politica

Sindaci protagonisti del cambiamento

giovedì 21 aprile 2016
di G. An. - @direorvietonews
Sindaci protagonisti del cambiamento

E’ efficace e diretto il messaggio che è uscito dal confronto degli amministratori umbri che si sono riuniti sotto l’egida dell’Anci per discutere di nuovo assetto delle autonomie locali e, inevitabilmente, di nuove prospettive interregionali. Il nodo ruota intorno all’esigenza di garantire un assetto istituzionale che snellisca il sistema amministrativo, garantisca i giusti equilibri locali e favorisca lo sviluppo omogeneo dei territori. Una scaletta di priorità che stanno dentro la nuova proposta di riassetto della governance dei Comuni elaborata da Anci nazionale e all’attenzione del Governo. Il quadro in cui si è aperto il dibattito è stato l’incontro "Piccoli Comuni al centro della governance locale”, che si è tenuto a Montecchio, organizzato dal sindaco, Federico Gori, Coordinatore regionale dei Piccoli Comuni di Anci.

“Quello dei sindaci - ha detto in apertura del convegno lo stesso Gori - è un lavoro prezioso che non va disperso ma deve rappresentare un valore aggiunto per una nuova governance del Paese”. Considerazione sulla quale in molti si sono soffermati e soprattutto, come ha detto il coordinatore nazionale dei Piccoli Comuni Anci, Massimo Castelli, “deve essere garantito quel rispetto politico e istituzionale per cui i cittadini dei piccoli comuni abbiano le stesse risposte di quelli dei medi e grandi comuni”.

Diretto ai colleghi il consiglio del sindaco di Pesaro, Matteo Ricci, vice presidente di Anci nazionale: “Non possiamo essere solo quelli che rivendicano ma anche quelli che si battono”. E la battaglia è quella della proposta di legge per il riassetto dei Comuni che supera le fusioni - a parer di tutti poco produttive - e rilancia, con correttivi e miglioramenti, il concetto dell'Unione dei Comuni. “Dobbiamo dire noi sindaci quello che vogliamo - insiste Ricci - dimostrando la necessità di invertire il criterio: no al concetto del numero degli abitanti, sì alle unione di ambiti omogenei che nascono dalle intese tra sindaci. Questo sostenuto da tre funzioni fondamentali”.

Ipotesi che, seppur, nelle sfumature delle varie fasi istituzionali va nell’ottica della semplificazione e chiarezza che hanno chiesto i presidenti delle province di Perugia e Terni, Nando Mismetti e Leopoldo di Girolamo, in prospettiva del funzionamento degli enti che rappresentano. Messaggio diretto all’assessore regionale alle riforme Antonio Bartolini, che recepisce e rilancia: “La Regione farà la sua parte per costruire un sistema amministrativo efficiente e capace di dare risposte ai cittadini”.

Ma il futuro, ormai, parla anche di riassetto regionale e questo rimescolerà inevitabilmente le carte. “Abbiamo il compito, tutti, nessuno escluso, di uscire da questa fase e provare a cambiare le condizioni - ha detto il Sottosegretario al Ministero degli Interni Giampiero Bocci -. L’assistenzialismo non è la ricetta per i comuni, oggi bisogna avere la capacità di rimettersi in gioco dicendo le cose come stanno. Dicendoci anche che con una Regione sempre più anziana e povera non si vive solo di San Francesco. Bisogna essere ambiziosi e creare sviluppo, perché oggi la priorità è il lavoro. La priorità è quella di garantire una rete che sappia coinvolgere i giovani e farli rimanere nella loro terra. Chi amministra non deve aver paura di aumentare la spesa per gli investimenti e preoccuparsi meno della spesa corrente”. Bocci, esaminando anche lui il fallimento delle fusioni comunali, dice: “Bisogna cambiare in fretta e dare ai sindaci gli strumenti per cambiare. Credo che il lavoro che stiamo facendo con Anci, e Ricci ne è testimone, è un buon lavoro. Bene il concetto delle unioni basate su aree omogenee, con l’impegno di mantenere alta l’attenzione sul garantire le stesse opportunità ai territori marginali”.