccolto l’appello dei Comuni ed hanno manifestato disponibilità alla collaborazione affinché questi ultimi non subiscano troppi disagi, non solo dal punto di vista dei “bilanci” ma anche in merito alle problematiche di carattere sociale e di sicurezza che inevitabilmente si presenteranno.