politica

Seduta fiume del coordinamento del Pd. Tra una settimana il segretario presenterà il progetto di riorganizzazione

giovedì 20 novembre 2014
Seduta fiume del coordinamento del Pd. Tra una settimana il segretario presenterà il progetto di riorganizzazione

E’ stata una nottata di passioni, sentimenti, proposte, progetti e nervosismo. Ma alla fine il coordinamento comunale del Partito democratico riesce a trovare l’adeguata sintonia per andare verso una riassetto della struttura riorganizzativa che il segretario, Andrea Scopetti, anticipando decisamente i tempi proposti dal “Gruppo dei 15”, ha fissato per il coordinamento del 28 novembre proponendo la discussione di un progetto complessivo già elaborato dalla segreteria.

Tutto comincia alle 21 quando a spiegare le ragioni del “Gruppo dei 15”, ovvero i 15 membri del coordinamento comunale del Pd di Orvieto che hanno richiesto la convocazione straordinaria dell’assise politica, è il documento letto da Giorgio Caiello. Un testo decisamente duro nei confronti del segretario Scopetti e della segreteria del Partito Democratico. Si parte dalle primarie dove i dirigenti di partito non si erano schierati con Germani.Si critica: la composizione delle liste elettorali delle comunali, il sistema di gestione della campagna elettorale, quella del dopo elezioni, la scelta degli assessori, l’organizzazione della festa dell’Unità, l’assenza del Pd Orvietano nella fase decisionale dei candidati al Consorzio di Bonifica, il risultato avuto da Germani nelle ultime elezioni provinciali. Elementi che portano Caiello a sollecitare la necessità di “Risanare lo scollamento e distonia imbarazzante tra azione amministrativa e azione politica”, e quella di “fermare questa inutile e asfittica sopravvivenza a cui è condannato il Partito democratico Orvietano”.

Per il “Gruppo dei 15” il passaggio per risolvere questi problemi è quello di convocare entro il 15 dicembre una conferenza programmatica e di riorganizzazione del PD di Orvieto. E l’allargamento dell’organo di confronto politico tramite la cooptazione nel coordinamento comunale dei consiglieri comunali del gruppo Pd della scorsa legislatura, dei segretari di circolo e dei democratici del Pd di Orvieto che rivestono incarichi politici e istituzionali sovra comunali.

Il documento apre le danze di un dibattito che a tratti diventa anche eccessivamente nervoso per i toni e le reazioni. La presidente dell’assemblea, Etilia Stella, cerca di mettere in votazione un emendamento sui punti 2 e 3 dell’ordine del giorno, ovvero quelli dell’allargamento del coordinamento comunale sostenendo che il percorso di cooptazione non rispetta le regole stabilite dalla Federazione Provinciale che ha fissato il numero dell’assise in 51 membri.

Nasce un dibattito su forme e metodi che alla fine si risolve con la prosecuzione dell’assemblea senza intervenire sui punti indicati dalla presidente. Il microfono, quindi, passa al segretario Andrea Scopetti il quale mette subito le cose in chiaro. “Questo documento - dice - arriva tardi perché la riorganizzazione del Partito è già stata discussa e condivisa in queste settimane con le segreterie dei circoli e le strutture del partito. Il segretario e la segreteria sono pronti fin da adesso a discutere su un progetto reale di riorganizzazione del partito, senza attendere dicembre”. Una riorganizzazione che Scopetti non nasconde di essere anche frutto di un’analisi degli errori fatti in questi mesi ma è “la naturale conseguenza di un percorso di rinnovamento e cambiamento che il Pd ha saputo mettere in campo eleggendo figure nuove e competenti”. Questo percorso “deve migliorarsi nell’organizzazione di tutte le strutture del Pd riuscendo a premiare la meritocrazia prima dell’apparenza ai gruppi politici. Riuscendo ad aprirsi alla società civile, ai professionisti della città e non scegliendo meccanismi di inclusione di membri nel coordinamento con l’unico scopo di stravolgere gli equilibri interni per garantire posizioni a chi non li ha”.

La replica di Andrea Scopetti si fa dura quando è il momento di parlare del rapporto tra Pd e Fondazione Conti. “Bisogna rivedere questo rapporto - dice il segretario - perché è inammissibile che si va a Roma a manifestare per l’articolo 18 e poi si viene a Orvieto a compromettere il futuro lavorativo delle persone. E’ inammissibile che persone che hanno rapporti economici con il Pd si permettano di lavorare alla destrutturazione del Pd. Ci vuole rispetto”.

