Centro di accoglienza di Tordimonte, Olimpieri (IeT) vuole vederci chiaro
E' indirizzata al presidente del consiglio comunale e all'assessorato competente l'interrogazione con cui il capogruppo di "Identità e Territorio" Stefano Olimpieri" chiede conto di quanto accaduto al Centro di Accoglienza di Tordimonte. Di seguito l'atto in forma integrale:
Il sottoscritto Consigliere Comunale del gruppo consiliare "Identità e Territorio"
premesso che:
- da fonti giornalistiche si apprende che il “centro di accoglienza” ubicato ad Orvieto, frazione di Tordimonte, e che ospitava quindici immigrati clandestini, è stato chiuso in conseguenza ad un provvedimento della Prefettura di Terni;
- sembra che le ragioni di questo provvedimento siano da imputare a carenze igienico-sanitarie e poca pulizia nelle stanze: sembrerebbe anche che alcuni di questi immigrati siano stati segnalati dalle Forze dell’Ordine per alcuni reati legati allo spaccio di droga;
- in conseguenza alle motivazioni che hanno portato la chiusura del “centro di accoglienza” di Tordimonte, occorre che le Istituzioni prendano atto che il Protocollo di intesa tra Prefettura, ANCI e Sindacati ha sostanzialmente fallito, così come hanno fallito i percorsi educativi e di integrazione, se è vero – come è vero - che non c’è stata la benché minima integrazione: anzi, a maggior ragione di quanto sopra affermato, risulta chiaro che il fallimento è da considerarsi conclamato, visto che alcuni di questi quindici clandestini sono stati addirittura segnalati per reati legati allo spaccio;
- occorrerebbe anche capire quali sono gli Enti che vigilano sulla intera gestione di questi “centri di accoglienza”, visto la rilevanza delle risorse pubbliche che vengono erogate sono molto rilevanti e considerato che questi immigrati – fino a quando non ricevono il permesso di soggiorno o lo status di rifugiato – risultano clandestini a tutti gli effetti;
per quanto esposto in premessa,
CHIEDE
- se è vero che il “centro di accoglienza” di Tordimonte sia stato chiuso;
- se è vero che le motivazioni della chiusura siano la conseguenza di scarsa igiene e di criticità nel settore sanitario;
- se è vero che alcuni di questi quindici immigrati clandestini siano stati segnalati dalle Forze dell’Ordine in relazione a fatti aventi ad oggetto lo spaccio della droga;
- se nei confronti degli Enti che gestiscono questo “centro di accoglienza” siano state aperte delle procedure per conoscere lo stato dei fatti e se vi sono delle relazioni in merito alla gestione dei flussi finanziari, visto che gli stessi Enti usufruiscono di consistenti finanziamenti pubblici.
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