politica

Il Pd detta la linea su presidenza del consiglio e deleghe, ma è già tempo di malumori

giovedì 19 giugno 2014
di A. G.
Il Pd detta la linea su presidenza del consiglio e deleghe, ma è già tempo di malumori

Al coordinamento del Partito democratico passa a maggioranza il documento del segretario, Andrea Scopetti, sul riconoscimento al Pd della presidenza del consiglio e sulla composizione della giunta. L’assemblea vara le proposte con più di venti voti a favore, dieci astenuti e un voto contrario. Il segretario regge l’urto delle polemiche, ma Germani rivendica la sua autonomia e sembra far intendere di non volere interferenze di alcun genere nella scelta degli assessori. 

I nodi cruciali del lungo confronto che ha animato la sede del Pd di Sferracavallo non mancano e si stringono su un paio di passaggi chiave, o meglio sulle posizioni di alcuni consiglieri di maggioranza che hanno scelto di astenersi sul documento votato a favore dal sindaco e dal capolista Andrea Taddei. Una frattura, in parte, sanata nella prima riunione del gruppo del Pd che si è tenuta nella serata di mercoledì 18, mentre il sindaco era invece impegnato inuma riunione con i Commercianti del centro storico insieme ad alcuni esponenti della lista civica “Per Andare Avanti”. Ma a questo punto conviene procedere con ordine. 

COORDINAMENTO PD Martedì 17, alle 21 presso la sede del Pd di Sferracavallo è stato il momento dell’analisi del voto. Germani, entrato in “aula” con qualche minuto di ritardo è stato accolto da un lungo applauso. Per circa un quarto d’ora, e sotto l’incitamento del presidente Etilia Stella, si è battuto le mani a tutto e tutti. Poi ad aprire le danze è stato il segretario Scopetti. Nella sua lunga relazione, oltre al flusso dei voti, Andrea Scopetti ha toccato tanti argomenti. Ha evidenziato il ruolo del sindaco e la credibilità raccolta da Germani in questa tornata elettorale; ha elogiato Taddei, tutto il gruppo consigliare e quanti hanno partecipato alle elezioni pur non venendo eletti. Ha sollecitato tutti a continuare a lavorare come si è fatto fino ad ora. Rinnovamento, innovazione, cultura, partecipazione, collaborazione e lavoro sono state le parole chiave dell’intervento del segretario. 

“Chi sperava in un Partito Democratico diviso - ha detto Scopetti riportando le parole del documento approvato - è stato smentito dai fatti, un modo di fare politica è finito e un altro ci impegniamo ad iniziare. Un vecchio modello di sviluppo, che ha garantito ricchezza e benessere è finito e non tornerà mai più. Eppure siamo convinti che ce la possiamo fare e che su questo nostro territorio c’è un patrimonio immenso di forze, di risorse, di energie, di donne e di uomini che possono rappresentare la nuova leva economica di una nuova stagione di sviluppo”. Dall’analisi si è passati alla proposta di voto (il testo del documento è allegato alla notizia) sintetizzata nel fatto che i consiglieri eletti dovrebbero rimanere tali e non entrare in giunta, che i consiglieri del Pd non devono cambiare casacca, che il presidente del consiglio comunale deve essere espressione del Pd e, infine, che Germani deve nominare una giunta rispettosa dei criteri di credibilità, rinnovamento e competenze. 

Significativa la proposta, sempre di Scopetti, - ma non fatta oggetto di voto - di non assegnare a nessuno le deleghe al bilancio comunale almeno per la prima fase amministrativa. Secondo il segretario, “Germani deve mantenere per lui la delega al bilancio, come elemento di garanzia e responsabilità, almeno in questa prima fase”. 

Il primo a parlare è stato proprio il sindaco Giusepe Germani il quale ha ribadito con estrema chiarezza quanto già dichiarato, ovvero che “la giunta è pronta, mancano ancora dei dettagli ma sarà resa nota il prossimo 26 giugno”. Forte è stato l’appello a rivendicare il proprio ruolo di Sindaco nell’amministrazione della città e nella nomina della giunta.

