politica

Violenza e non violenza nella pratica politica. Riflessione proposta dal Filo di Eloisa in occasione della Giornata Internazionale della donna

giovedì 7 marzo 2013
Violenza e non violenza nella pratica politica. Riflessione proposta dal Filo di Eloisa in occasione della Giornata Internazionale della donna

MODO - Sala Emilio Greco
g. c. dall'Opera del Duomo di Orvieto 

Sabato 9 marzo 2013 alle ore 16.00


Sabato 9 marzo alle ore 16, nella suggestiva cornice della Sala Emilio Greco di Palazzo Soliano, gentilmente concessa dall'Opera del Duomo di Orvieto, Il filo di Eloisa - Associazione Culturale Eloisa Manciati dedica un pomeriggio di riflessione e conversazione all'attuale tema "Violenza e non violenza nella pratica politica", esplorato, naturalmente, dal punto di vista del pensiero femminile, la cui diffusione e valorizzazione è il principale obiettivo della ricerca e dell'attività del Filo di Eloisa. L'iniziativa costituisce un modo per ricordare la Giornata internazionale della donna, che ricorre l'8 marzo.

Ad animare il dibattito saranno presenti, introdotte dalla presidente del Filo di Eloisa, Ornella Cioni, la scrittrice Chiara Ingrao, che ha affrontato l'argomento nel suo ultimo libro di saggi "Oltre il ponte", e Sara De Simone, del comitato SNOQ (Se non ora quando), che lo ha a sua volta trattato dal punto di vista della nuova e giovane generazione femminile sulla rivista "Leggendaria". E sarà proprio la direttora di "Leggendaria", Anna Maria Crispino, a coordinare la discussione, dato che la rivista lancia nel numero di gennaio 2013 alcuni interrogativi in proposito.

"Che cos'è la non violenza oggi? Chi la pratica, e come? E tra le donne chi ha qualcosa da dire?". Questi gli imput lanciati dalle pagine dell'ultimo numero di "Leggendaria" (n. 97-98, gennaio 2013), raccolti dal Filo di Eloisa per riproporli nell'iniziativa del prossimo sabato a tutte/i coloro che sono animati da passione politica. Perché la non violenza di cui si parla è, prima di tutto, azione politica.

Il dibattito su forza e violenza è stato posto all'attenzione nei mesi scorsi dall'uscita del pamphlet di Luisa Muraro "Dio è violent" e dai successivi articoli apparsi sulla rivista Via Dogana, in cui Muraro ribadisce la sua tesi di fondo: "...la libera disponibilità di tutta la propria forza oggi si richiede per contrastare la violenza tacita dei rapporti di forza che si sta imponendo sopra tutte le civiltà del nostro pianeta, perciò è bene disporre liberamente di tutta la propria forza personale, a rischio anche di eccedere, di sconfinare cioè nella violenza". Affermazione che ha scatenato immediate polemiche, non solo perché in contrasto con la tradizionale immagine di mitezza delle donne, ma anche con meditate e consolidate posizioni non violente del femminismo.

Se la sollecitazione di Muraro ha posto all'ordine del giorno il problema dell'uso della forza, certamente ci possono guidare in una riflessione le molte suggestioni che partono da "Leggendaria", in cui è presente anche un'ampia intervista alla filosofa. Gli articoli della rivista richiamano il percorso storico delle pratiche politiche violente e non violente delle donne a partire dal suffragismo, senza trascurare di porre in chiaro come la non violenza metta in gioco, insieme al corpo, una pratica interiore. Come ricorda Bia Sarasini nella sua illuminante apertura, nulla impedisce a una donna di essere violenta e in molte forse oggi lo desiderano, eppure non si può dimenticare che le donne hanno una speciale prossimità alla non violenza, per il differente modo di agire nella vita e mondo: quel particolare privilegio di cui anche Muraro parla in "Non è da tutti", la cura, che costituisce "la forma politica della non violenza".

La non violenza tuttavia non è un destino, ma una scelta che rimanda, come sostiene Sara De Simone, a "una ricerca, a un viaggio di conoscenza, a un confronto dinamico, trasformativo con tutto quello che ci circonda, anche e soprattutto quando non ci piace".
Per ricordarci la profondità e la complessità del patrimonio di riflessione che le donne hanno elaborato in questi anni è bene rileggere il brano che chiude il tema sulla rivista. Si tratta dello stralcio di un saggio scritto da Chiara Ingrao, Paola Baglioni, M. Luisa Boccia, Mary Joan Crowley nel 1984 e ora ripubblicato insieme ad altri saggi in C. Ingrao "Oltre il ponte. Pensieri di una femminista di frontiera", Ediesse 2012.

La non violenza, sostiene Ingrao, non è solo il tentativo di rispondere al conflitto senza far ricorso alla violenza, ma "un impegno attivo a ricercare il conflitto, lo scontro con il potere, sfidando spesso le regole della legalità.... È un conflitto che presuppone un grosso livello di coinvolgimento individuale in cui sono essenziali tanto il coraggio, la determinazione, che l'immaginazione, la creatività". Un processo in cui sono ugualmente importanti l'idea di individuo e di collettività, di tempo della vita e di tempo della politica. Ci ricorda inoltre come nella stagione del femminismo degli anni Settanta si sia riuscite felicemente a portare avanti pratiche di disobbedienza civile, di azioni dirette con carattere provocatorio a un'azione di politica "generale" che ha portato nuove leggi, e come i due livelli insieme abbiano determinato cambiamenti nella coscienze di molti/e.
Già negli anni Ottanta le autrici segnalavano però una crisi profonda e una nuova divaricazione tra i due livelli. Una crisi sia di incisività politica generale, sia di incisività nella vita concreta e quotidiana delle donne. Può riprendere da qui il filo di una riflessione che ci aiuti a ripensare insieme pratiche e strategie per l'oggi.

Per maggiori informazioni sull'associazione www.ilfilodieloisa.it