Il Pdci abbandona la coalizione che ha portato all'elezione di Germani
Gli scricchiolii partono da lontano, ma l'ufficializzazione della decisione, irremovibile seppure con rammarcio, arriva solo ora. I comunisti italiani, che alle ultime elezioni hanno riportato il 3,03 per cento delle preferenze senza entrare in consiglio comunale, abbandonano la coalizione di centrosinsita e annunciando un'opposizione da fuori.
“Con i nostri 356 voti – spiega il segretario Ciro Zeno – abbiamo contribuito in maniera decisiva alla vittoria del centrosinitra, permettendole di ritornare al governo della città. Abbiamo sostenuto con orgoglio e convinzione la candidatura di Germani non per fare cartella elettorale, ma per condividere le scelte. Nel periodo pre-elettorale, abbiamo partecipato ai tavoli per la stesura del programma. Tra le condizioni dettate c'è quella di bloccare l'aumento sconsiderato delle imposte per almeno 5 anni e assumere una posizione forte sul futuro della discarica. In riunioni ufficiali ci eravamo stretti la mano con i sindaci di Pd e Sel, dicendo 'non fermiamoci qui'. Le altre forze politiche si sono riunite e hanno discusso sulla linea da assumere in vista del bilancio. Noi, invece, non siamo stati convocati. Ora, a bilancio approvato, non possiamo renderci complici di un simile aumento delle tasse che vanno a colpire il nucleo familiare”.
Il Pdci invoca, inoltre, un taglio radicale della spesa pubblica e ai compensi. “Nulla di personale – aggiunge Zeno – ma non é più ammissibile avere delle parcellizzazioni dei 5 dirigenti che superano i 100.000 euro. Sarebbe un bel segnale, ad esempio, se il sindaco ridistribuisse la delega alla protezione civile al dirigente dell'Urbanistica. Da tagli adeguatri, potrebbero venire fuori 250.00 euro. E poi occorre una politica adeguata sui rifiuti. Dire 'no al terzo calanco' non è più sufficiente. Orvieto non può essere la pattumiera dell'Umbria. È ora di eseguire dei carotaggi in discarica. Altro punto che ci trova in disaccordo è la scarsa incisività sul degrado che interessa le scuole e la sanità. Su questo chiediamo un consiglio comunale aperto, dobbiamo portare in Regione la voce del territorio.
Proprio dove lì dove stanno bocciano la nostra proposta di legge a carattere popolare depositata a settembre con 4000 firme sulla sanità, che prevede più equità nella distribuzione delle risorse economiche sanitàrie in Umbria e quindi anche all'ospedale e al distretto di Orvieto. Ma per fare questo bisogna togliere ricchezza a Foligno e Perugia e non vogliono. Questa politica ingessata distrugge la volontà dei cittadini. Non c'è un progetto lungimirante di città”.
Sulla stessa linea, anche il segretario provinciale Gianni Pelini. “Nei fatti – dice – siamo stati cacciati. Chi entra in una coalizione, vuole governare con i cittadini, quando vede che i programmi vengono disattesi non può che sfilarsi. Al primo punto avevamo messo l'invarianza fiscale, ed è stata subito disattesa. Se la gente si allontana dai partiti è perché continua a non essere coinvolta”.