politica

Il Pd di Orvieto invita il Partito nazionale al più alto senso di responsabilità

mercoledì 24 aprile 2013
Il Pd di Orvieto invita il Partito nazionale al più alto senso di responsabilità

Si è svolta ieri la riunione del Coordinamento Comunale del PD di Orvieto per discutere della situazione nazionale e delle linee guida per un possibile sviluppo del territorio Orvietano. Dal dibattito è emerso evidente il disagio per la difficile situazione che il Partito Democratico sta vivendo in questi giorni. "La discussione - comunica la Segreteria - ha fornito interessanti spunti sulle possibili vie di uscita e ha ribadito la volontà unanime di avviare un percorso di rinnovamento che sia polarizzato al raggiungimento del bene comune. All'unanimità il Partito Democratico di Orvieto ha approvato un documento che, oltre a prendere una ferma posizione politica sul comportamento della classe dirigente nazionale, invita il Partito al più alto senso di responsabilità, come richiesto dal Capo dello Stato. Il Partito Democratico non dovrà però rinunciare al proprio ruolo, di partito progressista che rappresenta gli interessi dei lavoratori e delle fasce sociali più deboli, che si batte per garantire a tutti un'esistenza libera e dignitosa".

L'Assemblea ha apprezzato il lavoro fino ad ora svolto dalla Segreteria e ha dato mandato al Segretario e ai rappresentanti istituzionali del Partito di proseguire nell'ascolto delle componenti sociali affinchè si possano definire le linee guida finalizzate allo sviluppo del territorio orvietano, che saranno alla base del lavoro dei prossimi mesi e rappresenteranno l'impegno del Partito nelle prossime elezioni amministrative.

Di seguito il documento approvato.

"La difficile situazione che il Partito Democratico sta vivendo in questi giorni sancisce il fallimento non certo di una linea politica ma di un gruppo dirigente che, concentrandosi esclusivamente nel perseguimento di mediazioni interne ormai non più sopportabili, ha perso il contatto con i propri elettori e la propria base. Il processo politico che si è aperto non può riguardare soltanto il segretario Bersani che si è assunto sulle proprie spalle la responsabilità di un fallimento, cosa molto rara in Italia. Il suo fallimento riguarda soprattutto quei 101 parlamentari che facendosi scudo del segreto dell'urna hanno dichiarato la fine non soltanto delle candidature di Franco Marini e Romano Prodi e della segreteria di Pier Luigi Bersani ma soprattutto del progetto Politico del Partito democratico. Il Partito Democratico di Orvieto la strada l'ha già invertita, iniziando a perseguire con decisione quel rinnovamento e cambiamento di metodi di cui tutta la politica necessita. Oggi tutto questo appare più difficile e la strada certamente più in salita ma sarà ed è ancor più appassionante e doveroso. Il problema, come abbiamo cercato di sottolineare in questi mesi, non può essere la preoccupazione che le persone escano dal PD, il problema principale è come riuscire a farle entrare, come dare motivazioni e far crescere passioni, come renderli protagonisti della costruzione del proprio futuro. È nostro dovere rispettare le decisioni della Direzione Nazionale del Partito. Ma è nostro diritto poterle commentare e esprimere il nostro punto di vista. Il Coordinamento Comunale del Partito Democratico di Orvieto, consapevole delle gravi difficoltà economiche in cui versa il Paese, dell'emergenza della disoccupazione e della necessità di una immediata ripresa della produttività e dell'affermazione del ruolo dell'Italia sulla scena internazionale, ritiene urgente e doveroso che il Partito si impegni a favorire la costruzione di risposte a questi bisogni, nell'interesse esclusivo del Paese, dei disoccupati, dei lavoratori precari, dei più bisognosi, delle famiglie, dei giovani e del loro futuro. Silvio Berlusconi e questa destra non ci appartengono. Non appartengono alla nostra storia, alla nostra cultura democratica e giuridica, al nostro senso dello Stato. La loro visione dello Stato, della democrazia, del diritto, della gestione della cosa pubblica è molto diversa dalla nostra. Ma ormai la barca è alla deriva e sono troppo alte le probabilità che affondi: ci sembra saggio non buttare a mare chi è stato chiamato a prendere il timone. Giorgio Napolitano ha espresso un grande senso di responsabilità accettando la riconferma. Le stesse responsabilità dovrà assumersi il Partito Democratico, senza però rinunciare al proprio ruolo e alla propria funzione di rappresentante degli interessi del mondo del lavoro, della produzione e della parte più debole della popolazione. Sarà, per questo, decisivo il profilo e il programma del nuovo governo che dovrà avere una forte carica di cambiamento e di discontinuità con il passato".