La miccia a questo punto è accesa. Scopetti chiude con una prospettiva beneaugurante: “E’ venuto il momento di non perdere altro tempo, la città ci chiede altro, il riassetto del Partito deve essere una cosa veloce, snella ed efficace per dare all’amministrazione comunale quel sostegno necessario di cui ha bisogno. Questo percorso non si fa tentando di destrutturare il Pd per destrutturare l’amministrazione. Questo percorso si fa coinvolgendo tutti quelli che vogliono il bene delle politica e della città superando la logica dei posizionamento e lavorando tutti all’unità del Partito democratico”.

La stessa prospettiva di unità che Fausto Galanello indica per avere un possibilità elettorale alle prossime regionali. “In questo modo e in questo clima - dice il consigliere regionale - non solo non riusciremo ad eleggere nessuno, ma forse nemmeno ad avere il nostro spazio nelle liste. Se in sostanza, sia nel documento firmato dai 15, sia nella relazione del segretario, nessuno disconosce i problemi del Pd e invoca la riorganizzazione allora lavoriamo alla strutturazione di questa conferenza programmatica che sia il 15 dicembre o prima, ma facciamolo con la convinzione di costruire e non distruggere. Sul metodo di allargamento del coordinamento nutro delle perplessità e credo sia necessario un approfondimento maggiore”.

Il filo conduttore del dibattito trova ogni intervento favorevole alla riorganizzazione del Partito, chiaramente su visioni diverse, ma conformi nella sostanza. Le divisioni, è chiaro, nascono sul metodo di allargamento del coordinamento comunale. Loriana Stella dice: “In questo partito c’è spazio per tutti, tutti possono lavorare per il bene del Pd, non comprendo queste necessità di trovare formule di inserimento che non si trovano in linea con i regolamenti in vigore”. Silvia Fringuello e Federico Giovannini, invece, hanno le idee chiare sulla necessità di ampliare il coordinamento sostenendo che non si tratta di un allargamento di nomi, ma di esponenti del partito che hanno lavorato e lavorano per il Pd e lo rappresentano. Anche Pirkko Peltonen è dello stesso avviso e bacchetta la segreteria per la mancaza di una linea trasparente nella strategia di comunicazione del partito.

Carlo Pedichini ripete più volte una chiara esternazione: “Non si può litigare fino all'una per una cosa su cui siamo tutti d'accordo, non si può”. La stessa che affida al suo profilo Facebook riferendosi al fatto che negli interventi che lo hanno preceduto la linea di riorganizzare il partito trova tutti concordi. Anche lui resta favorevole all'allargamento del partito. 

Poi arriva il momento di Marino Capoccia che nelle sue parole riesce a sintetizzare il senso della prospettiva di una riunione che deve decidere in fretta per non ritrovarsi attardata nel rapporto con la città. “C’è una distanza abissale tra gli argomenti di questa sera e i problemi della comunità - apre Capoccia -. Non attardiamoci ancora un minuto di più sui nostri problemi interni, concludiamo in tempi decisamente brevi questo riassetto per iniziare a dare risposte ai cittadini. Serve un percorso unitario per costruire un gruppo di persone che possa lavorare in tranquillità e armonia sul riassetto del Pd la storia ci insegna che se continuiamo con queste divisioni perdiamo anche quel poco di credibilità che ci è rimasta”.

Il percorso di conclusione della serata inizia quando a salire in cattedra sono gli amministratori. “Credo che la cooptazione sia un giochino per tentare di spostare gli equilibri del partito, ma nell’economia della politica le elezioni si perdono con 51, 80 o 180 membri del coordinamento se questo coordinamento esiste per alimentare le divisioni - dice il presidente del consiglio comunale Angelo Pettinacci -. Prima delle cooptazioni serve l’unità del Pd perché, se non lo avete capito, questa amministrazione ha bisogno del sostegno di un partito unito, di un partito che sia sentinella dei problemi dei cittadini sul territorio, di un partito che faccia proposte concrete quelle che ancora non ho visto arrivare. E’ vero, il partito ha bisogno di una riorganizzazione e di un riassetto, lo dicevamo da quando io stesso facevo parte della segreteria del Pd. Ma questa riorganizzazione, che deve essere fatta nel più breve tempo possibile, deve essere fatta con lo spirito di costruire, fare proposte, e non con lo spirito di dare agli opportunisti la possibilità di restare sempre a galla”.

“Lo ammetto e credo di rappresentare il sentimento di tutti i consiglieri comunali - dice Andrea Taddei capogruppo del Pd in consiglio comunale - in questi mesi queste divisioni che animano il Pd hanno in un certo senso reso più difficoltosa la nostra azione amministrativa in quanto, consiglieri di prima nomina come sono io, avrebbero bisogno di un sostegno maggiore di una unità maggiore del Partito di riferimento. Ho trovato questo sostegno solo dal segretario e da pochissime altre figure, per il resto è difficile percepire una proposta. Ben venga la riorganizzazione propositiva e costruttiva. Che sia un riassetto non costruito nella ricerca del massimo comun divisore, ma sul minimo comune multiplo di unità e prospettive per il partito e la città”.

