Operazione "salviamo la provincia di Terni". Spoleto e Foligno dicono "ni"
A quanto pare, in Umbria, in pochi sarebbero davvero disposti a rinunciare alla Provincia di Terni. Così la riunione del CAL - Comitato per le Autonomie Locali, convocato in gran urgenza per lunedì 17 settembre, ha dovuto buttar giù una proposta, la più sensata possibile, che sancisca l'irrinunciabilità del Ternano in Umbria.
La proposta messa sul tavolo dal presidente del CAL, e sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo, provedeva che le due future province coincidano con le due Asl salvate dalla riforma regionale. Secondo la proposta Di Girolamo, quindi, la nuova geografia politica dell'Umbria avrebbe dovuto prevedere una Provincia di Perugia, estesa dall'Alto Tevere alla Media Valle del Tevere, ma privata dei territori di Foligno e Spoleto che, secondo questa proposta, sarebbero dovuti passare in provincia di Terni.
Gli "stati generali" dell'Umbria sarebbero quasi tutti concordi con la proposta Di Girolamo anche se, a dirla tutta, una vera e propria convergenza sulla questione non c'è. L'idea di portare i territori dello Spoletino, di Foligno e della Valnerina sotto Terni, è una ipotesi tra le più accreditate. Non c'è dubbio. A scegliere però se accettare o meno questa proposta dovranno essere però i comuni interessati dal cambio e non tutta l'Umbria. Il tempo però non sorride a nessuno, poiché entro il 2 ottobre prossimo la proposta dovrà essere già in volo verso Roma. E da più parti si teme che dal Governo sarà comunque un "no" alla proposta Di Girolamo.
I sindaci di Spoleto e Foligno Daniele Benedetti e Nando Mismetti, a questo punto, seppur con un certo maldipancia, sembrano aver deciso di aprire al documento del CAL che prospetta il trasferimento di 22 Comuni dalla Provincia di Perugia a quella di Terni. "Il territorio - enuncia la bozza di proposta del CAL - della futura circoscrizione provinciale di Terni, che potrebbe assumere anche una diversa denominazione, ricomprende i seguenti Comuni: Bevagna, Campello sul Clitunno, Cascia, Castel Ritaldi, Cerreto di Spoleto, Foligno, Giano dell'Umbria, Gualdo Cattaneo, Montefalco, Monteleone, Nocera Umbra, Norcia, Poggiodomo, Preci, Sant'Anatolia di Narco, Scheggino, Sellano, Spello, Spoleto, Trevi, Vallo di Nera e Valtopina. Si verrebbero a determinare - prosegue il documento - due Province con una determinazione territoriale quasi uguale e popolazioni più equilibrate, con la Provincia di Perugia che coprirebbe un'estensione di 2.042 chilometri quadrati per 516mila abitanti e quella di Terni con 2.121 chilometri quadrati per 392mila abitanti".
Questa è la proposta "salva provincia di Terni". Proposta che nessuno sa quanto incontrerà il gradimento del Governo. Nel frattempo la presidente Marini invita tutti a "restare uniti" per il bene della Regione.
Dunque l'agenda che scandirà il prossimo futuro dell'Umbria e, in particolare, della provincia di Terni, ha segnato in rosso tre date: 2 ottobre, termine ultimo per giocare le carta del CAL, 24 ottobre pubblicazione del parere del Governo e 6 novembre quando la Corte costituzionale sarà chiamata a pronunciarsi sui sei ricorsi presentati da altrettanti Regioni che, se venissero accolti, manderebbero alle ortiche il piano di riordino nazionale, e di conseguenza, ogni proposta volta a delineare in modo diverso la riorganizzazione territoriale.