politica

Italia Nostra, focus su alcuni problemi della città

giovedì 18 luglio 2013
Italia Nostra, focus su alcuni problemi della città

"Sarà la bellezza a salvare la città". Il pensiero di Leon Battista Alberti, datato 1400, non sembra però essere più attuale se raffrontato con lo stato in cui versa Orvieto. Ne è convinto il presidente della sezione di Italia Nostra Lucio Riccetti che richiama l'attenzione su un patrimonio storico artistico e paesaggistico come quello cittadino che "sta andando in malora per la miopia e la mancanza di un progetto culturale da parte di chi amministra", ma anche sugli obblighi morali "disattesi" che il primo cittadino ha nei confronti del consiglio comunale e dei suoi cittadini. Dietro la "scelleratezza di amministratori a cui sfugge l'importanza dei luoghi della realtà cittadina", ecco le questioni più urgenti sul tavolo.

Duomo. "Di recente la piazza è stata privatizzata - lamenta - per una manifestazione privata (Orvieto4Ever n.d.r.) che non doveva essere fatta chiudendo con paratie uno spazio cittadino e proiettando immagini non a tema sulla facciata del Duomo per cui servono autorizzazioni delle Soprintendenze. La copia in vetroresina della Maestà collocata a giugno 2009 sull'architrave del portale della cattedrale, poi, è ancora lì sebbene siano scadute tutte le proroghe chieste di anno in anno dall'Opsm alla Direzione regionale dei beni culturali di Perugia".

Decoro urbano. "Si sta ovviando - aggiunge - ai controlli sui beni culturali tentando di destoricizzare ai limiti dell'abusivismo edilizio, con relazioni storiche compiacenti, palazzi privati e intervenendo liberamente con restauri e adattamenti sia nel centro storico, come in via Porcari, che nell'area intorno a Rocca Ripesena. In quattro anni non c'è stato un regolamento dell'arredo urbano adeguato. L'immondizia è ovunque, le multe non servono a niente. Occorrono invece agevolazioni e incentivi alla differenziata, maggiore attenzione e riorganizzare il tutto in un piano che sia davvero a misura di città. Il Comune è chiamato a amministrare, basta a deleghe troppo facili".

Piscina del sindaco. "Il caso - rincara - è clamoroso. Fa parte di un sistema che fa acqua da tutte le parti. Quello che come associazione imputiamo è la mancanza assoluta dei documenti (testi, rappresentazioni grafiche, fotografiche, elettromagnetiche o di qualunque altra specie allegati agli atti amministrativi e abilitativi) che dal 17 maggio stiamo chiedendo, neanche con le diffide fatte. Alle Soprintendenze non risultano le autorizzazioni, necessarie anche per trasformare la piscina in un roseto. L'unico documento è del 1998. Se ci sono vizi di procedura e anomalie sul manufatto abusivo lo stabilirà la procura".

Comune consiglio di Cittadinanzattiva