politica

Approvato il bilancio, le osservazioni dell'assessore Gnagnarini

sabato 21 maggio 2016
Approvato il bilancio, le osservazioni dell'assessore Gnagnarini

"Nella mia relazione al bilancio comunale presentata venerdì 20 maggio c'è un passaggio dove affermo: “Ai nostri imprenditori dico che sono finiti i tempi delle rendite finanziarie. Né le banche né la proprietà garantiscono più il futuro”. Qui una spiegazione più puntuale e opportuna su ciò che intendevo affermare osservando la realtà con gli occhiali di responsabile dei conti pubblici orvietani.

L'Istituto Nazionale Ricerche Turistiche calcola che la vacanza in una città d’arte costa in media pro-capite 49 euro al giorno per l’alloggio, mentre per gli acquisti di beni e servizi realizzati nel corso del soggiorno turistico la spesa media giornaliera è di 76 euro a persona.
Proiettando questi valori su Orvieto moltiplicati per il numero delle presenze, circa 200000 regolarmente registrate presso le nostre strutture ricettive ricomprendendo in esse quelle stimate degli appartamenti privati dati in affitto secondo la formula di vacanza breve, nonchè i 250000 visitatori che arrivano in città con i bus turistici e treni e ancora altri 500000 che usano mezzi propri e considerando prudentemente, per questi ultimi, una spesa dimezzata relativa a una sosta di una sola mezza giornata, possiamo calcolare che il valore di questa industria orvietana è pari a oltre 50 Mln di euro l'anno.

Ora la percentuale di reinvestimento di questi flussi economici per l' innovazione, l'adeguamento e la promozione delle aziende singole e più in generale del sistema Orvieto da parte dei nostri operatori economici ( albergatori, ristoratori e commercianti ) è stata finora, con l'eccezione di qualche eccellenza, in media francamente deludente. Nel contempo in città sono cresciuti i depositi bancari e le intermediazioni immobiliari.
Questo non è affatto salutare né per l'economia della città né per il portafogli dei privati giacchè i margini e le garanzie per il futuro non sono più assicurate dalle cosiddette rendite finanziarie in questo quadro generale ormai caratterizzato da deflazione, azzeramento dei tassi e maggiori oneri sul patrimonio, nonché dalle sempre minor tutele sul risparmio.

In altre parole gli imprenditori orvietani del settore turistico se vogliono assicurarsi per se e i propri figli un ottimo futuro economico devono ricominciare a scommettere sulla propria attività facendo sistema tra loro e in sinergia con l'amministrazione pubblica per puntare e vendere l'unico e transpolitico prodotto che ancora tira, ovvero Orvieto. Non è certo questa la presa d'atto di un fallimento della politica, ma è l'affermazione di una consapevolezza da diffondere e che sta alla base di ogni nuova e attesa buona politica per lo sviluppo turistico della nostra città. Pensare che il sistema Orvieto possa ancora reggersi o migliorare attraverso la distribuzione di fondi pubblici che non ci sono, oppure nell'impiego di quel che resta delle tasse prelevate ai 20.000 residenti, oppure, come una parte politica continua a blaterare, che la situazione migliorerebbe con i parcheggi gratuiti e indiscriminati nel centro storico e così via, è una sciocchezza pura.

E' necessario invece mettere in campo e quindi a rischio capitali privati e professionalità, meglio se a investire saranno gli orvietani con le tante professionalità già presenti, ma non si può escludere, come già avvenuto in moltissimi altri centri storici italiani, che a breve possano essere altri, venuti da fuori, a farla da padrone anche qui nella nostra città. E la cosa non piacerebbe a nessuno, ancorchè si mostrasse salvifica per conservare le ragioni stesse dell'esistenza economica di una comunità locale come la nostra".

Massimo Gnagnarini, assessore al bilancio