politica

Ancora colpi di scena a Castel Giorgio. Mentre si va al PRG l'ex vicesindaco Focarelli abbandona anche la maggioranza

martedì 27 novembre 2012
di Laura Ricci
Ancora colpi di scena a Castel Giorgio. Mentre si va al PRG l'ex vicesindaco Focarelli abbandona anche la maggioranza

Altro terremoto, annunciato, per l'amministrazione comunale di Castel Giorgio: il consigliere comunale Sandro Focarelli del Pd (ex vicesindaco) ha deciso di salutare la compagine di sempre e di uscire dalla maggioranza. Con una lettera depositata nella mattina di sabato, Focarelli - dopo la stessa decisione presa tempo fa dal collega socialista Piero Tilli - ha definitivamente abbandonato il gruppo "Castel Giorgio Solidale" con il quale era stato eletto nella primavera del 2009. Le dimissioni di Focarelli sarebbero state motivate dai rapporti "difficili" con il sindaco Pierluigi Peparello, ma sembrerebbe che in queste settimane i movimenti per cambiare le carte in tavola siano stati tanti.

Partendo da lontano, nel duo Peparello-Focarelli non ha mai regnato il sereno. A far traboccare il vaso sarebbe stata la goccia del progetto geotermia, nel quale Focarelli aveva chiesto maggiore coinvolgimento. Insomma, rapporti ormai tramontati alla fine di un secondo mandato Peparello che si alimenta, in gran parte, sul dibattito del futuro candidato sindaco del centrosinistra. Carta che Focarelli potrebbe anche giocare, visto che dopo le dimissioni da vicesindaco, come è del resto normale, non sono mancati abboccamenti con i consiglieri di minoranza - Garbini, Carraro, Meatta e Fausto - e naturalmente con Sel. Va detto, comunque, che anche da parte del sindaco Peparello non ci sono stati tentativi concreti di smussare gli angoli, così che ora appare per certi versi più in crisi che mai la stessa maggioranza del sindaco. Se Focarelli e Tilli si schierassero con le minoranze, infatti, si arriverebbe a uno stato di immobilismo. E lo stato di immobilismo paritario non è mai un bene, perché può portare a compromessi o a decisione dettate, da una parte come dall'altra, dall'interesse del momento. 

Ma il Partito Democratico, in tutta questa situazione, cosa fa? Ne abbiamo parlato con alcuni simpatizzanti, che sottolineano come, intanto, domenica il circolo di Castel Giorgio ha mostrato coesione e unità, in occasione delle primarie, nel portare alla vittoria Bersani. Uno dei pochi comuni dell'Orvietano dove Bersani ha superato il 50% dei voti - ci fanno notare - dimostrando che il connubio tra rinnovamento ed esperienza nel direttivo del circolo è stata una scelta positiva. In più ci sono altri 45 voti andati a Renzi che, per chi se lo fosse dimenticato, è un candidato del Pd alle primarie".

Certo, gioire con un Comune in crisi non è il massimo, ma a quanto pare la linea già tracciata dal Pd castelgiorgese, che è quella della responsabilità, appare vincente. E sembra basarsi sul tenere duro, rispettare il voto degli elettori, evitare di cedere alle provocazioni, rispondere alle esigenze dei cittadini arrivando ad approvare il Piano regolatore atteso da decenni. C'è da capire, in ogni caso, come il Pd saprà gestire la scelta di Focarelli che, pur uscendo dal maggioranza consiliare, resta nel solo partito che sostiene il sindaco.

Sul futuro della politica castelgiorgese sono, quindi, aperte tutte le scommesse. Oggi è in programma il consiglio comunale nel quale si dovranno approvare l'assestamento di bilancio e uno dei passaggi conclusivi del Prg. Il tutto condito con l'incognita del voto di Tilli e Focarelli che, nei fatti, insieme a Garbini, Carraro, Meatta e Fausto portano il numero della minoranza a 6 consiglieri, pareggiando il conto con la maggioranza. Il sipario su un consiglio che una parte della maggioranza eletta dai cittadini ha fatto diventare monco (dimissioni in blocco di Sel nel 2010 e le attuali scelte di Tilli e Focarelli) con l'ombra di un commissario che potrebbe arrivare a mettere la parola fine su tutti i progetti castelgiorgesi, Prg incluso. Ma a pensarci bene forse, arrivati a questo punto, un commissario ci vuole, se non altro perché, a Castel Giorgio come altrove, si dimentica che quando si viene eletti si riceve un mandato dai cittadini e che, se ci sono troppi movimenti e sommovimenti, obiettivamente si rappresenta forse se stessi, ma non si è più del tutto legittimati a rappresentare una comunità.