politica

Alto Orvietano, rinnovabili: un protocollo d'intesa per uno studio approfondito della migliore strategia

mercoledì 1 aprile 2015
Alto Orvietano, rinnovabili: un protocollo d'intesa per uno studio approfondito della migliore strategia

Un protocollo d’intesa per definire un piano strategico d’area sul tema delle energie rinnovabili, con la partecipazione di esperti, comitati, cittadini e imprese. È questo lo strumento con il quale i sindaci di Fabro, Ficulle, Montegabbione, Monteleone d’Orvieto e Parrano intendono dare forma ad una visione condivisa sul tema energetico. Uno strumento sorretto da tre elementi fondamentali: la tutela della salute e dell’ambiente, in primis, la partecipazione democratica, i principi dello sviluppo sostenibile. Il tutto nel rispetto delle normative nazionali, europee e alle direttive/studi dell’organizzazione mondiale della sanità.

I Sindaci dell’Alto Orvietano valutano positivamente la proposta dell’ANCI Umbria alla Regione di modificare il regolamento n.7/2011 al fine di restituire ai Comuni la facoltà di decidere, sulla base delle singolarità del territorio, dei principi di sostenibilità e di percorsi di partecipazione democratica, il proprio modello di sviluppo in materia di energie rinnovabili. Una prima riunione è stata convocata giovedì 12 Aprile a Perugia. Saranno presenti l’Assessore Regionale all’Ambiente, il Presidente dell’Anci regionale, i sindaci dei comuni del progetto “Area Interna” dell’Umbria sud-ovest e alcuni sindaci della provincia di Perugia.

“Abbiamo deciso di lavorare attorno a questo protocollo d’intesa – hanno dichiarato i Sindaci dell’Alto Orvietano – per offrire ai cittadini maggiori certezze sul tema delle rinnovabili. Vogliamo poter definire un modello che è anche un campo di possibilità, dicendo, con estrema chiarezza, ciò che è compatibile con valori per noi non negoziabili: salute, ambiente, democrazia, sviluppo sostenibile e ciò che non lo è.
“Abbiamo deciso di procedere assieme – proseguono - perché riteniamo l’Alto Orvietano un sistema coerente di elementi naturali, storici e antropologici. Partiamo dalle nostre singolarità per ragionare con gli altri territori a noi prossimi e con le istituzioni regionali. Si può fare sviluppo sostenibile – e lo diciamo rivolgendo il nostro sguardo in direzione della Regione Umbria - senza dover per forza importare e subire progetti pregiudizievoli, fuori scala e in contraddizione con quelle idee guida ricordate in precedenza.

“È tempo – concludono i sindaci – di porre mano ad alcune modifiche del Regolamento Regionale n.7/2011, in un’ottica di maggiore salvaguardia della salute e dell'ambiente. Si può fare, lo si deve fare e si può cominciare da subito. Sarebbe un ottimo viatico per cominciare bene la prossima legislatura”.