Poi è la volta di Andrea Taddei che fa intendere, dalle sue parole, l'ormai maturata scelta di essere il capogruppo del Pd in consiglio comunale, senza cedere alle lusinghe della giunta. “Quello fatto fino ad ora – dice Taddei – non basta per cambiare la città. Noi non abbiamo chiesto di stare in giunta perchè la gente si aspetta un cambiamento vero nel modo di fare politica. Farò il consigliere per stare sempre dalla parte di Giuseppe Germani e soprattutto dalla parte che mi hanno e ci hanno sostenuto”. Una disponibilità che Taddei traduce in una voglia di fare per la città sottolineando che: “Se l'approccio sarà quello di considerare i sei consiglieri del Pd dei giovani inesperti questo diventerà un problema per chi crede o pensa di strumentalizzare la nostra attività. Noi rivendichiamo il nostro ruolo nel palcoscenico della città, perchè attraverso il nostro lavoro serio, costante, onesto e trasparente si riuscirà a rendere il gruppo consigliare e il Pd veramente credibili. Solo insieme e in modo serio riusciremo veramente a cambiare la città e a dare una prospettiva ai nostri figli”.

Altri interventi animano il dibattito: qualcuno acceso e diretto al segretario Scopetti per aver osteggiato la candidatura di Germani poi risultata vincente, altri ad accusare chi vuole alimentare critiche per trovare posizionamenti personali. Anche il segretario provinciale, Carlo Emanuele Trappolino non manca di evidenziare il suo pensiero: “Il voto umbro ci consegna un'amara realtà – dice – se a livello nazionale si raggiungono percentuali superiori al 40% a livello locale si riesce a superare solo fatica il 30. Questo ci deve far riflettere sulla classe dirigente locale del Pd che probabilmente non riesce a raccogliere la fiducia degli elettori”.

Poi arriva il momento del voto e il monito all'unità lanciato da Taddei già vacilla. Sul blocco dei verbalizzanti la nota recita: Sindaco, Taddei, Pettinacci e Belcapo a favore. In mezzo c'è Talanti che parrebbe astenuto alla prima chiama, ma lui smentisce confermando di aver votato a favore come il sindaco Germani. Mentre Martina Mescolini si astiene sostenendo di non conoscere il documento. Però, se è permesso dirlo, questi “peccati veniali” non contribuiscono ad iniziare nel migliori dei modi la nuova avventura democratica. Ma tutto si può recuperare prima dell'insediamento del consiglio e già ieri, mercoledì 18, il gruppo del Pd ha avviato un positivo confronto.


PRIMO INCONTRO DEL GRUPPO Passata la nottata la lunga giornata del Pd riparte del pomeriggio di mercoledì 18. Prima il sindaco si incontra i consiglieri per parlare delle incombenze amministrative. Poi si passa alla riunione a sei. Si parte dalle spiegazioni sul coordinamento della sera prima chiarite in poco tempo e in modo costruttivo e positivo. Poi è stata la volta della discussione sul capogruppo ed era scontata la nomina di Andrea Taddei. Il tema cardine è stato quello del presidente del consiglio comunale. Tolto Taddei a questo punto sembra che tutti gli altri consiglieri siano disponibili, ognuno con le sue prerogative, ma è chiaro che la scelta deve essere fatta su una persona e deve avere anche il consenso degli altri gruppi di maggioranza. Intanto, probabilmente, in queste ore a tutti i consiglieri comunali arriverà la notifica del primo consiglio comunale fissato per il 26 giugno.

NOMI E NOMINE: TUTTE LE VOCI L'argomento che scotta è sicuramente quello del chi farà cosa. Partendo dalla giunta pare ormai chiaro che Germani non voglia interferenze anche nel considerare i nomi che gli vengono dai gruppi di maggioranza. Per esempio Sel pare essere indirizzato alla nomina di una donna e in questo caso spunta il nome di Sabina Bordino. Sul versante della lista “Per Andare Avanti”, nonostante Gnagnarini scalpiti, pare che sia assodato l'ingresso in giunta dell'avvocato Vignoli. All'appello mancherebbero tre nomi, quelli più vicino al Pd, ma su chi cadrà la scelta è abbastanza difficile comprenderlo perchè Germani non vuole ingerenze. I nomi che rimbalzano sono sempre gli stessi, ma poi andando in fondo è il sindaco che decide.

Sulla presidenza del consiglio, invece, le cose cambiano. Intanto nel Pd i nomi che sembrano salire di quota sono quelli di Donatelal Belcapo, Angelo Pettinacci e Maurizio Talanti. Però il documento votato dal coordinamento del Pd già avrebbe creato malumori, specie dalla parte della lista civica che con tre consiglieri vorrebbe veder riconosciuta questa presenza.

Il documento presentato dal segretario Scopetti