politica

Turismo a Orvieto, tanto rumore per essere dimenticanti anche dal Tg Regionale

sabato 16 agosto 2014
di G. An.
Turismo a Orvieto, tanto rumore per essere dimenticanti anche dal Tg Regionale

In questi giorni di ferragosto tra auguri e controrepliche, tra pietre miliari delle politiche turistiche e osservazioni lucide sul cosa è veramente la città, forse ai più potrebbe essere sfuggito un dettaglio non da poco. Un dettaglio che, forse, più di tante parole la dice lunga su quello che è il turismo in Umbria e la considerazione di Orvieto in Regione.

Senza farla troppo lunga, perché quando la situazione è seria e il toro deve essere preso per le corna non è il caso di perdere tempo con le parole, all’interno dell’edizione pomeridiana del Telegiornale Regionale dell’Umbria in onda ogni giorno su Rai 3 è stato lanciato un servizio dal titolo “Turismo in Umbria a due velocità”. Seduti di fronte al Televisore non ti aspetti altro di sapere, visto che se ne fa un gran parlare in città, di come sia andato il turismo a Orvieto.

Il servizio dura qualche minuto, si parla del lago Trasimeno, delle differenze tra turisti stranieri (più ricchi) e turisti italiani (più morigerati nelle spese) poi di Perugia e alla fine anche del Ternano. “A ecco sentiamo come andiamo a Orvieto” verrebbe da esclamare, e invece il silenzio. Per il Tgr dell’Umbria nel ternano come mete turistiche esistono soltanto la Cascata delle Marmore e Carsulae. E Orvieto? Niente il telegiornale tira via, Orvieto non viene considerata una meta turistica di ferragosto.

A questo punto, come diceva Lubrano, la domanda nasce spontanea: sono quelli del Tgr ad essere cattivi? Oppure a Orvieto è più facile parlare di turismo senza realmente affrontare i veri problemi del settore? Nel sabato post ferragosto, quando ancora c’è una domenica da trascorrere, non citare Orvieto nel Tgr Regionale significa perdere uno strumento importante di promozione. Essere non considerati nemmeno dagli organi di informazione regionali significa che forse il problema di essere un Autogrill tra Roma e Firenze (che può esistere) in realtà non è il problema prioritario.

Almeno quei turisti, in qualche modo, vengono a Orvieto, ma altri sono intenzionati a farlo? L’amministrazione oltre a rimanere imbrigliata nella stesura del bilancio, a volte condizionate anche per il resto delle attività, quali canali di promozione sta attivando? Soprattutto a Orvieto, oltre al Duomo, al Pozzo di San Patrizio ai musei e al Centro Storico cosa si offre per invogliare il turista a rimanere più di un giorno? E sia chiaro, che in una città di storia e cultura non ci si va per assistere ad eventi, ma per vedere monumenti.

Per esempio, si è parlato della pulizia dell’Anello della Rupe, ovvero il Percorso del Paao. E’ stato ripulito dalle erbacce, ma peccato che i cassonetti pieni di spazzatura (come si può vedere nella foto) ormai rimangono lì dall’età del bronzo e questo non è certo un modo di consegnare un’immagine attraente di Orvieto, per non parlare di una frana che ormai da anni ostruisce il percorso. Vogliamo parlare delle necropoli piene d’erba? Vogliamo parlare dei topi morti in centro? Vogliamo parlare dei sacchetti dell’immondizia che sono disseminati in centro? Vogliamo parlare della cartellonistica che in alcune zone della città è caduta addirittura in terra? Vogliamo parlare di quello che succede a Orvieto Scalo ogni giorno e ogni notte, ovvero il quartiere della stazione ferroviaria? Vogliamo parlare della stazione ferroviaria? Insomma la città che servizi offre per definirsi una città turistica? E, sia chiaro, per togliere l’immondizia dai sacchetti lungo il percorso della Rupe non serve una tassa di soggiorno, ma un gesto di buonsenso al giorno.

Ci sono troppe, piccole cose, che possono essere risolte senza un dispendio economico notevole e che renderebbero più accogliente la città. E chiaro che ci sono altre, più importanti, che hanno bisogno di consistenti investimenti economici e di tasse di soggiorno come si pagano in tante città italiane ed europee. Un turista orvietano sarebbe disposto a pagare una tassa di soggiorno in un’altra città quando poi sceglie di fare il percorso archeologico e trova i cassonetti pieni di immondizia? Del resto la regola d’oro di Confucio era abbastanza chiara: “non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te”.

Vogliamo parlare del sistema turistico territoriale? Paao non è l’acronimo di Parco archeologico ambientale dell’Orvietano? Qual’è l’impegno di spesa che l’amministrazione comunale intende impiegare per il rilancio del Paao? Il professor Bizzarri ha lanciato più volte il messaggio di territorio turistico, quali sono gli investimenti comunali previsti? Quali sono gli investimenti previsti per la riqualificazione delle aree archeologiche? Quali sono nel dettaglio tutte le somme che si intendono spendere per il turismo? Quali forme di partecipazione con la città, non solo con gli operatori e commercianti, sono stati messi in campo per studiare la spesa turistica da impegnare nel prossimo bilancio di previsione? Soprattutto, cosa si sta facendo per ridare a Orvieto quel ruolo di protagonista nelle politiche turistiche e strategiche dell'Umbria e dell'Italia?

La sensazione è che si tende a guardare il dito e non la luna e probabilmente il rischio vero è che i turisti adesso credono realmente che Orvieto sia un Autogrill tra Roma e Firenze, ma in futuro se gli interventi non vanno nella direzione di curare prima di tutto il decoro e l’accoglienza, poi l’offerta e la promozione, va a finire che i turisti si fermeranno solo in Autogrill e guarderanno la rupe dal parcheggio sorseggiando birra e camogli.