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Appello al voto del Comitato per Orlando segretario del Pd: "Unire l'Italia, unire il Partito"

mercoledì 26 aprile 2017
Appello al voto del Comitato per Orlando segretario del Pd: "Unire l'Italia, unire il Partito"

"Per dire la verità all'Italia che soffre, raccontare anche di chi non ce la fa e finirla con slide e propaganda. Per tornare ad ascoltare i cittadini dopo la lezione del referendum. Per dare all'Italia più democrazia e stabilità con una buona legge elettorale. Per cambiare rotta in economia: meno bonus e deficit, più investimenti e giustizia sociale. Per un Pd capace di unire, vincere e governare.

Sono queste alcune delle buone ragioni che ci hanno spinto a mobilitarci a sostegno della candidatura a segretario nazionale del Pd Andrea Orlando, nella convinzione che una casa divisa non può reggere, come si legge nella citazione di Abramo Lincoln che apre il testo della mozione, e che per il Partito Democratico è tempo di invertire la rotta. Per vincere e governare, infatti, il Pd deve essere capace di dialogo, ascolto, apertura e deve essere unito per poter a sua volta unire un Paese dilaniato; deve mettere al centro della propria azione chi sta peggio, chi è rimasto indietro, chi non ce la fa più, smettendo di inseguire un’agenda che non è quella della vita degli italiani; deve praticare una politica che sappia capire e indicare un orizzonte, che abbandoni l’autoreferenzialità in cui si è chiusa, sorda e cieca ai problemi delle persone, troppo concentrata sul racconto di chi ci è riuscito.

Dopo il 4 dicembre ci saremmo aspettati un confronto più profondo e più aderente alla realtà rispetto al messaggio che ci è stato mandato col voto. Un messaggio di rabbia e di delusione arrivato soprattutto da chi più di altri ha pagato il prezzo di una enorme crescita delle disuguaglianze. Qualcosa evidentemente non ha funzionato e ora corriamo il rischio di perseverare nell’errore e di aggravare la frattura tra noi e coloro che vogliamo rappresentare; tra noi, il Pd, e coloro che potrebbero scegliere di fare un pezzo di strada insieme per dare al Paese il futuro che merita.

Diciamo, allora, insieme a Orlando, che non è questo il tempo di chiuderci, è invece il tempo di costruire ponti, con coraggio e lungimiranza, di cambiare il Pd, di rifondare un campo di forze largo del centrosinistra, di ricostruire e di riportare giustizia in Italia.

In queste settimane di campagna congressuale abbiamo incontrato decine di volontari, centinaia di militanti, un patrimonio straordinario di donne e uomini meravigliosi che ci mettono l’anima. E che meritano di più. Meritano, innanzitutto, di avere la possibilità di contribuire, di correggere, di decidere, di aiutare, di criticare, di metterci passione e protagonismo, di vivere una comunità; non di scegliere a quale corrente affiliarsi, non era questo quello che volevamo quando abbiamo costruito questo soggetto politico.

Per questo dobbiamo cambiare la nostra cultura politica: non vogliamo un partito di fedeli, ma un collettivo unito di persone leali. Un partito utile alla democrazia per essere più forte e partecipata.

Una società moderna infatti chiede un partito moderno. Per costruirlo occorre una vera rivoluzione organizzativa. Occorre investire sull’identità unitaria rispetto a quella della frammentazione. Occorre promuovere una nuova generazione basandosi sul merito e non sulla fedeltà al capobastone di turno.

Occorre ricostruire un Pd nuovo, aperto, democratico, libero. Non nelle parole, ma nella pratica. Non nelle assemblee o nei comizi, ma nella vita reale. Quando si spengono i riflettori.

E occorre ricostruire il centrosinistra, tenendo insieme pluralismo e unità. Il nostro campo delle alleanze è un campo arido e paghiamo un pericoloso isolamento. Tenere insieme esperienze diverse, politiche e associative, di cultura e società, è una sfida importante che dovremmo giocare anche stando attenti a non compiere gli errori del passato. In Italia come nelle nostre realtà, in Umbria e nelle città che governiamo, prima tra tutte Orvieto.

Ma soprattutto ci serve ricostruire un popolo democratico e di centrosinistra, fatto di culture, di interessi, di esperienze, di desideri, di bisogni, di diritti, che torni a parlarsi nelle vie, nelle strade, nei luoghi di lavoro e di studio. Un popolo ricco di differenze, ma che si unisca nella ricerca delle soluzioni ai problemi delle comunità, in un nuovo credibile progetto di riscatto dell’Italia, da scrivere insieme. E per unire un popolo, occorrono leader che uniscano e non capi che impongono.

Infine, ci serve ricostruire giustizia. Su questo, evidentemente, sarebbe sbagliato ignorare le tante cose fatte, ma sappiamo bene che la rabbia ha radici profonde e che la difficoltà a dare risposte, negli ultimi anni, ha portato milioni di persone a cercare altrove rispetto ai partiti tradizionali, spesso nei populismi di ogni orientamento.

E allora la grande sfida è rimettere in campo insieme un grande piano per la ricostruzione italiana. Una grande visione fondata su innovazione - un’innovazione giusta che crei lavoro e giustizia sociale, che allarghi l’inclusione e dia spazio a formazione, cultura, sapere - uguaglianza, semplificazione dello Stato, investimenti, che abbia ben presente dei concetti irrinunciabili: primo fra tutti la progressività delle imposte. Base della giustizia sociale in questo Paese.

Ecco la sfida. E anche per questo dobbiamo cambiare.

Perché con Andrea Orlando è possibile rendere forte nel dibattito questo punto di vista. Che se non è rappresentato, non può essere incisivo.

Il nostro è un impegno senza nemici, ma per amore del Partito Democratico; per parlare anche a chi sbagliando ha abbandonato il partito alla vigilia del congresso, proprio nel momento in cui si potrebbe ricostruire una prospettiva di cambiamento; per chi aspetta un segnale, non per distruggere, ma per ricostruire, per riaprire una speranza.

Lanciamo, allora, il nostro appello ad andare a votare, domenica, e a votare Andrea Orlando segretario del Pd".

Comitato di Orvieto per Orlando segretario del Pd


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