politica

Centro storico in affanno, ma il Consiglio boccia la mozione e non torna indietro

venerdì 16 febbraio 2018
Centro storico in affanno, ma il Consiglio boccia la mozione e non torna indietro

Nella seduta di giovedì 15 febbraio il Consiglio Comunale ha respinto (8 contrari: maggioranza e M5S; 4 favorevoli: opposizioni) la mozione presentata dai Gruppi Consiliari “Identità e Territorio”, Forza Italia e Gruppo Misto con la quale si chiedeva al Sindaco ed agli Assessori di revocare immediatamente tutti i provvedimenti adottati nel centro storico in materia di sosta, traffico e viabilità, nonché di aprire un confronto con la città, al fine di mettere in campo un nuovo processo di rigenerazione del centro storico finalizzato a dare ossigeno all’intero settore economico-commerciale, oltre alla predisposizione di un moderno progetto teso a creare una forte ed importante spinta all’incremento residenziale ed abitativo.

Di seguito ampi stralci del dibattito, a cura dell'Ufficio Stampa del Comune di Orvieto:

Roberta Cotigni (Per Andare Avanti), vice presidente del Consiglio Comunale ha reputato paradossale che dopo quattro anni di governo della città oggi l’opposizione sostenga che c’è bisogno di un moderno progetto di sviluppo del centro storico limitandosi solo a postare sui social, foto di momenti in cui nel centro storico circolano poche persone, e a non parlare invece di quello che l’attuale Amministrazione ha fatto, ad esempio: la circolare gratuita che collega i vari punti del centro storico, gli ascensori e le scale mobili hanno un orario più esteso. Voler tornare indietro è una cosa grottesca. La crisi è mondiale, il cambio è generazionale e questo rimanda al mercato elettronico che è una realtà di oggi con la quale occorre fare i conti. Il Comune rispetto a certi temi non è colpevole per questo la mozione non può essere accolta.

Roberta Tardani (Forza Italia) ha stigmatizzato come il tentativo di fermare scelte infelici venga bollato come un eccessivo attivismo dell’opposizione sui social, quando invece la situazione che si è venuta a creare è così forte che reclama di fermarsi se non di tornare indietro rispetto ad alcuni provvedimenti. Perché governare contro tutti e ragionare con superficialità è avvilente, senza tener conto di cosa c’è dietro la chiusura di un’attività commerciale e delle prospettive di vita delle persone. La città non va pedonalizzata indiscriminatamente. La chiusura di Piazza del Popolo è un ulteriore colpo alla tenuta socio-economica del centro storico. Se altre misure sono state ampiamente vissute con preoccupazione di residenti, operatori e utenti del comprensorio perché mai continuare pervicacemente su questa linea? La Consigliera ha concluso sostenendo che l’Amministrazione non ha ascoltato mostrando disinteresse nei confronti di tutte le sollecitazioni, quando invece la voce degli orvietani si è espressa in tutte le forme ma l’Amministrazione. L’invito rivolto all’Amministrazione è quello di fermarsi ed anche rivedere certe decisioni con il buon senso di chi amministra ed è al servizio dei cittadini.

Andrea Sacripanti (Gruppo Misto) ha commentato che sul piano della convenienza politica alla minoranza conviene che l’Amministrazione vada fino in fondo tanto sono impopolari le scelte che sono state attuate e che si vanno ad attuare. Alla minoranza preme invece il benessere della collettività per questo si mette a disposizione per affrontare il tema del rilancio del centro storico. Aggiungendo che la mozione contiene fatti e dati oggettivi si è chiesto, a chi giova a fine mandato affrettare i tempi con scelte che non incontrano il consenso dei cittadini? Se la pedonalizzazione di Piazza del Popolo era contenuta nel programma di governo del Sindaco, è altrettanto vero che il consenso non si orienta per i punti iscritti nei programmi di governo. La chiusura dei centri storici ha fallito pressoché ovunque. I danni già sono stati fatti e se per 5 giorni su 7 il centro storico è spopolato significa che bisogna porsi il problema. La moria di attività che aprono e chiudono dopo sei mesi non è affatto un successo. D’altra parte è stata ingigantita una macchina burocratica che preoccupa i cittadini. In altre città vicine come Todi e Narni si stanno riprogrammando le sperimentazioni attuate che tendono a far uscire la gente dai centri storici sempre più realtà dormitorio con l’effetto dell’impoverimento generale. Ha concluso auspicando che il buon senso prevalga.

