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Province nel caos: "Se non interviene il Governo stop ai servizi"

mercoledì 17 dicembre 2014
Province nel caos: "Se non interviene il Governo stop ai servizi"

L'allarme rosso lo lancia Leopoldo Di Girolamo, presidente della Provincia di Terni: "Dal primo gennaio, rimanendo così le cose, senza alcuna modifica da parte del governo alla legge di stabilità, i servizi essenziali erogati dalla Provincia di Terni non potranno più essere garantiti". Stessa, identica preoccupazione A Perugia: "Restano pochi giorni, sennò diventerà impossibile gestire strade e scuole superiori". Nel mirino degli enti locali di tutta Italia c’è un emendamento alla Legge di bilancio del governo.

L’emendamento prevede che le assunzioni del personale delle ex province in esubero da parte di regioni e comuni non venga calcolato nel tetto della spesa per il personale previsto dall’articolo 1 della legge 296/2006, ma le assunzioni degli ex dipendenti influiranno comunque sui vincoli del patto di stabilità e sulle sostenibilità dei bilanci di regioni e comuni.

L’allarme è stato lanciato lunedì al seminario organizzato da Upi e Provincia di Perugia sulla legge 56/2014 “Delrio” in materia di riforma delle Province. "Le nuove Province rischiano di nascere impotenti – ha detto Di Girolamo – perché non ci sarà più la possibilità di garantire interventi su strade, scuole e ambiente, in quanto mancheranno fondi e personale. Lanciamo un ennesimo appello al governo affinché consenta alle Province italiane di avere margini di manovra nei bilanci e certezze dal punto di vista del personale". La necessità di avere risposte “certe e chiare” dal Governo sul futuro dei servizi e dei dipendenti delle Province a partire dal 1 gennaio prossimo è stata sottolineata anche dal presidente della provincia di Perugia, Mismetti. "Le Regioni – afferma – hanno il compito di predisporre la legge di riordino entro il 31 dicembre, ma devono essere messe in condizioni di garantire la tenuta dei servizi e assicurare garanzie al grande patrimonio di risorse umane e professionali delle Province, migliaia di dipendenti, patrimonio del nostro Paese che stanno vivendo in uno stato di forte fibrillazione. Non siamo contrari al cambiamento e alle riforme, ma il buon senso impone riflessioni rispettose dei cittadini e del personale".

"L’emendamento migliorativo che ci aspettavamo per ora non c’è stato – sottolinea il presidente Upi Marco Vinicio Guasticchi – anzi pone limiti e vincoli tali da sembrare redatto da chi non conosce a fondo questi temi. Occorre attivare i parlamentari affinché capiscano che la partita delle Province non è chiusa. Occorre spiegare ai cittadini i danni che si stanno per riverberare su di loro in termini di perdita dei servizi perché erroneamente pensano che le Province siano state già chiuse, mentre non è così. Se per le crisi aziendali – ha aggiunto Guasticchi – siamo tutti pronti a mobilitarci e a scendere in piazza, dobbiamo esserlo anche per i 20mila dipendenti provinciali coinvolti in questa vicenda".

Un impegno nei confronti del governo viene preso dai senatori del partito democratico Gianluca Rossi e Stefano Vaccari. "Il processo di revisione dei costi superflui ed abolizione delle province fa parte di un sistema di razionalizzazione che il Paese attende da tempo: per questa ragione deve essere fatto bene, senza lasciare confusione e vittime alle spalle. Il Governo tenga conto di quello che sta accadendo in queste ore e corregga l’emendamento presentato alla legge di stabilità, che innesca il rischio di messa in mobilità per migliaia di lavoratori delle amministrazioni provinciali". Per Rossi e Vaccari "la soluzione esiste ed è assolutamente praticabile e consiste nel consentire a tutti gli enti pubblici di assorbire il personale eccedente nelle province, derogando a quanto previsto dalla legge Fornero in materia. Sia chiaro – concludono Rossi e Vaccari – che non si parla di trattamenti di favore per specifiche categorie di lavoratori, ma di consentire all’architettura amministrativa di mettersi in linea con le riforme del governo Renzi, e quindi auspichiamo che nelle prossime ore arrivi una soluzione definitiva al problema".

Anche Catiuscia Marini è preoccupata: "Va riconosciuta all’Umbria – sostiene – una gestione responsabile della pubblica amministrazione e questo ci consente oggi di fissare dei paletti fondamentali nella partita in atto del riassetto istituzionale". La presidente ha invocato la necessità di un’azione corale da parte di tutti i soggetti istituzionali, dei dipendenti e degli organismi sindacali, chiamati a dimostrare più di altre volte disponibilità e flessibilità, la presidente ha richiamato i punti essenziali della posizione assunta dalla Regione su questa vicenda: validità dei requisiti pre-Fornero nella valutazione delle unità di lavoro da mettere a riposo; autonomia di legislazione e di concertazione in fase di definizione del quadro istituzionale umbro, così da renderlo consono alla esigenze regionali; sostenibilità finanziaria degli stipendi, che dia respiro e consenta di costruire un’adeguata dotazione organica per Regione e Comuni; norma transitoria per gestire il percorso verso la nascita dell’Agenzia per le politiche del lavoro. Marini ha quindi sgombrato il terreno da ogni dubbio: tale processo non dovrà richiedere una tassazione aggiuntiva. "Con queste modalità – conclude – saremo in grado di gestire questa partita, che tuttavia sarà difficile e complessa".

"Lavoreremo intensamente anche durante le Festività – si impegna l’assessore regionale Fabio Paparelli – l’obiettivo è di valorizzare le professionalità delle Province anche andando a coprire situazioni carenti negli uffici decentrati dello Stato come i tribunali. Il futuro dei dipendenti delle Province non può essere oggetto di campagna elettorale. A nessuno è consentito strumentalizzare questa delicata fase". Paparelli spiega come "nella legge 56 un disegno organico c’è: le Province sono configurate come area vasta di secondo livello. Un disegno sul quale si può discutere, ma che di fatto è già delineato. Dobbiamo piuttosto pensare ai servizi e a valorizzare le professionalità delle Province e in tal senso l’emendamento alla legge di stabilità in discussione in queste ore non ci soddisfa. E’ indispensabile che venga attivata al pre-Fornero per consentire il pensionamento di dipendenti non solo delle Province, ma anche di Regioni e Comuni. Ciò impedirebbe di dichiarare esuberi del personale e quindi di procedere alla definizione delle funzioni e al riassorbimento dei dipendenti provinciali e al tour over nei Comuni e nella Regione". Su questo fronte Paparelli, sollecitando uno stretto collegamento tra Anci, Upi e Regione, ha annunciato che la questione sarà gestita da un osservatorio permanente sia per il ricollocamento dei dipendenti che per i servizi in stretto rapporto con le organizzazioni sindacali.


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