politica

Il consiglio regionale dice sì all'indizione del referendum per la fusione dei 5 Comuni dell'alto Orvietano

giovedì 6 marzo 2014
Il consiglio regionale dice sì all'indizione del referendum per la fusione dei 5 Comuni dell'alto Orvietano

Dopo ampio dibattito, il Consiglio Regionale dell'Umbria ha approvato la normativa regionale in materia di referendum con 17 sì (Partito democratico, Forza Italia, Psi, Lega nord), 7 no (Fratelli d'Italia, Nuovo Centrodestra, Italia dei valori e Rifondazione comunista) e l'astensione di Goracci (Comunista umbro).

I referendum consultivi per l'istituzione di nuovi Comuni, fusione di Comuni esistenti o modificazione delle circoscrizioni e delle denominazioni comunali si potranno tenere anche in prossimità delle elezioni amministrative e potranno essere svolti in un periodo compreso tra 30 e 120 giorni dal giorno del decreto di indizione. La validità del referendum viene inoltre legata al raggiungimento del quorum degli eventi diritto (50 per cento più uno) e l'approvazione alla maggioranza dei voti espressi.

La proposta di Dottorini (Idv) di eliminare la prevista sospensione dei referendum "all'atto della pubblicazione del decreto di indizione dei comizi elettorali per lo svolgimento di elezioni politiche, nazionali o amministrative" è stata bocciata. Accolto l'emendamento di Damiano Stufara (Prc-Fds), di contenuto analogo ad una proposta avanzata da Dottorini, che prevede la non applicabilità della sospensione per i referendum consultivi "diretti a conoscere gli orientamenti della comunità regionale e di comunità locali su specifici temi che interessano l'iniziativa politica e amministrativa della Regione".

Respinti gli emendamenti dei consiglieri di opposizione Lignani Marchesani, De Sio e Zaffini (Fd'I), Mantovani e Monni (FI) che ipotizzavano di modificare i tempi per l'indizione del referendum consultivo (da 30/120 a 90/180) e di sospendere la loro indizione negli anni solari in cui ricadono le elezioni regionali o nazionali. Respinte le proposte di Stufara di sospendere l'indizione dei referendum nel periodo tra l'indizione dei comizi elettorali per le amministrative e la relativa proclamazione degli eletti e di considerare valido il quesito che raggiunge la maggioranza dei voti degli aventi diritto piuttosto che di quelli espressi. Bocciato infine l'emendamento Lignani Marchesani, De Sio e Zaffini (Fd'I), Mantovani e Monni (FI) che proponeva di non applicare la normativa in questione ai processi referendari già attivati.

Il documento accolto all'unanimità (presentato da Damiano Stufara e già approvato in Prima commissione) prevede "la cessione di parte della sovranità del Consiglio regionale alle popolazioni coinvolte, impegnandolo a rispettare l'esito del voto, procedendo all'eventuale fusione solo di quei Comuni le cui popolazioni si siano dichiarati favorevoli alla fusione e risultino territorialmente contigui".