Lucia Vergaglia (M5S) ha parlato di misure annunciate, poi congelate e portate avanti dall’Amministrazione in modo incongruo e del fatto che l’Amministrazione vede il centro storico come una risorsa ma senza investirci. Nell’arco dell’anno ad eccezione dello svolgimento di Umbria Jazz Winter i flussi sono diversi, quindi ha definito ingenerosi i giudizi su modelli di commercio che pure sono stati prestigiosi. Le multinazionali sono negozi vetrina altra cosa sono i negozi storici. Ha ricordato di aver sollecitato i tavoli del QSV che, ad eccezione di alcuni incontri, poi non sono stati più riuniti. Sulle telecamere ha osservato che occorre fare chiarezza se sono necessarie per ragioni di sicurezza o perché sono un deterrente per far avvicinare i cittadini al centro storico. Ha concluso evidenziato che la pedonalizzazione spinta è certamente condivisibile ma il problema è che la gente non c’è, non ci sono più residenti, non ci sono eventi, non ci sono occasioni culturali, di qui invito all’Amministrazione di assumersi la responsabilità della mancanza della partecipazione e del fatto che siamo all’anno zero per la programmazione delle attività culturali.

Andrea Vincenti (Assessore ai Trasporti, Mobilità e Turismo) ha parlato di una ricostruzione accurata per quanto riguarda i problemi, ma non per le cause dei problemi che hanno una estensione tale da non riguardare solo Orvieto. Ha proseguito affermando che ci sono elementi per sostenere che non è generalizzato l’andamento del fenomeno della chiusura delle attività commerciali o dello spopolamento. Alla domanda sul perché l’Amministrazione porti avanti certe decisioni ha precisato che c’è una assunzione di responsabilità dal momento che il modello di coerenza politica dell’Amministrazione non contempla le mancate realizzazioni di provvedimenti già annunciati, viceversa le azioni di governo della città vengono perseguite con coerenza e tenacia. A chi dai banchi dell’opposizione oggi sostiene che si dovrebbe tornare indietro su tutto, l’Assessore ha replicato che dagli stessi soggetti che hanno governato la città nella passata consiliatura è stata consegnata una città fallita con 10 milioni di euro di deficit; ed ha aggiunto che il punto vero è la difficoltà di offrire soluzioni per uscire dai problemi.

Quindi ha invitato a mettere sul tappeto tutti gli elementi: cosa ci riguarda, il tempo storico, i fattori naturali come il terremoto che è stato un disastro ovunque, con effetti diretti sulle zone maggiormente colpite ma indiretti anche su altri territori. Ha precisato che gli indicatori del benessere di una economia parlano di una realtà in profonda trasformazione e dicono che la nostra città è sparametrata rispetto ai costi di mercato, ad esempio i costi in ascesa del mercato immobiliare dove, nonostante ciò, gli affitti sono aumentati del 20% su base annua. Gli evidenti elementi di schizzofrenia non possono essere ignorati. La città sta imboccando una metamorfosi.

Ad Orvieto si registra un +75% su base annua degli acquisti on line; lo stesso dicasi dell’invecchiamento della popolazione residente che è più refrattaria alle innovazioni. A livello turistico ci sono diversità fra il settore alberghiero ed extralberghiero che sta volando, quest’ultimo, verso percentuali importanti. L’Assessore ha concluso ricordando che la settimana scorsa è stato presentato il Bollettino Socio Economico dell’Area Orvietana / 2017 che indica tutte le varie contraddizioni e che l’Amministrazione ha investito molta della propria credibilità per la vivibilità del centro storico. Segnaletica, allungamento dell’orario di apertura degli ascensori, altri provvedimenti come il rifacimento di tutti i bagni pubblici nei prossimi mesi e la riproposizione di tutte le iniziative fatte sul centro storico, vanno in questa direzione.

