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Liste d'attesa per prestazioni sanitarie, ecco la relazione conclusiva della Commissione

venerdì 15 luglio 2016
Liste d'attesa per prestazioni sanitarie, ecco la relazione conclusiva della Commissione

Approvazione unanime da parte del consiglio comunale per la presa d'atto della relazione conclusiva della Commissione temporanea di studio in materia di Liste d'Attesa per prestazioni sanitarie. L'organismo, come noto, era stato istituito agli inizi dello scorso anno per realizzare un'indagine conoscitiva e uno studio dei risultati che consentisse al consiglio comunale di Orvieto di potersi esprimere in modo competente e puntuale sul Nuovo Piano Sanitario e proporre agli organi regionali competenti eventuali misure maggiormente idonee all’abbattimento dei tempi d’attesa per le prestazioni sanitarie effettuate nella struttura ospedaliera di Orvieto.

La Commissione formata dai rappresentanti di tutti i gruppi consiliari: Roberta Tardani (Presidente), Donatella Belcapo, Claudio Di Bartolomeo, Tiziano Rosati, Gianluca Luciani, Andrea Sacripanti, Lucia Vergaglia (Membri) si è avvalsa anche del Dott. Franco Barbabella, esperto estraneo al Consiglio Comunale. Complessivamente nell’anno 2015 si è riunita 7 volte e 5 volte nel corrente anno, avvalendosi anche di documentazione fornita dall’USL Umbria 2 e di audizioni con i responsabili dell’USL Umbria 2, nelle figure del Direttore Generale, del Responsabile della Direzione Medica Ospedaliere, della Direttrice del Distretto di Orvieto e di un medico di base.

Nella seduta del 24 maggio scorso la Presidente della Commissione di studio, Roberta Tardani (nella foto) ha depositato la relazione conclusiva di cui, dopo aver salutato e ringraziato tutti i componenti della Commissione, ne ha dato lettura ieri al Consiglio Comunale.

“Il tema della gestione e dell’erogazione delle prestazioni sanitarie – ha detto - è uno dei problemi maggiormente avvertiti dalla popolazione che contribuisce in modo rilevante al rapporto di fiducia tra cittadino e sistema sanitario regionale e nazionale oltre ad essere fortemente collegato alla qualità dell’assistenza percepita dal cittadino.
Garantire tempi adeguati nell’erogazione delle prestazioni significa garantire il rispetto dei diritti della persona, quali la tutela della salute e l’eguaglianza nell’accesso alle prestazioni sanitarie.
Lo studio del problema delle liste di attesa ha evidenziato che questo è frutto di una molteplicità di fattori:
1) la crescente richiesta dovuta anche all’invecchiamento della popolazione e al ‘bisogno di salute’
2) l’organizzazione locale e regionale dei servizi territoriali
3) la disponibilità di adeguate risorse umane, tecnologiche e strutturali
4) le valutazioni sull’appropriatezza delle prestazioni da parte dei medici

Dall’esame dei tempi attesa di alcune prestazioni e dalle continue segnalazioni pervenute dalla cittadinanza, si rileva che la DGR 1009 del 04/08/2014, con cui la Regione Umbria ha approvato ‘Il Piano straordinario per il contenimento delle liste di attesa’, non ha raggiunto gli obbiettivi prefissati. Risulta infatti che, sebbene il sistema RAO garantisca, secondo un criterio di urgenza, l’esecuzione tempestiva delle prestazioni che rientrano nella fattispecie U (urgente 3gg) e B (Breve 10 GG), permangono criticità e ritardi per tutte quelle prestazioni classificate come D (differita 30/60 gg), P (programmata) e non R.A.O, i cui tempi di attesa, consultabili sul sito della ASL2, sono ampiamente superiori a quelli indicati e previsti dalla normativa. Va inoltre segnalato che, per alcune prestazioni, il piano risulta addirittura sospeso dalla fine del 2015.

