politica

Sulla perdita di un comune strategico come Castel Giorgio

martedì 28 maggio 2013
di Matteo Ragnacci, segretario intercomunale Pd dell'Orvietano
Sulla perdita di un comune strategico come Castel Giorgio

I risultati elettorali del Partito Democratico e del centro sinistra a livello nazionale, dimostrano ancora una volta che il PD riesce a rispondere alla richiesta di innovazione, di territorio e di credibilità. Quando il centro sinistra si presenta compatto ed incarna la voglia di cambiamento, lontano dalle diatribe correntizie e dai distinguo sempre più presenti nel nostro linguaggio politico, semplicemente vince. Quando il centro sinistra mette al centro della sua politica il bene comune, la società civile, le grandi scelte strategiche per i territori, si propone come coalizione di governo seria ed affidabile.

Quando il centro sinistra mette a disposizione la sua migliore classe dirigente, lontana dai protagonismi e riafferma la sua vocazione progressista / riformista risponde al pieno alle aspettative dei cittadini. Non scendiamo nel facile gossip politico che quando si vince è il candidato che vince e quando si perde è il partito che ha perso. Uniti si vince, vicino alle richieste dei cittadini si vince, con una visione concreta di futuro si vince. Non basta cavalcare la protesta. Tutti sono in grado di criticare, pochi di proporre una nuova idea di sviluppo. E quei pochi li abbiamo noi e con un lavoro di squadra li abbiamo sostenuti. Il partito Nazionale prenda esempio da quello che è successo nei territori e lavori per riproporre la stessa autorevolezza, la stessa lungimiranza e lo stesso spirito di unità.

In questo quadro un rammarico forte viene dalla perdita di un comune strategico come Castel Giorgio. Il plauso va comunque a Gabriele Anselmi e alla sua squadra che hanno messo in campo idee innovative e salvaguardia del territorio ma che purtroppo non sono stati sostenuti dal clima politico che ha portato alle elezioni anticipate. Un'amarezza che vede una destra compatta prevalere su un centro sinistra frammentato in solitarie e dissennate convulsioni. Il M5S, inesistente, si attesta per quello che avevamo da subito ipotizzato: un movimento di protesta senza basi, senza idee e senza persone da spendere. Un flop per il movimento che è ancora più grave di quello nazionale.

Sapremo mettere a frutto l'esperienza di Castel Giorgio, riappropriandoci della dialettica politica che è propria dei grandi schieramenti democratici internazionali, allontanando quei personalismi che mirano solo al rafforzamento delle singole posizioni.
Valorizzeremo l'ottimo lavoro svolto da Anselmi e dai suoi compagni di viaggio, lavorando per l'unità del centro sinistra nell'Orvietano.