Andrea Taddei (PD) ha sostenuto che è riduttivo pensare che il problema della crisi del centro storico stia tutto nel progetto della viabilità, in realtà è un processo di rigenerazione che non si risolve nel riportare gli stalli di parcheggio a Piazza del Popolo. Ha evidenziati che l’Amministrazione è chiamata a dare una regia a quello che stiamo facendo, quindi va respinto l’invito è a fermare tutto e tornare indietro, così come la critica sulla mancanza di attenzione verso i cittadini. Ha ribadito che le politiche che regolano le attività commerciali non vengono dall’Amministrazione ma dal mercato che evolve in maniera impressionante. Lo sforzo è quello di andare a sollecitare anche i cittadini a recuperare la competitività del nostro centro storico anche per motivi culturali.

Il sindaco Giuseppe Germani ha ringraziato l’Assessore per il lavoro svolto e in corso di svolgimento a fine di far rivivere il nostro centro storico. Ha precisato che non sono poche decine di posti in meno di parcheggi a risolvere il problema e che è indispensabile che questo concetto venga comunicato con chiarezza così come il fatto che nel centro storico di Orvieto oggi si parcheggia ad 1 euro al giorno e che si può avere la gratuità di una circolare che collega tutte le zone del centro storico.
Quando oltre il 70% di attività commerciali si sono spostate sull’e-commerce è chiaro che gli effetti siano negativi. Sulle criticità generali ha poi posto l’interrogativo sul perché nessuno si chieda come gli interessi economici di una città sono legati anche alle problematiche del credito e alle vicende della massima banca locale. Temi su cui l’Amministrazione intende misurarsi al momento giusto. Entro il mese di marzo, ha ribadito, verrà pedonalizzata Piazza del Popolo. La mozione ha concluso appare strumentale e coglie l’onda pre-elettorale.

Nella replica, Stefano Olimpieri ("Identità e Territorio") ha ribattuto che ci sono proprietari di immobili che affittano a 4.000 euro al mese e non tornano indietro e che il mercato non è la panacea di tutti i mali. Ha aggiunto che non meno del mercato pesano le scelte dell’Amministrazione locale, quindi, la circolare “C” gratuita è più che altro l’effetto di aver ceduto da parte del Comune a BusItalia l’affidamento della Funicolare, mentre la ristrutturazione dei bagni pubblici in piazza Cahen è cosa che grida vendetta da anni. Sulla chiusura di Piazza del Popolo ha proseguito che le decisioni altalenanti dell’Amministrazione e il continuo cambiamento della tempistica alla lunga stanno distruggendo il centro storico. Ha concluso che i danni sono evidenti e la mozione ha posto il tema di rivedere alcune soluzioni, riaprendo un dibattito per dare la possibilità ai corpi sociali di rapportarsi con l’Amministrazione e di condividere un percorso.

Nelle dichiarazioni di voto, il capogruppo di Andrea Sacripanti ("Gruppo Misto") ha osservato che, se il modello è quello di una città più vivibile, quale è il modello per ripopolare e rilanciare il centro storico, visto che si assiste alle sole misure sulla viabilità e sosta? Ha quindi ha citato il Centro Congressi che poteva essere un esempio tangibile. Il Consigliere ha ribadito che queste misure non hanno senso se non si persegue un obiettivo più alto; che la crisi non è solo commerciale ma è legata anche ad altri fattori e che il Corso cittadino è spopolato di persone che non scelgono più il centro storico in luogo dei centri commerciali, o che non salgono ad Orvieto perché non trovano parcheggio e i costi dei parcheggi sono cari. Ha concluso definendo incomprensibile l’ostinazione dell’Amministrazione.