E’ pertanto importante ridefinire e verificare l’efficienza del sistema RAO affinché sia rispondente agli effettivi bisogni di salute. Centrale, come anche indicato in audizione dall’ex Direttore Generale Fratini, appare il tema l’appropriatezza clinica-prescrittiva della prestazione, ricercata e monitorata, appunto, attraverso l’applicazione del sistema RAO. A conferma di tale tesi, la Commissione ha ritenuto opportuno invitare in audizione un rappresentante dei medici di base, parte integrante del SSN, che ha confermato tutte le criticità rilevate, soprattutto riguardo alcune categorie di prestazioni, e ha ribadito che raramente il paziente viene indirizzato verso prestazioni non necessarie ai fini diagnostici-preventivi; ha segnalato, invece, la difficoltà dei medici stessi di avere un controllo effettivo sulle liste. Al riguardo sarebbe auspicabile l’estensione anche ai medici di base della possibilità di prenotare direttamente le prestazioni.

E’ inoltre emersa l’urgenza di una corretta e univoca informazione ai pazienti sui percorsi di screening per la prevenzione di tumori che spesso, tra medici specialisti, è discordante. E’ del tutto evidente che tutte le criticità rilevate in sede di Commissione sono connesse alla capacità organizzativa del sistema sanitario locale e risentono dei provvedimenti e delle azioni condotte, fino ad oggi, per tale gestione. Considerata la popolazione di riferimento del nostro territorio, si evidenzia che, dall’analisi delle caratteristiche demografiche e dei dati epidemiologici del Distretto sanitario orvietano, la maggior parte dei bisogni assistenziali sembrano essere legati alla cronicità che, come noto, impongono un elevato costo sociale ed economico a causa della lunga durata e della diminuzione della qualità della vita.

Appare pertanto indispensabile un’attenta analisi organizzativa che conformi l’offerta sanitaria ai bisogni della popolazione locale, prevalentemente anziana, con la definizione e organizzazione di percorsi di prevenzione e con un forte collegamento tra medicina del territorio e ospedale, al fine di garantire continuità di cura e percorsi assistenziali adeguati e appropriati. Sono del tutto assenti o insufficienti, sul territorio, servizi come RSA, lungodegenza, cure palliative domiciliari, riabilitazione.  E' in questo contesto che deve essere considerata la realizzazione della ‘CASA DELLA SALUTE’, visti anche gli spazi ormai disponibili (Caserma Piave, ex Ospedale ecc...), finalizzata a migliorare l'accessibilità ai servizi sanitari e la qualità dell'assistenza in forma integrata. Consentirebbe, infatti, l'erogazione in un unico luogo delle cure primarie, garantendo continuità assistenziale e creando così il contesto per il lavoro in team degli operatori: dai medici di base agli specialisti, al personale tecnico-amministrativo, infermieristico, della riabilitazione. Da segnalare che, in sede di commissione, riguardo la ‘Casa della salute’ è emersa la preoccupazione che, l'accentramento dei medici di base in un unico luogo, potrebbe penalizzare gli utenti residenti nella aree periferiche oggi raggiunti dal servizio direttamente presso le zone di residenza”.

“Nell’analisi generale – ha aggiunto - non appare appropriata l’istituzione del CUP regionale, come strumento per le prenotazioni di esami e visite specialistiche. Considerata la diversa capacità di offerta da parte delle Aziende Sanitarie e una gestione delle prestazioni ancora non uniforme sul territorio regionale, costringe i pazienti a lunghi spostamenti, orientandoli sempre più spesso all’attività intramoenia o privata, oltre a non tenere conto delle effettive necessità del territorio.  Poiché l’ospedale ‘Santa Maria della Stella’ di Orvieto risulta centrale rispetto all’erogazione dei servizi e delle prestazioni sanitarie del territorio, la Commissione ha ritenuto effettuare un approfondimento sull’organizzazione del nosocomio, considerando, inoltre, il ruolo strategico che l’ospedale di Orvieto riveste nella sanità regionale, sia per le sue caratteristiche geografiche che storiche: è, come noto, l’ospedale più distante dalla rete regionale dell’Emergenza e quello che percentualmente si fa più carico di utenti extraregionali.

