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Luca Coscioni, una sala della biblioteca per ricordarlo, un pensiero per portarlo nel cuore della città

martedì 5 aprile 2016
Luca Coscioni, una sala della biblioteca per ricordarlo, un pensiero per portarlo nel cuore della città

Non si dimentica facilmente quel febbraio di dieci anni fa. Non si dimentica per tante regioni. Per le ragioni di quanti conoscevano Luca Coscioni, la sua forza, la sua determinazione, il suo essere imponente oltre la sofferenza, oltre lo sguardo, oltre il cuore. Per le ragioni di una famiglia, di un padre e di una madre. Nei loro occhi brilla ancora il volto del figlio.

Non si dimentica facilmente quel giorno di febbraio di dieci anni fa in Piazza del Popolo nel cercare di comprendere, di fronte agli sguardi di centinaia di persone, quale fosse quello di Luca Coscioni, quale fosse la ragione superiore al dolore che univa l’orgoglio di una città. Non si dimentica facilmente quel giorno di febbraio di dieci anni fa trascorso nel condividere con Luca Coscioni il suo ultimo momento nella sala del Consiglio comunale.

Non si dimentica facilmente quello che Luca Coscioni è stato per Orvieto, per la sua città. Il nome di Luca Coscioni ora sarà scritto in una sala della Nuova Biblioteca Pubblica "Luigi Fumi", come ha deciso il Consiglio Comunale. Un'aula dove il nome di Coscioni non sarà un ricordo, ma la promessa e l’impegno di continuare la sua battaglia, il suo impegno. Un pensiero per portarlo sempre nel cuore della città, anche quando quel febbraio di dieci anni fa sarà troppo lontano per essere presente come, a dispetto di tutto, lo è oggi.

Il consiglio comunale Dal gruppo “Per Andare Avanti”, presentazione affidata a Roberta Cotigni, vengo due mozioni, la prima in merito "all’istituzione del registro comunale delle disposizioni anticipate di trattamento”, la seconda in merito “all’intitolazione di una sala della Biblioteca Comunale a Luca Coscioni”. Sulle mozioni a si snocciola un dibattito unico molto partecipato e seguito dagli applausi.

“Non c’è bisogno di una presentazione di Luca Coscioni - dice Cotigni -, poiché tutti lo conoscevano, o ne hanno sentito parlare, ma vorremo ricordarlo come colui che ha messo in gioco il suo copro malato per dare speranza a chi non ne ha più! Attraverso la sua voce metallica ha lottato contro ogni proibizionismo nella ricerca scientifica. Ha dimostrato inoltre, rifiutandosi di fare la trachetomia, di essere un uomo libero ed in grado di scegliere, rivendicando il diritto dell’individuo di decidere liberamente sulla propria vita e sulla propria morte. Ha trasformato la sua malattia in un’occasione di rinascita e lotta politica ed ha combattuto fermamente affinché tutti noi capissimo che la persona malata ha il diritto di vivere un’esistenza libera e piena”.

Sul tema del Registro del testamento biologico emerge, però, una diversa posizione. Stefano Olimpieri, annunciando di non partecipare al voto sul registro “in quanto è un tema ideologico che va affrontato diversamente”, pone l’accento sul fatto che “il nome di Luca Coscioni, l’impegno di Luca Concioni sono sopra a tutto e sopra a tutti. Questa città ha il dovere di ricordarlo e portarlo nel cuore e fare della sua battagli ala battaglia di tutti”. Anche Andrea Sacripanti la vede allo stesso modo. Annunciando il voto contrario sulla proposta di registro pone “la critica sul fatto di affrontare un tema ideologico insieme all’intitolazione di un luogo all memoria di Luca Coscioni e al ricordo di quello che è stato per la città di Orvieto”.