Prima del sindaco arriva l’intervento di Valentino Filippetti, il quale ribadendo di far parte della Fondazione Conti, di non essere mai stato coinvolto negli incontri che ci sono stati in questi mesi, garantisce che la questione potrà essere affrontata prossimamente, ma che non è l’argomento della serata. L’intervento di Filippetti verte soprattutto sul merito delle questioni: la prima quella di definire “necessaria” la convocazione per il 15 dicembre della conferenza programmatica. Più ampia l’articolazione sull’allargamento del coordinamento del Pd. “Non è vero che il coordinamento non si può allargare per cooptazione - dice Filippetti -. La risposta è nel numero dell’elenco che abbiamo firmato questa sera che porta 55 nomi e non 51. Si tratta di riportare nel coordinamento con diritto di voto chi c’era fino a pochi mesi fa come membro di diritto in quanto consigliere comunale, si tratta di concedere il diritto di voto ai segretari di circolo che sono le strutture realmente riconosciuti dagli organi superiori del partito. Si tratta di fare una scelta non di nomi ma di funzioni, di rappresentanti del Pd senza che si evocano presunti giochetti e opportunismi. Se non si procede con questo percorso di riorganizzazione e allargamento del Pd si rischia di dare forza a chi aspetta sulla riva del fiume il passaggio del cadavere del sindaco”

Fatti i dovuti scongiuri è il primo cittadino, Giuseppe Germani, a prendere la parola. “Oggi siamo di fronte ad una situazione evidentemente complicata perché non si è affrontato questo problema quando era necessario farlo - dice il sindaco -Tutti siamo d’accordo per dare una nuova struttura al Pd, ma che sia costruttiva e non per l’ennesima volta distruttiva. Sia chiaro che se non si ricostruisce un partito unitario, dove ci sia la gran parte della condivisione sul segretario, dove l’azione politica sia concretamente al sostegno dell’amministrazione non alla destrutturazione degli organismi non c’è bisogno che qualcuno aspetti i nostri cadaveri, io me ne vado prima. Gli orvietani ci hanno votato perché convinti che potevamo cambiare il sistema di gestione di questa città, di questo territorio partendo dall’ascolto con i cittadini. Se un partito non riesce più a fare questo anche l’azione amministrativa fatica ad andare avanti. Se manca una politica che unisce, una politica che ascolta, una politica che propone, una politica che sta sul territorio e conosce i problemi dei cittadini gli amministratori non possono vivere solo di luce propria. Bisogna affidare al passato un partito composto da chi fa le riunioni per conto suo e affidare al futuro un partito riorganizzato nella struttura e nella formazione di una classe dirigente rinnovata e degna di portare questo nome”.

L’analisi del sindaco non fa una piega: il tempo dell’uomo solo al comando è ormai sbiadito come le immagini della maglia bianco celeste che svetta sul Pordoi. Tanto più è finito il tempo di allungare le scadenza. All’atto delle conclusioni, evidenziando che la tesi della cooptazione deve essere decisa dagli organi superiori del partito, Andrea Scopetti coglie l’appello di Germani e degli altri amministratori proponendo un radicale cambio di programma. “Non il 15 dicembre, ma la prossima settimana, il 28 novembre - dice Scopetti - Fra una settimana siamo pronti a discutere in un nuovo coordinamento il progetto di riorganizzazione del partito senza aspettare un altro mese, perché non abbiamo più tempo di rinviare la discussione. Prima risolviamo la questione del riassetto, prima riusciamo a svolgere un vero ruolo politico per il partito e per l’amministrazione della città che abbiamo eletto, prima riusciremo a dare le adeguate risposte ai cittadini. Una riorganizzazione nella quale dico fin da ora che, come segretario di questo partito, mi farò garante del rispetto della democrazia interna verso quanti pensano ancora che sia possibile mettere a segno i loro colpi di mano”.

Dopo qualche discussione sul metodo si arriva alla votazione. Cè spazio anche per l'intervento di Lambero Custodi il quale, nel tentativo di derimere la questione che si scaldava su una serie di votazioni dalla simile sostanza propone, accogliendo la prospettiva di Scopetti, di votare un solo punto all'ordine del giono nel quale alla volontà di riorganizzare il partito si aggiunge la presentazione del progetto del segretario. L’assemblea quasi all’unanimità (solo un astenuto) accoglie il nuovo ordine del giorno che i sostanza impegna il partito ad avviare la fase della conferenza programmatica dalla convocazione del coordinamento del prossimo 28 novembre nella quale sarà presentato il progetto di riassetto del partito. Invece, con due voti contrari e il resto favorevoli, si decide di sospendere la trattazione dei punti relativi all’allargamento del coordinamento comunale per approfondirne le disposizione con gli organismi superiori del partito.