I dati riferiti in sede di audizione dal Dott. Ermete Gallo di ‘730.000 prestazioni nel 2014, 64.000 nei primi mesi del 2015, con una proiezione finale nel 2015 di 776.000’ a cui dovrà essere sommato l’incremento di utenza previsto dall’accordo sanitario tra Umbria e Lazio, confermano la necessità di tempestivi e urgenti investimenti di carattere organizzativo e strutturale.
Alla luce delle rilevazioni effettuate e delle costanti segnalazioni ricevute da parte della cittadinanza, risultano insufficienti gli interventi fino ad oggi effettuati, soprattutto se si considera che la Regione Umbria inserisce il nosocomio orvietano ‘nella rete ospedaliera regionale, con il duplice ruolo di ospedale dell’emergenza-urgenza e di territorio per i cittadini del distretto orvietano’. A tale proposito è necessario verificare se siano rispettati tutti gli standard previsti dalla Conferenza Stato-Regione per questa tipologia di struttura, ma soprattutto quale ruolo si voglia attribuire all’ospedale orvietano nell’ambito della Sanità Regionale.

Per una corretta e tempestiva erogazione delle prestazioni sanitarie risulta necessaria l’implementazione del personale sanitario oltre a concreti investimenti sul piano delle attrezzature. Sono numerosi i settori, i reparti, i servizi, che mostrano, ad oggi, gravi carenze:
• Pronto soccorso (cronica carenza di personale infermieristico e OSS oltre la mancanza di attrezzature elettromedicali)
• Radiologia (carenza di personale medico e infermieristico e attrezzature ormai obsolete)
• Cardiologia (mancanza UTIC e personale medico che garantisca la presenza h24 del cardiologo)
• Terapia Intensiva (mancanza di personale infermieristico)
• Ostetricia (carenza di personale ostetrico e infermieristico e impossibilità di garantire a tutte le donne la partoanalgesia per carenza di medici anestesisti)
• Chirurgia (carenza personale blocco operatorio e attrezzature: ecografo con sonde intraoperatorie, strumentazione per biopsie mammarie, lampada scialitica)
• Endoscopia (mancanza personale medico)
• Pediatria (mancanza guardia attiva 24/24, mancanza di personale infermieristico)
• Otorinolaringoiatria (mancanza personale)
• Mancanza di struttura neurologica
• Mancanza di un efficace struttura di neuropsichiatria infantile (mancanza di personale specializzato e di riabilitatori)
• Assenza di un servizio trasfusionale autonomo
• Incompleta digitalizzazione della radiologia ed in particolare di un sistema RIS che si interfacci con tutti i reparti operativi per migliorare in modo significativo la performance della sanità locale, permettendo di fornire un servizio qualitativamente ed economicamente più efficiente e con maggiore compliace dei pazienti (viaggiano le immagini e non i pazienti)
• Assenza di pronta disponibilità, nelle giornate e nei notturni festivi di otorino laringoiatria ed endoscopia digestiva.

Anche l’orario di utilizzo delle apparecchiature non appare ottimale. Per un significativo abbattimento delle liste di attesa è necessario un impegno orario delle attrezzature che copra l’intero arco della giornata, sviluppato preferibilmente su tutta la settimana”. “E’ del tutto evidente – ha proseguito Tardani - che l’implementazione di tali modalità operative comporti soluzioni organizzative diverse a livello aziendale, con un utilizzo flessibile delle risorse umane e con scelte strategiche che permettano di recuperare capacità attrattiva della struttura.
Sulla recente riorganizzazione dell'Ospedale, alla luce delle carenze sopra riportate e visti i riflessi delle stessa sulle liste di attesa, si manifestano forti perplessità.