“Non c’è luce più bella del messaggio che Luca Coscioni ha dato alla vita e al valore della vita”, dice invece il capogruppo del Pd, Andrea Taddei, prima del toccante intervento della consigliera Flavia Timperi. “Oggi parliamo di Luca, delle sue battaglie, del suo coraggio, della sua grandissima forza, della sua tenacia in una lotta che vedesse al centro la persona nel complesso delle sua libertà e della sua dignità perché la vita non fosse solo un insieme di funzioni biologiche - dice Timperi - L’istituzione del registro è un piccolo pezzo della battaglia di Luca, un registro che ad oggi ha un significato più politico che giuridico. Sono indicazioni del paziente non vincolanti per i medici che tuttavia avranno un’attestazione chiara della volontà del malato di cui dovranno tener conto, perseguendo una concezione di medicina non paternalistica ma condivisa e dando sostanza ad un codice deontologico che indica loro chiaramente come la volontà del malato vada sempre rispettata. Parliamo di libertà, intesa come possibilità di autodeterminarsi e come assenza di coercizione legale; una libertà che una buona legge dovrebbe garantire; quella libertà che è stata la meta ideale per cui il maratoneta Luca ha corso fino alla fine”.

Una scelta che si unisce all’atto di intitolare un’aula della biblioteca comunale a Luca Coscioni che Flavia Timperi interpreta come la necessità di “riconoscerne l’impegno culturale, civile e politico che esercitò anche dai banchi di questo Consiglio e che proseguì nel Partito Radicale, con energia crescente proprio quando le energie del suo corpo venivano meno”. “La sua lotta contro una malattia che non da scampo e la forza di trasformarla in una battaglia per il diritto universale ad un’esistenza piena e libera, anche attraverso l’associazione che porta il suo nome e che dal 2002 persegue lo scopo di promuovere la libertà di cura e di ricerca scientifica, l’assistenza personale autogestita e l’affermazione dei diritti umani, civili e politici delle persone malate e disabili - prosegue Flavia Timperi -. La biblioteca è un luogo simbolo, e trovo bellissimo, oltre che doveroso che all’interno di essa ci sia uno spazio che ricordi Luca, proprio nella città dove è nato, vissuto e dove ha esercitato il suo impegno civile e politico. Un impegno cui ha dedicato una vita, anche quando questa è diventata tanto dura. Un impegno per la libertà di ricerca scientifica, un valore per le persone e per la democrazia, che ha ricevuto il sostegno di premi Nobel, scienziati, medici e pazienti in tutto il mondo ed ha consentito di raggiungere grandi traguardi, investendo la politica della responsabilità di occuparsi di questioni su cui a lungo ha latitato. Intitolare uno spazio della biblioteca a suo nome - conclude Timperi - è il modo in cui Orvieto dice grazie a Luca ed a quanti con lui e dopo di lui portano avanti battaglie di civiltà, dal corpo dei malati al cuore della politica”.

A scegliere di votare la proposta del Registro del testamento biologico è la consigliera di FI, Roberta Tardani, che nel suo intervento riassume il senso di una giornata importante per il consiglio comunale. “Scelgo liberamente di votare a favore dell’istituzione del registro del testamento biologico perché credo che dobbiamo continuare con forza a diffondere il valore e il rispetto della sofferenza come Luca Coscioni ci ha insegnato nella sua attività e nel suo impegno. Glielo dobbiamo come uomini e come politici nonostante i dubbi che possono nascere sull’opportunità di questa proposta”.

“Il lavoro da fare - dice in conclusione il sindaco Giuseppe Germani - è prendere questi temi e rilanciarli. Coinvolgere i parlamentari e riaprire con forza la discussione sul diritto di scegliere. Bisogna coinvolgere e coinvolgerci nell’unità di questi temi per lasciare un segno tangibile nel valorizzare il lavoro di Luca Coscioni per il suo impegno, per il nostro futuro e quello dei nostri figli”.

Prima di chiamare i colleghi al voto il presidente del Consiglio Comunale, Angelo Pettinacci, propone di far “lavorare la Fondazione Coscioni e il Centro Studi di Orvieto per dare vita a una collaborazione fattiva sull’approfondimento dei temi proposti dalla discussione sul Registro del testamento biologico e valorizzare questo impegno in borse di studio e giornate di confronto”.

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