politica

Gettate le basi per una programmazione comune tra Umbria, Lazio, Toscana e Marche

giovedì 4 luglio 2013
Gettate le basi per una programmazione comune tra Umbria, Lazio, Toscana e Marche

Gettate le basi per una programmazione comune tra Umbria, Lazio, Toscana e Marche nella giornata che la Festa democratica nazionale del Turismo, che si svolge nel parco della ex Casema Piave a Orvieto, ha dedicato alla sinergia interregionale e alle politiche territoriale. Il Partito democratico si è fatto protagonista, coinvolgendo amministratori e tecnici delle varie regioni, di una forma programmatica nuova, impostata sull'efficienza e sulla collaborazione tra enti confinanti. Un percorso di concretizzazione che nel pomeriggio è stato affrontanto dagli amministratori locali e concluso in serata con i rappresentanti delle regioni, da una parte la presidente umbra Catiuscia Marini, dall'altra il vice presidente della Regione Marche, Antonio Canzian. A emergere con chiarezza l'intenzione delle Regioni di lavorare fin da subito a una programmazione comune della quale il Corriere dell'Umbria è stato testimone diretto coordinando il dibattito tra i rappresentanti delle amministrazioni regionali con il vice direttore della testata, Riccardo Regi.

"In questo particolare momento economico e amministrativo - ha spiegato la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini - la riflessione su una specifica idea che raccolga i temi dello sviluppo dell'Italia centrale va necessariamente concretizzata in azioni che siano rispondenti ai temi tradizionali come possono essere le infrastrutture, ma sia capace di inserirsi nelle maglie della nuova programmazione europea. Penso a temi nuovi che riguardano soprattutto il sostegno alle imprese e al mondo del lavoro mediante azioni integrate e coordinate dalle regioni coinvolte: Umbria, Lazio, Toscana e Marche. Non dobbiamo pensare alla struttura delle macroregioni, ma a una condivisione reale sullo sviluppo e la crescita dell'Italia di mezzo. L'Umbria farà la sua parte con la disponibilità e l'intenzione di mettere in campo fin da subito scelte di programmazione concreta".

Di concretezza ha parlato lo stesso vice presidente della Regione Marche, Antonio Canzian per il quale "occorre diffondere la consapevolezza che l'Italia di mezzo ha un sub strato di eccellenze e qualità determinati per lo sviluppo di tutte le regioni coinvolte. Diventa necessario lanciare l'idea che questa parte di paese ha esigenze affini per programmare lo sviluppo in maniere comuni. L'attuale calasse politica di Marche, Toscana, Umbria e Lazio ha la consapevolezza che questo percorso deve concretizzarsi con atti tangibili che ormai non possono più essere rinviati". Un quadro di efficienza ribadito anche dagli amministratori locali che hanno discusso su un primo progetto comune presentato dal Pd di Orvieto, ovvero quello del "Contratto di fiume". Uno strumento di programmazione negoziata per la pianificazione e gestione dei territori fluviali, in grado di promuovere la riqualificazione ambientale e paesaggistica attraverso azioni di prevenzione, mitigazione e monitoraggio delle emergenze idrogeologiche, inquinologiche e paesaggistiche.

Importante il contributo di Athos De Luca, presidente della commissione ambiente del Comune di Roma, il quale ha fatto emergere la disponibilità dell'amministrazione capitolina a discutere sui remi dei rifiuti, del turismo, della mobilità e trasporti e soprattutto alla revisione del "Patto con Roma" stipulato dalla città della Rupe per renderlo più credibile e applicabile. Lo stesso sindaco di Viterbo, Leonardo Michelini, ha posto l'evidenza sulla necessità che l'area umbro-tosco-laziale, debba scommettere su un sistema territoriale di rete che promuova lo sviluppo locale. Temi che hanno avuto il prezioso contributo del dirigente per la programmazione, l'innovazione e la competitività della Regione Umbria, Lucio Caporizzi, del sindaco di Montefiascone Luciano Cimarello e del consigliere regionale dell'Umbria Fausto Galanello. A conclusione della giornata il segretario del Pd di Orvieto, Andrea Scopetti, ha rimarcato come ci siano le reali prospettive che l'orvietano diventi il fulcro di un baricentro territoriale per lo sviluppo dell'Italia centrale capace di inserirsi nell'asse produttivo che comprende Roma e Firenze.