La riorganizzazione per intensità assistenziale, che non corrisponde certamente a criteri di innovazione, richiede tempi lunghi di attuazione oltre che ingenti risorse umane, tecnologiche e finanziarie. Presuppone, infatti, l’introduzione di modelli di lavoro interprofessionali e multidisciplinari capaci di operare secondo questa impostazione organizzativa, e richiede necessariamente nuovi ruoli professionali, nuovi strumenti e un ripensamento della presa in carico del paziente, affinché sia il più possibile personalizzata, univoca e condivisa a tutti i livelli di cura.
Ci si chiede come possa tutto ciò essere realizzato in tempi brevissimi, soprattutto alla luce di una mancanza effettiva di investimenti. A questo va aggiunto la prossima applicazione della nuova legge sull’orario di lavoro che vedrà necessariamente ridotti o soppressi alcuni servizi facendo presupporre un ulteriore allungamento nei tempi dell’erogazione delle prestazioni, con riflessi decisamente negativi sulla qualità della sanità locale.

La Commissione, alla luce di quanto riportato, ritiene pertanto necessario e urgente un confronto con la Direzione Generale ASL2 e con gli organi di Governo Regionali affinchè siano affrontati quanto prima i problemi rilevati, segnalando inoltre la necessità di avere risposte su:
- Efficacia sistema RAO
- Livello di efficienza del servizio 'stop alle attese'
- Possibilità di introduzione di un sistema di penali economiche per visite non disdette o rimandate
- Introduzione del servizio di telemedicina
Auspica, inoltre, una maggiore attenzione ai problemi rilevati da parte della Direzione sanitaria del Presidio ospedaliero e del Distretto”.

In chiusura Tardani ha espresso alcune personali considerazioni: “questa relazione sottoscritta da tutte le forze politiche – ha osservato – è la fotografia preoccupante della situazione critica della sanità locale. Essa è essenziale al fine di farne oggetto di impegno per affrontare in maniera seria temi che da tempo non vengono affrontati e per dare risposte reali ad un territorio. A dimostrazione di quanto siano reali i contenuti della relazione, ricordo che con una delibera del maggio 2016 la Giunta Regionale aggiorna il Piano liste d’attesa del 2014 che non ha raggiunto gli obiettivi attesi. Prestazioni che la stessa Regione ritiene critiche e bisognose di interventi. Ci piace pensare che anche il nostro lavoro sia stato di stimolo a questo aggiornamento del piano regionale. In effetti, l’abbattimento delle liste d’attesa non è stato soddisfacente così che la stessa Regione ha deciso di rivedere ed aggiornare le griglie RAO. Anche il provvedimento assunto dalla stessa Regione di estendere l’orario di apertura degli ambulatori e di utilizzo delle attrezzature presuppone adeguamenti economici ed amministrativi che lo consentano.

Il nostro Ospedale è molto penalizzato rispetto ad altri ospedali umbri che hanno avuto investimenti molto più importanti rispetto al nostro che, ricordo , dovrebbe essere dell’emergenza-urgenza. Già nel primo tentativo di contenere le liste d’attesa la Regione aveva previsto implementazioni ed adeguamenti negli ospedali, ad eccezione di quello di Orvieto. Ormai abbiamo la certezza che il nostro Ospedale ha bisogno di investimenti sulle risorse umane e tecnologiche. Basta con le inaugurazioni fasulle fatte dalla Presidente Marini per cose che non sono state realizzate! Al Sindaco quale Autorità Sanitaria Locale spetta il compito di impegnarsi a portare le esigenze del nostro territorio effettivamente a soluzione. La nostra proposta è quella di sottoporre la relazione della Commissione temporanea di studio in materia di Liste d’Attesa per prestazioni sanitarie al nuovo Direttore Generale invitandolo anche ad un confronto sui vari temi, e di un incontro urgente con le autorità regionali affinché il tema venga posto in maniera seria e condivisa da parte del Consiglio Comunale”.

Ampi stralci del dibattito del consiglio comunale sono reperibili sul sito del Comune a questo indirizzo.