Povertà. Presidente Marini: "prioritaria la programmazione di politiche per fare uscire le famiglie fuori dalla crisi"
"Un lavoro prezioso e innovativo che contiene piste di ricerca utili per la programmazione del prossimo triennio in cui l'Italia dovrà fare i conti con una situazione che non conosceva da trent'anni": è quanto affermato stamani dalla presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, intervenendo stamani alla presentazione del Quinto Rapporto sulle povertà in Umbria.
"Il Rapporto - ha detto la presidente - ci consegna un'analisi approfondita e dei dati che potranno essere utilizzati per le politiche dei prossimi anni che risentiranno della manovra correttiva che ha previsto una riduzione della spesa sociale che, in pratica, si traduce in una sorta di arretramento dello Stato sui temi della cittadinanza sociale e del Welfare senza aver proposto un modello sostitutivo".
Relativamente al Rapporto la presidente ha sottolineato che "lo studio conferma ciò che ci aspettavamo, e cioè che gli effetti della crisi avrebbero avuto un impatto sociale modificando le condizioni di vita dei cittadini umbri e degli italiani".
La presidente, ricordando che i dati del Rapporto sono riferiti al 2011, ha precisato che le difficoltà evidenziate "si sono accentuate nel 2012 e si sentiranno anche nel 2013".
"Non è un caso - ha detto - se l'Europa, come mai aveva fatto in precedenza, abbia inserito per la programmazione delle Regioni 2014-2020, la costruzione di azioni specifiche per il contrasto della povertà. Questo conferma - ha aggiunto - che la povertà in Europa torna ad essere una problema che interessa anche le nazioni progredite".
La presidente ha quindi sottolineato che "in Umbria gli effetti della crisi si montano su fragilità strutturali e che, di conseguenza, le azioni di contrasto dovranno interagire sui due livelli. Le nuove povertà di oggi - ha precisato - sono rappresentate da quelle famiglie chiamate ‘vulnerabili, che entrano in povertà in seguito alla crisi e ai cambiamenti che investono il sistema produttivo. Le politiche sociali e quelle attive del lavoro, devono incidere su questa emergenza anche per reinserire i lavoratori che hanno subito gli effetti negativi della crisi e ripristinare il lavoro per permettere alle famiglie di uscire dalle difficoltà".
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