politica

Divide ma prosegue l'iter per la fusione dei Comuni dell'alto Orvietano

martedì 21 gennaio 2014
Divide ma prosegue l'iter per la fusione dei Comuni dell'alto Orvietano

Non si placa il fermento nell'alto Orvietano sul progetto di fusione dei Comuni di Fabro, Ficulle, Monteleone d'Orvieto, Montegabbione e Parrano. La delibera definitiva elaborata dalle cinque municipalità con cui si chiede alla giunta regionale l'avvio del procedimento per la creazione di un nuovo ente da circa 8000 abitanti è pronta ad arrivare sui banchi dei rispettivi consigli comunali. Il procedimento di fusione prevede un referendum consultivo delle popolazioni interessate che, in queste ore, continuano a dividersi tra favorevoli e contrari, soprattutto sulle modalità e i tempi con cui l'iter è stato avviato.

Le amministrazioni, come noto, hanno deciso intraprendere questa via dal momento che la situazione in ogni Comune è critica ed impedisce il normale svolgimento anche delle attività basilari. L'ipotesi, in ogni caso, sembra aver risvegliato lo spirito campanilista dei cinque municipi. C'è chi vede nell'idea di un Comune unico una grande possibilità, soprattutto di carattere economico, nonostante sostanziali dubbi di natura ideologica e sociale.

Quello che in molti si chiedono è il perché ci si stia approcciando in maniera cosi frettolosa e rapida. "Le nostre amministrazioni - lamentano alcuni cittadini - prendono come riferimento la fusione nelle Marche durata pochi mesi e che ha coinvolto solo 3 comuni, di cui uno di 5000 abitanti e gli altri 2 di 1500 abitanti, un caso molto diverso dal nostro che formerà invece il terzo comune per estensione territoriale della provincia di Terni. Perchè se facciamo un qualcosa di epocale non lo facciamo in modo corretto? Dove sta lo studio di fattibilità e chi lo ha fatto? Perchè non è stato presentato ai cittadini? La Regione perché non finanzia uno studio all'Università di Perugia e crea un iter di riferimento come hanno fatto in Emilia Romagna facendo di questa fusione un progetto guida per chi volesse fare la stessa cosa in Umbria? Dove sono le simulazioni di bilancio e il piano di sviluppo? Che investimenti vogliono fare con i soldi degli incentivi? Quali servizi saranno assicurati ai cittadini tra 10 anni quando i soldi della regione non ci saranno piu? Perchè 5 Comuni in Emilia Romagna hanno creato dei focus group con amministratori di maggioranza e minoranza, cittadini ed imprenditori per garantire ad ogni comune determinati servizi ed analizzato come potrebbe variare la qualità della vita dopo la fusione? Perchè da noi non c'è tutta questa trasparenza? Perchè le amministrazioni non collaborano con i cittadini? Perchè i consiglieri comunali devono farsi carico di una responsabilità enorme per un progetto che andrà a modificare per sempre la storia delle nostre comunità? Perchè invece di chiedere alla regione il referendum non iniziamo con il commissionare uno studio di fattibilità sul medio-lungo periodo all' Univerisità degli Studi di Perugia e poi lo illustriamo ai cittadini? Abbiamo atteso tanto per unirci, se proprio dobbiamo farlo facciamolo nel modo giusto e con metodo assicurando ad ogni comune un futuro".