politica

Volli, fortissimamente volli... Primarie a tutti i costi: vince Germani, le indicazioni del Gotha non funzionano più

lunedì 24 febbraio 2014
di Laura Ricci
Volli, fortissimamente volli... Primarie a tutti i costi: vince Germani, le indicazioni del Gotha non funzionano più

Si sono concluse domenica 23 febbraio, con un risultato forse inatteso, le primarie del Partito Democratico di Orvieto per la scelta del candidato a sindaco alle prossime amministrative. Trionfa, è il caso di dire, Giuseppe Germani, attuale capogruppo del PD nel consiglio comunale di Orvieto, che riporta 1102 preferenze sul più giovane e apparentemente favorito Andrea Taddei, che arriva a 987 preferenze. 24 voti vanno a Fabrizio Trequattrini, che da sempre ha presentato la sua candidatura come di servizio per spingere il partito a primarie che sembravano incerte e traballanti. Ancora alla vigilia della presentazione delle candidature infatti, avanzate lo scorso sabato 8 febbraio, sembrava che le primarie dovessero saltare a vantaggio di un candidato unico, che avrebbe potuto essere lo stesso Taddei se Germani non si fosse impuntato, rifiutando di ritirare la sua candidatura all'ultimo momento. Lo stesso Giuseppe Germani non si attendeva questo risultato e fino a qualche ora prima si dava in recupero, ma tutto sommato perdente, rispetto a un candidato appoggiato dal Gotha del partito, da quelli che Gianni Stella ha definito "i signori delle tessere e dei voti" e da una fetta consistente della società civile. Raggiante dunque, per un risultato neanche di tanto stretta misura, il capogruppo PD, che con il suo curriculum sempre al servizio del partito e con il passato ruolo di assessore nella Giunta Cimicchi e nella Giunta Mocio prima del rimpasto Capoccia, segna tutto sommato la vincita di quello che qualcuno ha definito l' "usato sicuro", ovvero del già conosciuto e dell'esperienza. E di certo lo ha favorito anche il ruolo di capogruppo di opposizione svolto in questi ultimi anni di centrodestra.

Sembra non aver funzionato, invece, pur in piena epoca renziana, l'appeal del nuovo e del cambiamento, che gran parte del partito aveva giocato puntando su Taddei, giovane professionista della società civile, vicino al PD ma non iscritto, appoggiato, a leggere le firme di sostegno alla sua candidatura, da vari e apparentemente influenti strati del PD e non. Non un mistero che fosse il candidato più gettonato e ben visto dal partito, vertici provinciali e regionali compresi, tanto che lo stesso Germani più volte ha dichiarato, durante gli incontri e i confronti con la popolazione, di non essere gradito ai vertici e di puntare, direttamente, al sostegno delle persone.

La competizione è stata leale, a detta dei candidati, e al di là della normale e attiva propaganda da entrambe le parti non ci sono state congiure o colpi bassi che hanno rovesciato un risultato che si dava quasi per scontato. A rovesciarlo è stata semplicemente la gente, anche se a Germani ha certamente giovato l'appoggio aperto di Trequattrini, stimato nel Coordinamento comunale del PD, ancor più stimato e influente nella CNA. E se una lezione si può trarre da questo risultato, è che ha giocato a suo favore proprio non essere appoggiato dai vertici e da chi, storicamente, detiene - o meglio pensava di detenere - voti e tessere. Le stesse "forze" insomma - rivelatesi piuttosto debolezze - che non hanno giovato all'uomo nuovo Taddei. La lezione da trarre è, a mio avviso, che le Segreterie, gli indirizzi dai vertici, e ancor più i signori dei voti e delle tessere non esistono più, che a più poco valgono le unzioni dall'alto e le benedizioni più o meno palesi, e che le persone si sentono libere di agire e votare come meglio credono. Indipendentemente dalle indicazioni e dai cliché.
Da rilevare tuttavia - e anche su questo il PD dovrà riflettere - che la partecipazione al voto è stata infinitamente più bassa che nelle primarie del 2009 tra Loriana Stella e Stefano Mocio: 2113 persone a fronte di oltre 6000. 

Con Germani candidato a sindaco del PD si apre ora, secondo quanto accenna il segretario Scopetti, una fase di confronto più serrato con un'ipotetica coalizione di centro sinistra. Non sarà una strada facile, perché la sinistra sta pensando a un suo percorso autonomo e non ha gradito il modo di procedere del PD, ma con Germani forse un ricompattarsi del centro sinistra può essere più agevole. Quel che conta è che non si spacchi il PD. Taddei, sportivamente, assicura collaborazione e lealtà. Resta da vedere se, come è auspicabile, lo faranno anche i suoi molti e variegati sostenitori, così che non si ripeta la lotta fratricida che, dopo la stretta rituale di mano tra Loriana Stella e Stefano Mocio, funestò il PD cinque anni fa. Sarà interessante vedere quanto e come l'esperienza insegna.

Primarie PD. I primi commenti a caldo di Germani, Taddei e del segretario Scopetti - Video